Trump intensifica attacchi anti-Cina, target ora è Tik Tok. Che però se la prende con Facebook
Nel pieno della campagna elettorale per l’Election Day – che si è appreso vorrebbe anche rimandare -Donald Trump va a caccia del cattivo di turno, che ha una nazionalità ovviamente sempre cinese.
Il presidente americano se la prende stavolta con TikTok, regina cinese dei social di proprietà di ByteDance, tra l’altro in trattative con Microsoft per la vendita delle sue attività negli Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda.
Il motivo della rabbia trump-iana è sempre lo stesso: il gruppo rappresenterebbe una minaccia per la sicurezza nazionale.
Non si tratta certo della prima accusa contro TikTok, il social più amato dai giovani di tutto il mondo. E’ da tempo che l’amministrazione Trump lo accusa di inviare i dati degli utenti americani al governo di Pechino.
Microsoft non ha però alcuna intenzione di mollare l’osso, tanto da aver reso noto che le trattative proseguiranno e che l’obiettivo è quello di concludere un accordo con TikTok entro il prossimo 15 settembre (anche perchè Trump avrebbe dato un tempo di 45 gg per il deal).
Il ceo di MSFT avrebbe incontrato e rassicurato Trump, inizialmente contrario al deal. Ma i rumor sono diversi, e c’è chi, come Fox News, indica che il presidente Usa potrebbe annunciare la messa al bando del social nella giornata di oggi o domani.
Le continue tensioni tra Pechino e Washington sono state confermate anche dalle dichiarazioni del segretario di Stato Usa Mike Pompeo, che ieri ha reso noto che il presidente è pronto ad annunciare “nei prossimi giorni” nuove restrizioni contro alcune società cinesi, considerate dalla sua amministrazione un rischio alla sicurezza.
Dal canto suo però anche TikTok ce l’ha con qualcuno: si tratta di Facebook, accusata di “plagio e di diffamazione.
In un comunicato diramato nella giornata di ieri, il gruppo che fa capo a Bytedance e che ha sede a Pechino, ha comunicato – stando alla traduzione del contenuto di una nota in lingua cinese da parte del sito Cnbc – di essere “impegnato a diventare una società globale”, ma di aver incontrato “tutti i tipi di difficoltà complesse e inimmaginabili”: tra queste, “un contesto internazionale politico violento, collisioni e conflitti tra culture diverse, e il plagio e la diffamazione da parte della rivale Facebook”.
Nessun ulteriore commento è arrivato dalla holding che controlla Tiktok ByteDance, che si è limitata a dire che il comunicato è stato diffuso per l’audience cinese. Sta di fatto che Facebook, che è ben noto che stia facendo fronte alla pressione competitiva di TikTok, ha tentato di creare prodotti in grado di tener testa a quelli della sua concorrente: tra questi Lasso – chiusa tuttavia il mese scorso – che permetteva agli utenti di girare video fino alla durata di 15 secondi, e di corredarli con una musica a scelta. Ora il colosso di Mark Zuckerberg starebbe pensando di lanciare un altro prodotto incentrato su video di breve durata, chiamato Instagram Reels.
Già all’inizio di luglio Mike Pompeo aveva detto che gli Stati Uniti stavano cercando di mettere al bando TikTok e altre APP cinesi di social media. Dopo i ripetuti attacchi contro il colosso delle infrastrutture Huawei e dopo aver definito anche l’altra società cinese ZTE ‘un pericolo per la sicurezza nazionale’ americana gli Usa, secondo quanto anticipato da Pompeo, gli Usa sarebbero pronti ad andare a fondo della questione, temendo sempre di più un eventuale utilizzo da parte di Pechino delle sue tecnologie ai fini di spionaggio. Lo stesso direttore dell’Fbi Christopher Wray, visto il periodo quanto mai cruciale per gli Stati Uniti, quello pre-Election Day, aveva detto di credere che la Cina avesse “preferenze” riguardo alle prossime elezioni Usa. Tanto che l’Fbi ormai monitora le attività cinesi “ogni dieci ore”.