Tim crolla fino a -13% dopo maxi-perdita 2021 e stop dividendo
Un 2021 da record, in negativo, per Telecom Italia. Il cda di ieri ha approva una maxi pulizia di bilancio che determina una maxi-perdita nell’ultimo trimestre dell’anno e un 2021 in perdita per ben 8,7 miliardi nel 2021. Nel dettaglio sono stati conteggiati 4,1 miliardi di euro di svalutazionedell’avviamento domestico e 3,8 miliardi di euro di imposte anticipate. La maggiore tlc italiana ha contabilizzato accantonamenti non ricorrenti per 548 milioni di euro in parte legati all’accordo rinegoziato con DAZN. Guardando ai conti del quarto trimestre, la perdita netta è stata di 8,64 mld, comn ricavi a 3,98 mld, poco sotto i 4 mld del consensus Bloomberg. L’ebitda organico ammonta a 1,38 mld (consensus 1,43 mld).
La tlc ha deciso l’azzeramento del dividendo sia per le azioni ordinarie che per quelle risparmio.
Indicazioni, che abbiante a target finanziari del piano al 2024 sotto le attese, stanno facendo crollare il titolo a Piazza Affari. Tim cede oltre il 13% in area 0,2965 euro dopo non essere riuscito a far prezzo in avvio per eccesso di ribasso sul prezzo di controllo.
Esame offerta KKR a breve
Il prossimo passo per TIM è la valutazione dell’offerta annunciata a novembre da KKR (che valuta la società 10,8 mld). Con la finalizzazione del piano industriale di Tim, gli advisor finanziari e legali del consiglio di amministrazione hanno ricevuto tutti gli elementi rilevanti e necessari per valutare la manifestazione d’interesse indicativa e non vincolante di KKR. TIM precisa che “questa analisi sarà conclusa rapidamente”. Una volta completata, il board si riunirà per valutare le determinazioni di competenza e decidere i passi successivi in merito.
Nei giorni scorsi Bloomberg News ha riferito che Telecom Italia sta cercando di convincere KKR a ritirare la sua offerta per la società coinvolgendo il colosso statunitense del private equity nel piano di scorporo della rete fissa.
Intanto TIM ha ricevuto un’offerta vincolante da Ardian e altri investitori per la quota in Inwit senza far scattare OPA. Il cda ha dato mandato al CEO per negoziare.
I target del piano in attesa della separazione della rete
Il piano industriale 2022-2024 con l’attuale modello organizzativo e di business prevede ricavi da servizi in leggera crescita nel periodo di piano (crescita ‘low single digit’ del CAGR ‘21-’24, con 2022 in lieve decrescita); l’ebitda è atteso stabile nel periodo di piano con lieve declino quest’anno, mentre l’Ebitda After Lease di Gruppo è visto in leggero calo. I Capex di gruppo sono previsti a circa 4 miliardi di euro nel 2022, circa 3,9 miliardi nel 2023 e circa 3,8 miliardi di euro nel 2024 con Domestic Capex inferiori al 15% dei ricavi nel medio-lungo termine. L’indebitamento netto di gruppo 2022 sarà influenzato da pagamenti non ripetibili per un totale di 3,7 miliardi, in particolare per l’acquisizione dello spettro in Italia e in Brasile e l’acquisizione degli assets di Oi, il cui impatto sul leverage sarà completamente assorbito entro il 2025.
Il nuovo amministratore delegato Pietro Labriola ha ricevuto mandato per predisporre il progetto esecutivo di riorganizzazione che, una volta approvato dal board, verrà presentato al mercato in occasione del Capital Market Day di Tim entro l’approvazione dei conti del 1° semestre. Si avvia quindi un percorso di trasformazione basato sulla creazione di distinte legal entities, Netco e Servco (consumer, enteprise e Tim Brasil), superando il modello di integrazione verticale. “Si stima un impatto molto contenuto dei costi necessari per realizzare la piena separazione, in quanto la maggior parte degli investimenti è già stata sostenuta, grazie all’implementazione della equivalence of input, della equivalence of output e dalla separazione di FiberCop”, segnala TIM: Nel dettaglio, ServCo sarà articolato in ‘Enterprise’, dove andranno le attività commerciali nel mercato enterprise integrate dalle digital companies Noovle, Olivetti e Telsy; in consumer, ovvero le attività commerciali nel mercato retail consumer e SME (Small and Medium Business); e infine Tim Brasil, con l’azienda mantiene la sua focalizzazione su una strategia di valore e trarrà un’ulteriore spinta alla crescita dall’integrazione degli asset di Oi, continuando nel suo percorso verso una ‘Next Gen Telco’. La seconda area è il NetCo che racchiude l’asset di rete fissa, le attività wholesale domestiche e quelle internazionali di Sparkle. Il piano prevede un’accelerazione nella copertura in fibra sul mercato domestico, questo comporterà nel 2022 un picco degli investimenti, seguito da una progressiva riduzione a un livello inferiore al 15% dei ricavi nel medio termine.
Il management andrà quindi avanti con la separazione della rete, con perimetro della NetCo che vede 5,3 mld di vendite, 2,2 mld di ebitda AL e 1,5 mld di capex; Domestic ServCo invece 9,9 mld di vendite (73% consumer, 27% business) 2,2 mld ebitda AL e 1,7 mld capex.