TIM stringe i tempi con Cdp su rete unica, conto alla rovescia per nuovo piano targato Labriola
In attesa del nuovo piano strategico di TIM, tornano rumor relativi al dossier rete unica. Secondo quanto riferisce il quotidiano Repubblica, l’accordo difficilmente sarà pronto per essere annunciato in concomitanza con i risultati aziendali, ma dovrebbe essere chiuso comunque a breve, nei prossimi giorni.
Telecom Italia e Cassa Depositi e Prestiti sarebbero a un passo dalla firma di un Memorandum of understanding (Mou) per dar vita all’ambizioso progetto di una rete unica nazionale. Il progetto era partito nell’agosto 2020, ma da allora il perimetro si è ampliato e adesso l’iter Antitrust sarebbe agevolato dallo scorporo della rete dai servizi di Tim. I contorni dell’accordo, si legge nell’articolo odierno di Repubblica, sono già stati condivisi con gli azionisti e potrebbe essere sottoposto all’approvazione del Cda di Tim già nei prossimi giorni. Nei piani della futura società della rete unica, Tim dovrebbe apportare la rete primaria dei cavi sottomarini di Sparkle e quella secondaria di Fibercop, infrastrutture che dovrebbero intrecciarsi con la rete di Open Fiber. La firma di un MoU sarebbe un chiaro messaggio della volontà di far ripartire il progetto di rete unica dando più visibilità al valore di questi asset.
Domani (dopo la chiusura dei mercati) Tim presenterà i conti del 2021, insieme al piano industriale 2022-2024 e al progetto di scorporo dei servizi (ServiceCo) dalla rete (NetCo). Il tanto discusso piano dello scorporo della rete, a detta degli analisti di Equita, è un’operazione che potrebbe creare valore per il gruppo. La sim milanese settimana scorsa ha aggiornato le stime sul titolo per tener conto della tendenza più cauta sul business domestico e più forte di quello in Brasile. Adesso prevede una riduzione del 5% dell’Ebitda 2022 per il business italiano di Tim, anche alla luce dell’ingresso nel Paese della fibra di Iliad a prezzi aggressivi. Al contrario, gli analisti hanno alzato del 4% l’Ebitda 2022 sul business in Brasile, grazie al cambio favorevole e alla recente acquisizione degli asset mobili di Oi, il quarto operatore di telefonia mobile del Paese sudamericano.
Dal consensus sui numeri 2021 e pubblicato sul sito di TIM emerge la previsione di un Ebitda di 5,44 miliardi di euro con una riduzione dell’11% anno su anno, mentre le stime del debito netto sono pari a 17,6 miliardi. Altro tema caldo è l’ipotesi di cessione di Telecom della sua partecipazione in Inwit e questa operazione consentirebbe a Tim di incassare circa 1,4 miliardi di euro, risorse che permetterebbero alla società di ridurre le passività e di gestire gli investimenti non rinviabili sia sul 5G che sulla rete in fibra. In attesa di vedere quale strada prenderà l’Ad Pietro Labriola, gli analisti di Equita danno un giudizio Hold (mantenere in portafoglio) e prezzo obiettivo a 0,48 euro ad azione.