Sui mercati domina il sentiment negativo, Ftse Mib scivola ai minimi a due mesi
Resta alta l’avversione al rischio sui mercati dopo l’ennesima settimana chiusa con saldo negativo. Una serie di catalyst negativi alimentano i timori tra gli investitori. L‘indice MSCI World viaggia il 16% sotto rispetto al picco di novembre 2021, avvicinando la soglia del 20% che rappresenta la linea di demarcazione che segna l’ingresso nel Bear Market. A Wall Street l’S&P 500 ha inanellato la striscia di settimane in negativo più lunga dal lontano 2011.
Ribassi alimentati da una serie di fattori
I mercati azionari sono reduci dall’ennesima settimana intonata al ribasso con Wall Street che ha allungato a cinque le settimane consecutive con saldo negativo complice il perdurare di timori legati all’inflazione e dunque, a interventi più aggressivi da parte della Fed. “I lockdown in Cina e gli imminenti dati sull’inflazione statunitense rendono gli investitori nervosi – rimarcano stamattina gli esperti di IG – . La politica zero Covid della Cina continua a preoccupare gli investitori circa l’impatto dei lockdown sulla crescita economica”. Il presidente cinese Xi Jinping nel weekend ha reiterato l’intenzione della Cina di continuare a portare avanti la politica zero Covid.
In Asia, protagonisti oggi i dati sulla bilancia commerciale della Cina, migliori delle attese. Nel mese di aprile le esportazioni cinesi denominate in dollari sono salite del 3,9% su base annua, meglio del +3,2% atteso dal consensus.
Intanto, oggi si guarda con apprensione alle prossime mosse russe. Oggi sono infatti previste le celebrazioni per il 77° anniversario della vittoria dell’Unione Sovietica sulla Germania nazista. Un’occasione che secondo alcuni analisti avrebbe dovuto portare alla celebrazione di una sorta di vittoria con la “liberazione” del Donbass, mentre secondo altri potrebbe portare ad una possibile escalation del conflitto.
A Piazza Affari l’indice Ftse Mib cede l’1,2% in area 23.200 punti, sui minimi a quasi due mesi. In evidenza Leonardo che sale di circa il 4 per cento con i timori legati al conflitto in Ucraina che spingono nuovi acquisti sul settore Difesa. Bene anche Saipem (+0,48%) e Tenaris (+1,4%) nonostante il lieve ritracciamento dei prezzi del petrolio dovuto alla preoccupazione per il rallentamento della domanda in Asia.