Su Unicredit e Intesa l’outlook di S&P resta negativo, ecco il perchè della decisione
S&P non si sbilancia su Intesa Sanpaolo e Unicredit mantenendo una certa cautela alla luce dei possibili sviluppi economici negativi a casua del Covid. S&P Global Ratings ieri sera ha confermato il rating sulle due banche (“BBB” e “A-2” a lungo e breve termine) senza però apportare il miglioramento di outlook che la settimana scorsa aveva riservato per il rating sovrano dell’Italia.
L’outlook su Intesa e Unicredit rimane quindi negativo, motivato per entrambe dal concreto rischio di uno scenario economico meno roseo a causa del Covid.
Outlook resta negativo, tegola Covid peserà ancora
S&P conferma di rating e outlook per Intesa Sanpaolo e le sue principali controllate, come Fideuram e UBI Banca, con le prospettive a lungo termine che rimangono negative principalmente per riflettere la view di una ripresa economica ciclica che potrebbe essere sostanzialmente più debole o ritardata rispetto alle attuali aspettative, il che comporterebbe un effetto più negativo sul merito di credito di Intesa. L’agenzia di rating si sofferma sul fatto che la revisione dell’outlook sull’Italia a stabile rimuova un rischio per i rating su Intesa data la sua grande concentrazione in Italia e l’esposizione al rischio economico italiano. Di contro, sottolinea S&P, un’ulteriore evoluzione della pandemia in Italia e la potenziale introduzione di nuove misure restrittive potrebbero aumentare la pressione sulla ripresa in atto in Italia nei prossimi mesi comportando una revisione al ribasso rispetto alle attuali previsioni. Ciò sarebbe particolarmente dannoso per il recupero della qualità degli attivi delle banche italiane. Attualmente S&P vede il PIL italiano scendere dell’8,9% nel 2020, riprendendo gradualmente dal 2021 e 2022 e tornando ai livelli del 2019 solo nel 2023.
“Nonostante la notevole pressione sugli utili nel 2020 e nel 2021, prevediamo che Intesa sarà in grado di mantenere il suo coefficiente di capitale corretto per il rischio (RAC, risk-adjusted capital) in modo sostenibile al di sopra del 5%, mantenendo al contempo metriche di asset quality migliori rispetto ai concorrenti”, asserisce S&P che ribadisce come l’integrazione di UBI non avrà un effetto significativo sul merito creditizio del gruppo.
Rispetto alla maggior parte delle banche italiane, Intesa è vista beneficiare di una maggiore resilienza degli utili grazie al suo modello di business più diversificato e alla migliore efficienza operativa che derivano da ampie economie di scala e misure di contenimento dei costi.
Relativamente a Unicredit, S&P spiega che mantiene l’outlook negativo anche in questo caso principalmente per riflettere il rischio che il rimbalzo economico possa richiedere più tempo di quanto attualmente previsto “il che implicherebbe un effetto più negativo sulla qualità degli attivi e sul capitale di UniCredit”. L’agenzia di rating continua comunque a valutare che il gruppo di piazza Gae Aulenti disponga di riserve sufficienti per attutire la pressione sugli utili che ci aspettiamo nei prossimi due anni nello scenario di base.
Promosse invece Fineco e BNL
L’agenzia di rating statunitense ha invece rivisto al rialzo l’outlook su Finecobank e BNL portandolo da negativo a stabile. Su BNL l’agenzia di rating sottolinea come un punto di forza è la possibilità di beneficiare del supporto straordinario della controllante BNP Paribas quando necessario, incluso un potenziale scenario di stress sovrano in Italia.