Stress test Fed, dalle banche Usa cedole più ricche: Morgan Stanley raddoppia, Goldman Sachs +60%
Con il via libera della Fed dopo il superamento degli stress test, le banche americane da Morgan Stanley a Goldman Sachs, da JP Morgan a Bank of America, si preparano a premiare i loro azionisti e ad aumentare i loro dividendi e le operazioni di buyback.
Gli annunci delle cedole più ricche sono arrivati ieri, con una raffica di comunicati dal mondo dell’alta finanza.
Morgan Stanley ha visto il titolo volare di quasi il 4% nelle contrattazioni afterhours di Wall Street, dopo aver reso noto che raddoppierà i dividendi trimestrali, procedendo contestualmente a un nuovo piano di buyback azionario del valore di $12 miliardi fino a giugno del 2022.
La banca ha comunicato che il proprio dividendo salirà a 70 centesimi per azione a partire dal terzo trimestre (luglio) :
“Morgan Stanley ha accumulato un eccesso significativo di capitali negli ultimi anni e ora presenta tra i cuscinetti di capitali più grandi – ha commentato il ceo James Gorman nella nota stampa – La decisione presa dal board riflette la scelta di resettare la nostra base di capitali con la necessità di trasformare il nostro modello di business”.
JP Morgan aumenterà i dividendi trimestrali dell’11% a $1 per azione dagli attuali 90 centesimi per azione corrisposti ai suoi azionisti. Il colosso bancario americano proseguirà con l’operazione in corso di buyback azionario, in quanto “continua a essere autorizzata” a portarlo avanti.
Bank of America ha aumentato le proprie cedole del 17% a 21 centesimi per azione, dopo avee annunciato nel mese di aprile un piano di buyback azionario del valore di $25 miliardi.Il titolo è sotto pressione, in calo dello 0,75%.
Dal canto suo Goldman Sachs ha annunciato l’intenzione di aumentare i dividendi del 60% a $2 per azione, in attesa dell’approvazione del cda. Titolo in rialzo di oltre +1% nelle contrattazioni afterhours.
Così come Morgan Stanley, anche Wells Fargo ha reso noto che raddoppierà i dividendi, in questo caso a 20 centesimi per azione.
Wells Fargo ha annunciato anche che, a partire dal terzo trimestre, avvierà un piano di buyback azionario del valore di $18 miliardi. In realtà l’aumento delle cedole da parte di Wells Fargo era largamente atteso dagli analisti in quanto l’istituto è stato uno dei pochi costretto a tagliare i dividendi dopo gli stress test dell’anno scorso. Essendo la notizia già scontata, l’azione riporta solo un lieve rialzo in afterhours.
Niente aumento dei dividendi per Citigroup, con la ceo Jane Fraser che non ha fatto nessun annuncio su un eventuale incremento delle cedole e che per questo vede le quotazioni cedere lo 0,80%.
Diversamente dalle altre banche, Citi aveva reso noto che avrebbe aumentato quest’anno i cuscinetti di capitale, fattore che potrebbe aver ridotto la sua capacità di remunerazione del capitale.
“Aspettiamo il momento di continuare con i nostri interventi pianificati sul capitale, inclusi dividendi sulle azioni ordinarie di almeno 51 centesimi di dollari, e di portare avanti i riacquisti di azioni, che sono particolarmente attraenti, visto che la nostra azione ha un valore inferiore a quello del valore di libro per azione”, ha detto Fraser.
Gli annunci delle banche sono arrivati dopo che, lo scorso giovedì 24 giugno, la Federal Reserve ha reso noto che le 23 banche più importanti degli Stati Uniti avevano superato la prova degli stress test.
Dagli stress test è emerso che gli istituti considerati riuscirebbero a fronteggiare facilmente una grave recessione, in quanto tutti hanno a disposizione – si legge nel comunicato della Fed – capitali ‘ben al di sopra’ dei livelli minimi richiesti in caso di un forte rallentamento dell’economia.
Nell’anno della pandemia le banche americane non hanno gioito, ma la situazione è stata decisamente più rosea rispetto a quella delle banche dell’Eurozona, con la Bce che ha messo a prima a digiuno gli azionisti, per poi riconsentire l’erogazione delle cedole ma con forti limiti.
Una rassicurazione è arrivata recentemente da Luis De Guindos, vicepresidente della Bce. A questo punto, grande attesa per il prossimo 23 luglio, quando la banca centrale europea farà l’annuncio ufficiale sulla sua decisione di permettere alle banche di tornare a premiare gli azionisti senza più limiti.
Tornando alle banche americane e all’annuncio della Fed, i 23 istituti più importanti degli Stati Uniti hanno superato la prova in quanto, nonostante la crisi, disporrebbero ancora di più del doppio dei livelli capitali minimi richiesti.
Lo scenario simulato dalla Fed per gli stress test è quello di “una grave recessione globale” che colpirebbe il mercato immobiliare commerciale e i detentori di corporate bond, provocando un tasso di disoccupazione pari al 10,8% e un crollo di Wall Street del 55%.
Nel caso in cui lo scenario di grave crisi economica ipotizzato si concretizzasse, tutte le banche esaminate incorrerebbero in una perdita di quasi mezzo trilione di dollari, pari per la precisione a $474 miliardi. Grazie alle munizioni di cui dispongono sotto forma di capitali, le stesse riuscirebbero comunque a continuare a erogare crediti all’economia reale.