Spread BTP-Bund si infiamma al record da novembre con Bce, elezioni anticipate più probabili e alert Moody’s
Spread BTP-Bund a 10 anni al record delle ultime nove settimane nel Day After la riunione della Bce e a seguito del comunicato bomba firmato Moody’s, che ha lanciato un alert sul rating dell’Italia. Il differenziale è balzato fin oltre il 9% superando la soglia di 125 punti base, a fronte di una fiammata dei tassi decennali fino allo 0,74%. Nella settimana che si avvia alla conclusione, i tassi sui BTP decennali sono volati di più di 12 punti base, al massimo dalla prima ondata della pandemia Covid-19.
L’ampliamento del differenziale ha messo sotto pressione Piazza Affari, con il Ftse Mib che ha ceduto nei minimi intraday fino a -2% circa: osservate speciali le banche, con UniCredit che è arretrata fin oltre -3%.
Torna la tensione sui titoli di Stato che non si era palesata in modo particolare neanche con le minacce di Italia Viva di Matteo Renzi di staccare la spina al governo Conte. Quella spina, di fatto, Renzi l’ha staccata, ma il governo Conte è riuscito a tenere, sebbene con numeri così risicati che hanno dato vita a un governo di minoranza.
E Moody’s non ha potuto fare a meno di esprimere tutte le sue perplessità nei confronti di questo nuovo capitolo della politica italiana, che si innesta in uno scenario di pandemia Covid-19 ancora allarmante, a dispetto del lancio dei vaccini, e allo stesso tempo in un momento di grande opportunità storica per l’Italia con il Recovery Fund: una occasione da non perdere, come hanno fatto notare da più parti; 209 miliardi sotto forma di aiuti e prestiti, che il Next Generation EU da 750 miliardi di euro devolverà a Roma.
L’Italia riuscirà a utilizzare nel modo più proficuo questa somma? Il dubbio, già presente quando Conte godeva di una maggioranza assoluta, è diventato ancora più martellante di fronte a un governo di minoranza. E Moody’s si è sentita in dovere di certificare la situazione in corso, scrivendo nella nota odierna che, sebbene la prospettiva di elezioni anticipate sia improbabile, il governo italiano di Giuseppe Conte indebolito dalla recente crisi di governo “fa fronte a sfide politiche spaventose, sia nella gestione dell’attuale fase della pandemia, che nell’assicurare l’assorbimento tempestivo ed efficace dei fondi europei del Recovery Fund (Next Generation EU)”.
Stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, Moody’s ha ammesso di temere che l’eventuale incapacità politica dell’Italia di trarre vantaggio dalle risorse disponibili dell’Unione europea finisca con l’avere ripercussioni sul rating sul debito. Che, ricordiamo, nel caso di Moody’s, è pari a Baa3 con outlook stabile: un rating già soglia pericolo per l’Italia, perchè superiore di appena un gradino rispetto al rating investment-grade. Il che significa che basterebbe un solo downgrade da parte di Moody’s per far precipitare l’Italia nel girone dei titoli di stato considerati spazzatura, o “junk”.
Ma l’ansia da spread oggi è stata rinfocolata anche a seguito delle dichiarazioni rilasciate dalla Bce nella prima riunione del 2021, della giornata di ieri giovedì 21 gennaio. La banca centrale non ha indorato la pillola alimentando, anzi, il dubbio di una double dip recession in Eurozona: nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi – lasciati invariati – la numero uno Christine Lagarde ha detto di temere, infatti, un trend negativo del Pil dell’area euro nel quarto trimestre che, per ovvie ragioni, potrebbe finire con l’impattare anche il Pil del primo trimestre.
Alla luce di queste previsioni, non ha aiutato sapere che la dotazione del QE pandemico PEPP potrebbe anche non essere utilizzata del tutto.
Riguardo all’Italia, poi, Lagarde è sembrata inviare un messaggio ben preciso: Roma non si aspetti ulteriori assist da Francoforte a causa della crisi di governo. Lagarde ha negato qualsiasi intenzione, da parte della banca centrale, di stabilire un target preciso per i tassi dei bond dell’area euro, rivendicando un approccio olistico, teso a considerare l’area euro nella sua interezza e non nelle sue specificità. Il che significa che Lagarde non ha alcun target preciso neanche per lo spread BTP-Bund.
Bloomberg ha motivato l’odierno dietrofront dei bond italiani anche con un articolo del Corriere della Sera, secondo cui lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte starebbe valutando l’ipotesi di tornare al voto. Così il quotidiano: “poiché il rischio di non farcela si fa sempre più concreto, Conte torna ad accarezzare la suggestione del voto anticipato. Raccontano che «la voglia di elezioni in lui è fortissima».
I BTP sottoperformano gli altri bond dell’Eurozona, anche in quanto tra i principali beneficiari del programma PEPP: un programa che probabilmente ha raggiunto ormai la sua massima potenza di fuoco, dopo essere stato rafforzato nella riunione dello scorso dicembre. Bloomberg riporta il fenomeno che gli analisti di Goldman Sachs hanno chiamato “peak ECB”, segnalando che la Bce, quello che poteva fare, lo ha fatto. Che più di questo, insomma, non si può fare, così come più di quello che è stato fatto dalle banche centrali come la Federal Reserve Bank of Japan per arginare gli effetti economici della pandemia coronavirus. Una prospettiva del genere, da sola, porta gli investitori a temere che la Bce possa decidere anche di iniziare a rallentare gli acquisti di bond.
Il sell hanno colpito oggi anche gli altri titoli di stato dell’Eurozona, inclusi i Bund tedeschi, con il risultato che i tassi decennali tedeschi salgono al record in otto giorni al -0,487%.
Ma tra crisi politica con lo scenario elezioni anticipate più concreto, la mancanza di rassicurazione da parte della Bce e la stangata finale Moody’s, a pagare lo scotto più alto dei sell off sui bond dell’area euro è stata l’Italia.