Société Générale lancia allarme confisca asset in Russia. Insieme a UniCredit è tra banche più esposte a ‘vendetta’ Putin
Société Générale suona l’allarme confisca dei suoi asset in Russia, paese verso cui risulta tra le più esposte, insieme all’italiana UniCredit, tra le banche europee.
SocGen parla di worst-case scenario, ovvero di una situazione che si verificherebbe nel peggiore degli scenari paventati. Ma è ovvio che, in un momento in cui i titoli di tutte le banche esposte verso la Russia stanno pagando cara la decisione di Putin di invadere l’Ucraina, la preoccupazione per le ripercussioni sul settore aumentano.
Non per niente, nelle ultime ore si è appreso che gli istituti di credito dell’area euro sono stati contattati dalla vigilanza della Bce e da Bankitalia in merito alla loro esposizione diretta e indiretta verso le istituzioni russe. Nella giornata di ieri, inoltre, l’agenzia di rating Fitch ha spiegato in una nota i possibili impatti a cui le banche europee esposte potrebbero dover far fronte.
L’agenzia ha ricordato in particolare che ora le banche europee devono garantire che le loro operazioni siano conformi alle sanzioni internazionali contro la Russia e che la loro capacità di gestire le esposizioni russe, anche nei loro portafogli di negoziazione, sarà influenzata dalle sanzioni.
“Qualsiasi grave colpo alla crescita economica causato dalla guerra in Ucraina indebolirà le prospettive economiche e finanziarie delle banche”, ha puntualizzato Fitch Ratings, riportando tra l’altro i numeri della BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali) sull’esposizione delle banche italiane e francesi, che sono quelle che hanno più da perdere rispetto al resto dell’Europa.
Desta dunque allarme la notizia che riguarda il colosso SocGen, riportata dal Guardian. Così il colosso bancario francese:
“Il gruppo ha cuscinetti pù che sufficienti per assorbire le conseguenze di uno scenario potenzialmente estremo, in cui la banca verrebbe privata dei suoi diritti di proprietà sugli asset bancari in Russia. Il gruppo sta gestendo il proprio business in Russia con la massima cautela e selettività, sostenendo al contempo i suoi clienti storici”.
Nel riportare la notizia, il quotidiano britannico ha fatto riferimento anche alla revisione strategica sulla propria presenza in Russia che è stata lanciata dalla banca italiana Intesa SanPaolo, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte delle forze russe di Putin.
Proprio oggi il portavoce della banca guidata da Carlo Messina ha precisato che “la nostra presenza in Russia è oggetto di valutazione strategiche”, aggiungendo: “condanniamo totalmente quanto sta accadendo e siamo impegnati ad aiutare tutte le nostre persone in Ucraina fornendo accoglienza, nei Paesi in cui operiamo, ai colleghi ucraini”.
Intesa SanPaolo opera in Russia attraverso Banca Intesa che conta 28 filiali ed oltre 900 dipendenti.
SocGen ha un’esposizione verso la Russia calcolata nell’equivalente di 20 miliardi di dollari. Gli utili che incassa con il suo business in Russia incidono per il 3% sul totale.
UniCredit è la terza banca per esposizione in Russia, in cui è presente dal 2005 dopo la fusione con Hvb che aveva nel paese una propria controllata.
Stando ai dati relativi all’esposizione di diverse banche europee verso la Russia, Piazza Gae Aulenti ha attualmente circa 2 milioni clienti retail e circa 30.000 corporate, con una rete di 72 sportelli che erogano circa 8 miliardi di euro di prestiti.
Nel 2021 la controllata russa ha fruttato al gruppo Unicredit circa 180 milioni di utile, una piccola parte rispetto ai 3,9 miliardi totali; pesa per circa il 3% del margine di interesse e per il 3% del capitale allocato”.