Shock Meta (Facebook) a Wall Street: titolo crolla -23% dopo trimestrale. Utenti attivi giornalieri giù per prima volta in assoluto
Facebook, o meglio Meta Platforms, come è stata ribattezzata da Mark Zuckerberg: gli utili del quarto trimestre deludono, la guidance sul primo trimestre anche e il business del metaverso, scommessa numero uno del ceo, è in perdita.
Non solo: per la prima volta nella storia del colosso dei social media, il numero degli utenti attivi giornalieri (DAU) scende su base trimestrale. Il titolo collassa nelle contrattazioni afterhours di Wall Street, capitolando di quasi il 23%: i sell si traducono in 200 miliardi di dollari bruciati nell’arco di poche ore.
Quella appena pubblicata è la prima trimestrale del colosso dei social media, dopo il cambio del nome da Facebook a Meta: in occasione della diffusione dei numeri del terzo trimestre del 2021, il gruppo aveva comunicato anche l’intenzione di separare la sua divisione hardware, Facebook Reality Labs, dal suo core business, che è formato dalla Famiglia di APP di Facebook (Facebook’s Family of Apps (FoA), che include Instagram, Messenger e WhatsApp.
Il calo del parametro DAU, ovvero del numero di utenti attivi giornalieri, è uno schiaffo in faccia, in quanto alimenta interrogativi sulla sostenibilità della popolarità delle piattaforme di FB.
Per la precisione, nel corso del quarto trimestre del 2021, gli utenti attivi giornalieri (DAU) sono stati pari a 1,93 miliardi, rispetto agli 1,95 miliardi attesi dagli analisti, secondo StreetAccount. Gli utenti attivi mensili (MAU) sono ammontati a 2,91 miliardi, meno dei 2,95 miliardi previsti. Una nota positiva è arrivata dal fatturato medio per utente (ARPU), che ha battuto invece le attese, a $11,57, rispetto agli $11,38 stimati.
Meta ha in ogni caso riconosciuto le sfide a cui è chiamata a rispondere, e ha spiegato che il suo bilancio è stato colpito da un mix di fattori, inclusi i cambiamenti di privacy che sono stati apportati da Apple al suo sistema operativo iOS ( con quella che è stata definita vera e propria rivoluzione pro-privacy e che è stata già pagata da altri gruppi di social media, come da Snap) e i problemi macroeconomici.
Facebook-Meta paga anche lo scotto dell’inflazione
La crescita in generale inferiore delle attese, sia degli utili nell’ultimo trimestre del 2021 che del fatturato – in base alla guidance sul primo trimestre – è stata motivata anche con il balzo dell’inflazione e con i problemi che stanno colpendo le catene di approviggionamento (a livello tra l’altro globale, dando filo da torcere alle banche centrali – vedi fine droga monetaria targata Fed e Bce attesa al varco, proprio nella giornata di oggi).
Nel caso di Facebook, il fattore inflazione sta avendo un effetto sui budget degli inserzionisti pubblicitari. Ma la Big Tech ha pagato anche la maggiore attenzione da parte degli utenti verso prodotti da essa stessa offerti che non generano un fatturato al pari di quello che deriva dal suo core business.
Per esempio, gli utenti stanno trascorrendo sempre più tempo a guardare i suoi video Reels.
Facebook ha ammesso di continuare a prevedere dunque ostacoli sia a causa della competizione più agguerrita per conquistare il tempo degli utenti sia per il fatto che l’engagement si è spostato verso video come “Reels, che monetizzano a tassi inferiori rispetto ai guadagni dei Feed e delle Storie“.
Facebook pecora nera tra Big Tech. Business metaverso in perdita
Andando a esaminare le voci finanziarie di bilancio, nel quarto trimestre l’eps si è attestato a $3,67 rispetto ai $3,84 attesi, secondo le stime raccolte da Refinitiv. Il fatturato è ammontato a $33,67 miliardi, in questo caso meglio dei $33,4 miliardi attesi, sempre secondo Refinitiv.
L’outlook sul giro d’affari del trimestre in corso è stato deludente: Meta prevede che il fatturato del primo trimestre del 2022 sarà compreso tra $27 miliardi e $29 miliardi, a fronte dei $30,15 miliardi attesi dal consensus.
In sostanza, tra la trimestrale e la guidance, Facebook si conferma pecora nera tra le Big Tech che hanno diffuso i loro conti:
Alphabet-Google ha stracciato le stime, fattore che ha portato il titolo a volare ieri fino a +12% circa; Apple ha chiuso il trimestre con un fatturato record e un eps migliore delle attese; e anche i risultati di Microsoft hanno convinto il mercato.
Il titolo Facebook è in calo del 4% circa dall’inizio dell’anno: sul suo trend, c’è da dire, ha inciso molto l’annuncio proprio di Microsoft, pronto sempre di più a diventare il Master del Metaverso, e dunque a lanciare una battaglia contro Facebook. Va letta in questo senso la mega acquisizione del gigante dei videogame Activision Blizzard, per un valore di 68,7 miliardi di dollari.
Il ceo di MSFT Satya Nadella è stato tra l’altro il primo ceo di una Big Tech a riconoscere il valore del metaverso, mesi prima del riconoscimento da parte di Mark Zuckerberg, numero uno di Facebook.
Microsoft a parte, il business dedicato al metaverso su cui sta scommettendo Meta non sta andando affatto bene, come è emerso dal bilancio pubblicato ieri che, per la prima volta in assoluto, ha rivelato anche i risultati finanziari della divisione Reality Labs, il segmento scelto da Zuckerberg per realizzare la sua versione del metaverso.
Reality Labs include anche il fatturato legato al business dell’hardware, che comprende i visori per la realtà virtuale Meta Quest (ex Oculus Quest).
Ebbene, l’intera divisione ha sofferto nel 2021 una perdita netta superiore ai $10 miliardi su un fatturato di $2,27 miliardi. La perdita netta è salita dai $6,62 miliardi del 2020 e dal passivo di $4,5 miliardi del 2019. Certo, le perdite sono in linea con quanto aveva previsto Zuckerberg nel 2021, quando aveva annunciato la sua intenzione di puntare su Reality Labs.
Tuttavia il passivo è destinato a salire, visto che, nella conference call indetta ieri per commentare la trimestrale, il direttore finanziario di Meta ha avvertito che le perdite operative dovrebbero “crescere in modo significativo” nel 2022.
Il passivo ha frenato la stessa redditività totale di Meta. L’anno scorso il gruppo avrebbe incassato utili per un valore superiore ai $56 miliardi, se non fosse stato per Reality Labs.