Shell rivede struttura societaria e cambia nome. Il mercato apprezza
La Royal Dutch Shell abolirà la sua struttura a doppia quota e decide di trasferire la sede centrale in Gran Bretagna dall’Olanda. Hanno influito sulla scelta le tasse olandesi e le pressioni legali in tribunale sulla transizione energetica. La società è stata infatti recentemente colpita da un ordine del tribunale olandese sui suoi obiettivi climatici e punta ad eliminare la dicitura “Royal Dutch” dal suo nome, parte della sua identità dal 1907, per diventare Shell Plc. Il gruppo petrolifero anglo-olandese è da tempo in conflitto con le autorità olandesi per la ritenuta alla fonte sui dividendi del 15% del paese. La sua nuova struttura unica risolverebbe questo problema e consentirebbe a Shell di concludere accordi di vendita o acquisizione più rapidi. Nei Paesi Bassi, il più grande fondo pensione statale olandese ABP ha dichiarato nel mese di ottobre che avrebbe eliminato dal suo portafoglio Shell e tutte le altre aziende legate ai combustibili fossili. Le azioni di Shell, che saranno ancora negoziate sia ad Amsterdam, Londra e New York, sono salite di oltre il 2% dopo la notizia. La mossa segue un’importante revisione che Shell ha completato questa estate come parte della sua strategia per la transizione dal petrolio e dal gas alle energie rinnovabili. La revisione ha incluso migliaia di tagli di posti di lavoro in tutto il mondo. Il 10 dicembre si terrà un’assemblea generale, per confermare le decisioni servirà il 75% dei voti degli azionisti.
Nel corso dell’ultimo anno Royal Dutch Shell ha guadagnato quasi il 35%, sovraperformando il settore di riferimento.