Se le azioni diventano il safe haven in tempi di guerra. La forte rimonta delle large cap Usa
Le azioni, in particolare quelle made in Usa, diventano il safe haven preferito dagli investitori globali in tempi di guerra, a dispetto dei bond governativi, che per loro natura dovrebbero essere invece i prescelti. Almeno quelli dei paesi che presentano bilanci solidi. E invece, mntre infuria la guerra tra la Russia e l’Ucraina, la logica dei mercati sembra essersi ribaltata.
Tanto che un articolo di Bloomberg, dal titolo ‘U.S. Big Cap Stocks Turn Into World’s Top Haven as Risk Rises‘ sottolinea come, per il momento, le azioni Usa sembrino essere le opzioni migliori da scegliere per gli investitori globali, soprattutto rispetto ai bond.
Basti pensare – si legge ancora nell’articolo . che il trend dei debiti sovrani globali in rapporto al Pil mondiale è il peggiore dal 1949, stando ai dati di Bank of America.
I numeri parlano chiaro: l’indice S&P 500 ha guadagnato nelle ultime due settimane più dell’8%, recuperando tutte le perdite sofferte dall’inizio del conflitto in Ucraina del 24 febbraio scorso, avvenuto con l’ìnvasione del paese da parte della Russia di Vladimir Putin. Il Nasdaq 100, nello stesso arco temporale, ha guadagnato quasi l’11%. E con la prospettiva di una stagione delle trimestrali Usa solida, con tanto di miglioramento degli outlook, ci sono ragioni per ritenere che questi guadagni possano resistere, nonostante si parli di azionario, dunque di asset considerati per l’appunto rischiosi. Questo, mentre il chiodo fisso dell’inflazione ha provocato una fuga massiccia dal reddito fisso, con i Treasuries Usa che si confermano vittime illustri.uer
Azionario senza cuore in tempi di guerra? E’ così
“E’ qualcosa che dà fastidio, perchè è come se il mercato apparisse senza cuore – ha commentato a Bloomberg Nancy Tengler, ceo e responsabile della divisione di investimenti di Laffer Tengler Investments – Di fatto, è così”.
Tengler spiega la resilienza della borsa Usa e il nuovo status di asset rifugio delle large cap con il fatto che si tratta di “società che crescono, che non hanno debiti elevati”.
Gina Martin Adams, chief equity strategist di Bloomberg Intelligence, ha scritto inoltre in una nota che “sembra che le azioni abbiano ampiamente prezzato i rischi geopolitici di breve termine e quelli legati ai tassi di interesse (con la Fed di Jerome Powell sempre più falco)”. Ancora, “si assiste alle revisioni al rialzo degli utili (societari), con gli analisti che si sono in qualche modo abituati ai rischi legati ai problemi che hanno colpito le catene di approviggionamento, e migliora anche l’outlook sui fatturati”.
Gli investitori si sentono rassicurati inoltre dal fatto che i giganti Usa detengono quantità enormi di cash, che hanno accumulato soprattutto durante la fase peggiore della pandemia Covid-19. Il risultato è che, stando ai dati di S&P Dow Jones Indices, le società americane continuano a lanciare operazioni di buyback a ritmi record; in particolare, quelle quotate sullo S&P 500 hanno riacquistato azioni per un valore di 882 miliardi di dollari nel 2021, superando il precedente record del 2019 di ben il 9,3%.
E’ vero che i titoli di alcuni nomi illustri dell’hi-tech made in Usa, come Apple, Alphabet – la holding a cui fa capo Google – e Microsoft presentano un bilancio negativo da inizio anno: ma proprio per questo le Big si confermano opportunità da considerare.
Occhio ai titoli FAANG
“Le Big Tech hanno mostrato resilienza, soprattutto quelle FAANG (ovvero Facebook (ora Meta), Apple, Alphabet, Netflix, Google) – ha commentato a Bloomberg Eric Beiley, executive managing director della divisione di gestione patrimoniale di Steward Partners Global Advisory – Gli investitori hanno visto questi titoli, in calo di almeno il 20%, come una opportunità di acquisto. Bene anche i titoli cyber, così come sono appetibili i titoli del settore semiconduttori, che rappresentano la spina dorsale del mondo digitale”.
C’è infine chi, come Ilya Feygin, managing director e senior strategist di WallachBeth Capital., sottolinea che “la view ora è che dovremmo semplicemente ruotare verso quei comparti che sono più favoriti dalla situazione, e questo perchè non ci sono tante alternative all’azionario“.
Detto questo, occhio al quadro tecnico dell’indice S&P 500, a un punto significativo di svolta, in quanto andato oltre la media mobile a 200 giorni. Se riuscirà a rimanere al di sopra di quel livello e andare anche oltre i massimi testati a febbraio, attorno a quota 4.590 (ora è scambiata a 4.543 circa), l’indice potrà indicare che il mercato sta seguendo una traiettoria al rialzo. Se tuttavia non ci riesce, allora è probabile che si stia sviluppando un trend contrario al rally”.