Saras inarrestabile in Borsa post conti. Equita e le 4 ragioni dell’upgrade a buy
Non si arresta il rally di Saras a Piazza Affari, dove mostra un rialzo di circa l’11% a quota 1,196 euro. Il titolo del gruppo guidato dalla famiglia Moratti attivo nel settore dell’energia e raffinazione del petrolio prosegue la sua marcia rialzista in Borsa (performance 6 mesi a +95%, +114% circa ytd). Con una nuova fiammata ieri che ha visto il titolo chiudere la giornata in rialzo di circa il 9% dopo la pubblicazione dei numeri del primo trimestre 2022. Nei primi tre mesi del 2022 l’utile reported si è attestato a 76,6 milioni di euro rispetto alla perdita di 23,8 milioni registrata nei primi tre mesi del 2021 “in forte incremento – spiega la società – nonostante le basse lavorazioni del trimestre, a fronte dei prezzi petroliferi e dei margini di raffinazione del diesel elevati registrati a partire dalla fine di febbraio”.
Atteso premio raffinazione medio su base annua di 6-7 dollari al barile nel 2022
Rispetto all’EMC Reference margin, Saras ha inoltre fatto sapere di attendersi di potere conseguire nel 2022 un premio di raffinazione medio su base annua di 6-7 dollari al barile. Si ricorda che le assunzioni adottate dalla Società per il budget 2022 prima dello scoppio della crisi ucraina portavano, a fronte delle diverse condizioni di scenario, a considerare un EMC medio nel 2022 pari a circa 1,6 dollari al barile, sulla base del quale il management stimava di conseguire un premio annuo medio del segmento industrial & marketing compreso tra 4- 4,5 dollari al barile.
Equita dice buy: ecco i 4 motivi della promozione
All’indomani dei risultati e delle stime diffuse ieri, gli analisti di Equita hanno promosso il rating di Saras a buy, con il target price che sale del 71% a 1,4 euro. Secondo gli esperti della sim milanese sono quattro le principali motivazioni che hanno portato all’upgrade. In particolare, spiegano gli esperti, “le attuali straordinarie condizioni che hanno tolto dal mercato europeo un circa il 10% dei volumi di raffinati (provenienti dalla Russia) non ci sembrano destinate a risolversi rapidamente. Ogni trimestre di operatività nelle condizioni di mercato attuali genera un livello di Ebitda e cash flow che stimiamo pari a 300-400 milioni di euro e 150-250 milioni rispettivamente”. Inoltre, “il basso livello di scorte di raffinato, circa la metà dei livelli stagionali usuali, elemento a supporto dei margini” e “l’extra redditività potrebbe consentire rapidamente a Saras di abbattere il debito netto”. E infine “il titolo riflette un valore dell’asset industriale di 0,9 miliardi, sostanzialmente pari all`Ebitda che l`asset può generare nelle attuali condizioni di mercato in 2/3 trimestri”.
Per questi motivi Equita si attende che “il titolo possa proseguire il rerating, nonostante un rischio legato alla distruzione di domanda portata da scenari recessivi, al rischio di windfall taxes, e al rischio di una normalizzazione delle tensioni geopolitiche tale da riportare le banche russe nei sistemi di pagamento internazionali”.
Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, che confermano la raccomandazione hold e rivedono al rialzo il prezzo obiettivo a 1,10 (dal precedente 0,78 euro), l’attività petrolifera potrebbe migliorare anche nel secondo trimestre 2022. Anche gli esperti di Barclays hanno rimesso mano al target price, alzandolo del 61% a 1,6 euro dal precedente 1 euro.
Il punto tecnico su Saras (a cura di Simone Borghi)
Saras ha un’impostazione di medio e breve termine orientata al rialzo dal punto di vista grafico. Il forte rimbalzo avviato dai minimi del 7 marzo a 0,47 euro ha portato il titolo a superare con volatilità e volumi la soglia psicologica di 1 euro. Oggi, con un’apertura in gap up, Saras sta esibendo una prova di forza e si trova ora a fronteggiare la resistenza a 1,87 euro. Con una chiusura di seduta sopra tale livello il titolo potrebbe poi mettere nel mirino 1,23 euro così da chiudere il gap che si era formato tra le sedute del 21 e 24 febbraio 2020. Il target al rialzo più ambizioso si trova a quota 1,3 euro, livelli che non si vedono dal pre-covid (febbraio 2020). RSI in ipercomprato conferma che le pressioni dei compratori sono molto forti in questa fase di mercato. Al ribasso, invece, si consiglia cautela e si dovrà almeno attendere la rottura del supporto a 1,12 euro (minimo della candela odierna) con possibile discesa verso 1,08 euro (chiusura del gap) e poi 0,95 euro, area di prezzo dove transita la trend line rialzista costruita sui minimi di febbraio e aprile di quest’anno.