Notizie Notizie Mondo Ryanair paga guerra tariffe e Boeing, utili peggiori in quattro anni. La minaccia petrolio per intero settore dopo Opec e tweet Trump

Ryanair paga guerra tariffe e Boeing, utili peggiori in quattro anni. La minaccia petrolio per intero settore dopo Opec e tweet Trump

20 Maggio 2019 13:04

Giornata pesante in Borsa per la compagnia aerea irlandese Ryanair, che sconta la pubblicazione del bilancio dell’anno fiscale terminato lo scorso 31 marzo. Risultati che hanno messo in evidenza un calo degli utili al livello più basso in quattro anni. Motivo: la competizione accesa nel settore delle compagnie aeree.

Per la precisione, gli utili al netto delle tasse e di alcune voci di bilancio straordinarie sono scesi a 1,02 miliardi di euro, rispetto agli 1,45 miliardi di profitti dell’anno precedente.

E’ stato lo stesso AD Michael O’Leary a dare la colpa alla “guerra delle tariffe” che si sta combattendo nei cieli.

“Detto francamente, siamo in quel periodo in cui ci sarà una guerra delle tariffe…gli utili soffriranno per un anno o due, e credo che gli azionisti dovranno aspettarsi questo” scenario, ha detto O’Leary, nel corso di una presentazione video.

Così ha commentato i risultati del vettore David Madden, analista dei mercati presso CMC Markets UK:

“Le azioni Ryanair sono scese stamattina dopo che la compagnia ha riportato un calo del 29% dell’utile annuo al netto delle imposte e ha emesso un outlook deludente. Il gruppo si aspetta che l’utile per l’intero anno prossimo sarà compreso tra 750 milioni e 950 milioni di euro, mentre gli analisti si aspettavano 977 milioni di euro. L’aumento dei prezzi del petrolio e l’incertezza hanno danneggiato il settore dei viaggi nel suo complesso, e Michael O’Leary, il CEO di Ryanair, ha criticato le “costose” guerre per la sottoperformance del settore. Il settore delle compagnie aeree sta conoscendo nel modo più duro che le guerre dei prezzi avvantaggiano solo i clienti e non gli azionisti”.

Ryanair ha pagato però anche il fattore Boeing: la sospensione dei voli dei jet 737 MAX – ha avvertito la compagnia aerea – eroderà infatti la sua redditività, nel corso di quest’anno, a causa dei costi più alti che sarà costretta a sostenere.

MINACCIA PETROLIO SU INTERO SETTORE COMPAGNIE AEREE

Guardando all’intero settore delle compagnie aeree, nulla di buono sembra stagliarsi all’orizzonte, almeno per quanto concerne l’aumento dei prezzi del petrolio, che potrebbe essere destinato a continuare, a parte la parentesi odierna, a causa del mix tensioni geopolitiche e mosse Opec.

Le quotazioni del crude sono in rialzo oggi scontando, di fatto, sia le nuove tensioni tra gli Stati Uniti e l’Iran, rinfocolate con i nuovi tweet del presidente Donald Trump, che a causa delle dicharazioni rilasciate nella giornata di ieri dal ministro saudita dell’energia Khalid al-Falih. 

La combinazione dei fattori ha portato i futures sul Brent a salire fino a oltre +1% a $73,40 al barile, al record dal 26 aprile scorso. Il contratto Usa WTI scambiato sul Nymex di New York è volato anch’esso di oltre +1%, fino a $63,81, al massimo dal 1° maggio scorso.

Bellicoso il tweet che Trump ha scritto nella giornata di ieri.  Se l’Iran vuole la guerra, ha tuonato il presidente Usa, “sarà la sua fine”.

Anche l’Arabia Saudita si è scagliata contro Teheran, minacciando di rispondere con “tutta la forza di cui dispone” e aggiungendo che spetta al paese cercare di evitare una guerra.

Dal fronte Opec, invece, il ministro saudita al-Falih ha detto che all’interno del cartello dei paesi esportatori di petrolio, così come anche tra i paesi alleati non Opec, c’è l’intenzione di continuare a spingere al ribasso le scorte “in modo gentile” e, allo stesso tempo, di intervenire per soddisfare i bisogni di “un mercato fragile”. Gli operatori hanno interpretato le parole del ministro in chiave bullish, scommettendo sull’intenzione dei paesi Opec non Opec di continuare a ridurre la loro offerta di crude.