Recovery Plan di Draghi in ottica verde, ecco i titoli di Piazza Affari che potrebbero cavalcare l’onda
La ripresa dell’Italia nel post-Covid sarà trainata da una rivoluzione verde. Secondo quanto emerso finora, il piano di Draghi per il Next Generation EU prevede di allocare 57 miliardi alla green economy, tra rinnovabili, economia circolare e mobilità sostenibile. Cifra che potrebbe anche arrivare a 68 miliardi. Un mare di risorse che dovrebbero dare il via a una serie di progetti importanti, soprattutto per alcuni settori, come quello delle utilities e delle costruzioni, da tenere sotto osservazione anche a Piazza Affari. Il piano definitivo è atteso essere approvato dal Consiglio dei ministri entro questa settimana, così da rispettare la scadenza di invio della bozza a Bruxelles entro la fine del mese.
Secondo quanto riportato dai quotidiani, il piano Draghi per la ripresa include una allocazione di 57 miliardi alla rivoluzione verde. Si tratterà di interventi a sostegno degli investimenti su rinnovabili, economia circolare, reti elettriche (affidabilità sicurezza e flessibilità). Ai 57 miliardi del Recovery Plan, si dovrebbero aggiungere poi circa 11,6 miliardi dal Fondo complementare che porta la cifra complessiva quindi a circa 68 miliardi.
“Si tratta di indicazioni positive per il settore delle utilities”, commentano oggi gli analisti di Equita, che individuano le società di Piazza Affari piu esposte a questa ondata verde. Tra le rinnovabili, vengono citate Erg, Falck, Enel, Alerion e A2a, per quanto riguarda l’economia circolare invece le società più esposte saranno Hera, Iren, A2A e Acea. Per le reti, secondo la sim milanese, la più favorita sarà Terna, per i distributori elettrici invece Enel ed Acea in particolare e le altre municipalizzate, mentre Snam dovrebbe cavalcare l’idrogeno.
Ma non è tutto. Secondo Il Sole 24 Ore, il piano italiano per il Next Generation EU messa a punto dal governo provederebbe fino a 31,4 miliardi di euro nelle infrastrutture per la mobilità sostenibile. Gli investimenti dovrebbero essere concentrati principalmente sulla rete ferroviaria (alta velocità e linee ferroviarie regionali) e sulla manutenzione della rete stradale. Alle risorse finanziate dal Recovery Fund si andrebbero ad aggiungere 6,1 miliardi finanziati dal Fondo complementare portando così il totale delle risorse investite nelle infrastrutture per la mobilità sostenibile a 31,4 miliardi. Oltre gli investimenti nelle infrastrutture sostenibili, il piano dovrebbe prevedere altri investimenti che riguardano il settore costruzioni (case popolari, rigenerazione urbana, scuole ed ospedali).
“Se confermate nella versione definitiva del Recovery Plan, le indicazioni sarebbero positive per l’intero settore delle costruzioni – sottolineano da Equita, che anche in questo caso indica i titoli di Piazza Affari più esposti. In primis Webuild, il cui fatturato 2020 per una quota del 22% è stato generato in Italia). Da segnarsi anche Buzzi Unicem, che evidenza un 16% del fatturato 2019 in Italia, e Trevi, con circa il 10% del fatturato generato entro i confini nazionali.