Recovery Fund grande protagonista del Forum Ambrosetti. Insieme all’infelice frase di Conte su Draghi
Il Recovery Fund è stato il grande protagonista di questa 46esima edizione del Forum Ambrosetti, che si è svolta, come di consueto, a Villa d’Este, Cernobbio. Come utilizzare quei 209 miliardi di euro circa destinati all’Italia? Moniti e consigli sul loro utilizzo – le somme non saranno comunque disponibili prima del prossimo anno – si sono alternati dai vari politici finiti sotto i riflettori dell’evento.
Ma c’è stato anche un altro protagonista, seppur assente, del forum: è stato Mario Draghi, l’ex presidente della Bce, considerato da molti il vero timoniere che potrebbe impedire alla barca Italia di affondare, il cui nome è stato spesso citato come soluzione di emergenza da chi considera ormai la premiership di Giuseppe Conte arrivata al capolinea.
Ad affossare le indiscrezioni su una futura premiership di Draghi è stato lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha parlato alla festa de Il Fatto Quotidiano, rispondendo alle domanda rivoltegli, nel corso di un’intervista, da Antonio Padellaro e Peter Gomez:
“Quando si è lavorato per nuova una Commissione europea fu proposto innanzitutto Timmermans ma alla fine non andò a buon fine. Subito dopo io stesso cercai di creare consenso per Mario Draghi, lo avrei visto bene come presidente. Lui mi disse che non si sentiva disponibile perché era stanco della sua esperienza europea”. Ancora: “Quando lo si invoca, penso lo si tiri per la giacchetta”. Io “non lo vedo come un rivale, ma come un’eccellenza”.
Una frase che, invece di spegnere, ha rinfocolato però ancora di più i desideri di chi continua a ritenere che l’ex presidente della Bce sia perfetto per guidare l’Italia. Il quotidiano La Stampa riprende il caso nell’edizione odierna, in un articolo in cui viene riportata, in particolare, la reazione che i manager presenti al Forum Ambrosetti hanno avuto alle parole di Conte:
“La verità? Draghi è una risorsa che il Paese non si merita – sbotta un navigato top manager, che negli anni a Cernobbio ne ha viste di tutti i colori –. Ho trovato subdolo che, proprio per bruciare l’ex presidente della Bce, Conte abbia proposto Mattarella (riferimento alla frase con cui Conte ha detto che sarebbe d’accordo a un secondo mandato di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica, altra carica considerata da molti perfetta per l’ex numero uno della Bce) -. Anche la storia della candidatura in Europa… Se Conte pure avesse proposto Draghi, i Paesi del Nord non l’avrebbero mai fatto passare”. La Stampa scrive che “Draghi, nel Forum delle élite, resta una chimera”, riportando ancora le dichiarazioni del top manager: Ho sempre pensato che non volesse fare il presidente del Consiglio, ma ho cominciato a sperare da quando è andato a Rimini, dopo un lungo silenzio: un segnale di disponibilità. Sarebbe la manna dal cielo…”.
Ha escluso l’ipotesi Mario Draghi al governo l’ex ministro del Welfare, Elsa Fornero, che da Cernobbio ha tessuto le lodi del ministro dell’economia, Roberto Gualtieri:
“La professoressa Elsa Fornero esclude questa ipotesi – riporta ancora La Stampa – anche se si rende conto che la maggioranza è fragile. E salva soprattutto Gualtieri. «Avere un punto di forza nel governo come Gualtieri è una cosa importante. Questo governo è molto debole, il Pd dovrebbe essere più assertivo rispetto ai 5S».
Allora meglio la soluzione Draghi? «Non ci credo – è la risposta di Fornero –. Con tutte le difficoltà del caso questo governo durerà fino all’elezione del presidente della Repubblica e magari fino al 2023 perché bisogna spendere presto e bene le risorse europee». Inoltre «non penso che Draghi in questo momento abbia voglia di prendere un’eredità di questo tipo in un momento come questo. Metterlo in mezzo significa anche bruciarlo...».
A parlare di Draghi anche Carlo De Benedetti, dal festival della Tv e dei nuovi media di Dogliani (Cuneo): “Draghi a Palazzo Chigi? Escludo in modo categorico che sia disponibile a fare il presidente del Consiglio, a dovere mediare con i partiti. La sua formazione è da banchiere. Se Conte lo teme fa male, è una dimostrazione di debolezza”. L’ex numero uno della Bce, ha continuato Carlo De Benedetti, “non è una persona pronta a misurarsi con le piccinerie della politica. Se non capita una vera drammatica emergenza economica, non vedo alcuna possibilità che accetti. Diverso il discorso sulla presidenza della Repubblica. Avere una persona che ha un livello d’ascolto nelle capitali occidentali e non solo sarebbe eccezionale. Draghi sarebbe un formidabile rappresentante per l’Italia soprattutto se l’Italia avesse bisogno di aiuti, come credo sarà”.
Recovery Fund grande protagonista di Cernobbio
A parte Draghi, che suo malgrado è stato tra i grandi protagonisti del Forum Ambrosetti, si è parlato molto anche di Recovery Fund: hanno iniziato l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta – definendo l’occasione ultima chance soprattutto per l’Italia – e l’ex commissario alla Spending Review Carlo Cottarelli, che non ha nascosto il suo scetticismo sul rischio che l’Italia non faccia quelle riforme che avrebbe dovuto fare tanto tempo fa.
Ha concluso il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, intervenuto nell’ultima giornata della tra giorni del Forum Ambrosetti, ieri domenica 6 settembre. Il titolare del Tesoro ha ribadito, in riferimento alle risorse destinate all’Italia, la “determinazione a utilizzarle al meglio, non disperdendole in mille rivoli di micro progetti”. Il governo – ha continuato – ha l’intenzione a tal proposito di “concentrarsi su progetti coordinati e coerenti lungo direttrici di azione e riforma, sulla quale stiamo lavorando e ultimando il nostro lavoro”.
“L’Italia ha una occasione unica e irripetibile – ha insistito Gualtieri – La nostra ambizione è alta e il nostro impegno non è portare l’Italia a come era prima della crisi, perché quella Italia non era abbastanza forte, equa e sicura come la vorremmo. Il nostro impegno è per ritrovarci all’uscita di questa emergenza in un Paese migliore nel quale gli italiani possano riconoscersi, con più fiducia e coraggio”.
Sul fisco, nello specifico: “Il Recovery plan ci dà le condizioni, uno spazio anche fiscale, per far entrare a regime una riforma che speriamo anch’essa sia ambiziosa e dia semplicità al sistema tributario e una riduzione del carico anche fiscale, soprattutto per i redditi medi e medio bassi”. Infine: “Il recovery plan sarà incentrato sugli investimenti che hanno un forte impatto sul pil (…) Quindi questa massa di investimenti aggiuntivi ci darà anche lo spazio per far entrare gradualmente a regime una riforma fiscale che strutturalmente si finanzierà – afferma – con il contrasto all’evasione fiscale e con la riforma del sistema delle detrazioni della tassazione ambientale”.
Ancora prima il premier Conte aveva assicurato:
“Non pensiamo certo di chiedere le risorse” del Recovery Fund “per abbassare le tasse”, mentre l’altro grande ospite di Cernobbio, l’eurocommissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, aveva ripetuto intervistato dal Tg3 quanto detto già la settimana scorsa: “Se si pensa che una riduzione generalizzata delle tasse possa essere l’obiettivo di questo piano di ripresa, si commette un grave errore”. Detto questo – ha chiarito – “Poi se alcune riforme comportano anche riduzioni fiscali questo è tutto un altro discorso”.
Dell’urgenza di stilare un piano credibile di Recovery Plan, ovvero di piano di riforme, la cui presentazione alla Commissione europea dovrà avvenire nella forma almeno di bozza entro il prossimo 15 ottobre, ha parlato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento al Forum:
“Il processo di approvazione dei meccanismi di governo del fondo per la ripresa devono procedere necessariamente con rapidità in modo da rendere disponibili le risorse necessarie già a inizio del 2021. Con la medesima sollecitudine deve intervenire la preparazione dei piani di rilancio nazionale che vanno sottoposti per l’approvazione agli organi comunitari”.
La stessa urgenza era stata rilanciata dal vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, in un’intervista rilasciata a La Stampa: “I piani nazionali per il Recovery Fund vanno presentati molto in fretta e devono riflettere gli orientamenti europei per i quali sono stati definiti”.
Timmermans ha aggiunto che “la Commissione sarà ferma e chiara nel controllare che si vada nella giusta direzione”, ricordando a tutti i paesi Ue che “non ricapiterà un altro pacchetto finanziario così ampio in un futuro vicino”. a essere l’obiettivo di questo piano di ripresa, si commette un grave errore”.