Recovery Fund e tensioni Usa-Cina deprimono il dollaro. Euro a $1,17, con scommesse long a record da 2018
L’euro continua a correre, beneficiando ancora dell’effetto traino dell’accordo sul Recovery Fund, che i leader europei sono riusciti dopo giorni e notti di trattative serrate a raggiungere la scorsa settimana. La moneta unica continua a beneficiare anche della debolezza del dollaro Usa, che sconta sia le rinnovate tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, che i timori legati alla crescita dei contagi da coronavirus COVID-19 negli States. Nelle ultime ore, l’euro è balzato fino a $1,17, al valore più alto degli ultimi 22 mesi nei confronti del dollaro, mentre lo US dollar ha confermato i minimi dal settembre del 2018.
Verso il dollaro, il franco svizzero è salito al massimo in quattro mesi a 0,9186 per dollaro, mentre lo yen è avanzato fino a +0,4%, a 105,65 sul dollaro, al record dalla metà di marzo.
Nel commentare il trend del biglietto verde Ray Attrill, responsabile della strategia forex presso la National Australia Bank di Sidney, ha spiegato alla Cnbc che il trend del dollaro dipende dal “continuo calo dei rendimenti dei Treasuries Usa“, che scendono in quanto il mercato dei titoli di stato americani sconta una lenta ripresa dell’economia americana.
“Il messaggio che arriva dalla fine della scorsa settimana è che il deterioramento del sentiment verso il rischio, da solo, potrebbe non essere sufficiente a fornire al dollaro un qualche sostegno significativo e di durata”.
Da segnalare, di fatto che, di norma, gli investitori preferiscono rifugiarsi nel dollaro nei tempi di avversione al rischio. Come mai, stavolta, non è così?
Alcuni dati macro avallare la convinzione di alcuni secondo cui l’Europa starebbe gestendo meglio la crisi del coronavirus rispetto agli Stati Uniti: la scorsa settimana, in particolare, gli analisti hanno apprezzato i dati relativi agli indici PMI, mentre negli Usa i fari si sono accesi sui contrasti tra i Repubblicani e i Democratici in merito a un nuovo pacchetto di stimoli Usa per rivitalizzare l’economia, oltre che alla nuova guerra dei consolati tra gli States e la Cina.
E’ vero che ieri il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin ha annunciato che i repubblicani hanno finalizzato una proposta di nuovi stimoli economici da $1 trilione circa, affermando di sperare in un supporto bipartisan al COngresso.
Tuttavia, come fa notare la responsabile economista di Jerreries, Aneta Markowska, esiste “ancora un grande gap tra i Repubblicani e i Democratici, specialmente riguardo ai sussidi di disoccupazione e sugli aiuti statali e locali. Colmare il gap richiederà probabilmente più di una settimana, il che significa che è improbabile che un accordo venga raggiunto prima del 31 luglio”.
C’è poi quanto sta accadendo tra i fondi speculativi. GLi ultimi dati della CFTC mostrano che la scorsa settimana, le posizioni long sull’euro sono aumentate di 14.000 posizioni, a 125.000 unità, rispetto alle 111.000 della settimana precedente. L’incremento porta il totale delle scommesse rialziste sull’euro a volare al record dall’aprile del 2018 e più vicino al massimo delle posizioni long degli ultimi 10 anni, a quota 151.000.
Ribassista sul dollaro è Ray Dalio, fondatore dell’hedge fund numero uno al mondo Bridgewater Associates che, in un’intervista rilasciata alla Fox, ha fatto notare, in riferimento al deterioramento dei rapporti tra Stati Uniti e Cina che “esiste una guerra commerciale, una guerra tecnologica, una guerra geopolitica. E potrebbe esserci anche una guerra dei capitali. Se si dice ‘Non investite in Cina, o addirittura. Non versate gli interessi sui Treasuries che gli Stati Uniti devono versare alla Cina’….tutto ciò è possibile, con grandi implicazioni, come sul valore del dollaro”.