Prezzi petrolio si stabilizzano dopo forti sbandate post attacco Aramco. Rassicurazioni da Arabia, anche su Ipo
Stabilizzazione per i prezzi del petrolio, dopo le violente oscillazioni delle ultime due sedute, scatenate dall’attacco sferrato a due maxi impianti sauditi del colosso petrolifero Saudi Aramco. Dopo i rally di portata storica di lunedì 16 settembre e l’improvviso diefront di ieri, con ribassi superiori anche a -6%, le quotazioni del petrolio crude ritrovano una calma apparente. Merito delle dichiarazioni del ministro dell’energia saudita, principe Abdulaziz bin Salman che, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Jeddah, ha reso noto che la produzione di petrolio crude dell’Arabia Saudita tornerà alla normalità e pienamente operativa entro la fine di questo mese.
Il 50% della produzione crude interrotta a causa degli attacchi, ha precisato bin Salman, è stata già ripristinata nel corso degli ultimi due giorni, fattore che permetterà alla capacità di produzione araba di risalire a 11 milioni di barili di crude al giorno entro la fine di settembre, e a 12 milioni di barili al giorno entro la fine di novembre. (viene rilevata la contraddizione, visto che il ministro ha detto prima che la produzione totale tornerà a essere operativa entro la fine di settembre, e poi ha parlato di questi 12 milioni di barili al giorno che saranno ripristinati del tutto, ma entro la fine di novembre).
“Siamo stati capaci di contenere i danni”, ha detto il ministro, sottolineando che “ci sono volute 7 ore per spegnere gli incendi successivi agli attacchi”.
Il ministro ha aggiunto anche che “non sappiamo perché e chi ci sia dietro gli attacchi“. In ogni caso “le esportazioni (saudite) non diminuiranno”.
Il ministro saudita ha affrontato ieri anche il dossier Aramco e una rassicurazione sull’Ipo del gigante, stando a quanto riporta la Cnbc, è arrivata dallo stesso presidente di Aramco Yasir al-Rumayyan:
“L’Ipo è un impegno preso dall’azionista, ovvero dal governo dell’Arabia Saudita, e noi riteniamo che procederà allo stesso modo. Non interromperemo niente – ha sottolineato il funzionario – (Questa operazione) ci renderà ancora più forti, facendoci diventare una società quotata. Dunque, crediamo che qualsiasi momento nei prossimi 12 mesi saremo pronti a cogliere questa opportunità di mercato”.
Nelle ultime ore si erano rincorsi rumors, riportati in particolare dal Wall Street Journal, secondo cui, di nuovo, lo sbarco in Borsa del colosso energetico numero uno al mondo, gestito dal regno saudita, sarebbe stato di nuovo rimandato. Non proprio una novità, visto che diverse volte l’Ipo è stata messa in forse.
In realtà, in passato, sembra che lo scoglio maggiore sia stato rappresentato soprattutto dalla ipotetica valutazione del gigante, in borsa.
Saudi Aramco punta infatti a essere valutata in toto $2 trilioni; questo significa che, piazzando sul mercato l’1% del suo capitale, l’Ipo varrebbe 20 miliardi di dollari, un ammontare enorme per il mercato locale. In generale, analisti e banchieri ritengono che una valutazione complessiva di 1,5 trilione di dollari sarebbe più a portata di mano.
Proprio lo scorso martedì 10 settembre, l’AD del gruppo Amin Nasser aveva reso noto che l’Ipo di Saudi Aramco sarebbe avvenuta sulla borsa di Riyad, aggiungendo di essere pronto a considerare anche un’offerta di azioni sui mercati internazionali.
Il neo ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, Abdulaziz bin Salman, aveva sottolineato sempre la scorsa settimana, che il Regno stava puntando a realizzare l’Ipo di Aramco “il prima possibile”.
Intanto, alle 9.10 circa ora italiana, i prezzi del petrolio Brent scendono salgono dello 0,19% a $64,67 mentre quelli del WTI perdono lo 0,19%, a $59,26 al barile.