Presente e futuro dei mercati dominato dalla volatilità, c’è il rischio che aumenti ancora
Il 2020 sta diventando sempre di più un anno caratterizzato da un’elevata volatilità e le ultime sedute in borsa ci hanno dimostrato come questo fenomeno non sia da sottovalutare. Diversi fattori (economici, monetari e politici), si legge in un report a cura di John Plassard, Investment Specialist del gruppo Mirabaud, spiegano le ragioni per cui la volatilità è stata bassa fino all’imposizione delle misure di contenimento del coronavirus.
In primo luogo, scrive Plassard, le Banche Centrali hanno contribuito a ridurre la volatilità grazie ai loro interventi sui mercati. La Banca dei Regolamenti Internazionali ha anche accusato a un certo punto le Banche Centrali, di soffocare la volatilità, spingendo gli investitori verso asset rischiosi con le loro politiche di tassi pari zero e i loro programmi di acquisto di asset.
Anche l’uso di strumenti di comunicazione da parte dei diversi comitati monetari ha svolto un ruolo importante (ad esempio, fornendo la forward guidance). Questi strumenti, spiega Plassard, permettono ai mercati di anticipare e comprendere meglio ciò che le Banche Centrali stanno per fare, e ciò tende a ridurre la volatilità.
Un altro fattore molto importante per spiegare questo fenomeno è la bassa inflazione. Storicamente (pensiamo in particolare al crollo del 1994), il panico tra gli investitori sui rischi inflazionistici è stato uno dei motivi dell’aumento della volatilità. Alla fine, però, i timori legati a possibili shock politici o geopolitici si erano notevolmente affievoliti o almeno fino alla fine del primo trimestre del 2020. Gli investitori si erano infatti “abituati” alle sorprese politiche (tensioni politiche europee, elezioni americane, ecc.) e alle crisi geopolitiche (Medio Oriente, Venezuela, ecc.).
Il coronavirus ha cambiato tutto spazzando via il periodo di bassa volatilità. Il 16 marzo 2020, si legge nel report, il VIX ha raggiunto il livello più alto da quando è stato creato, chiudendo con un incredibile 82,69. A ciò ha fatto seguito, naturalmente, un calo corrispondente all’allentamento delle restrizioni causate dal Covid-19 e un rimbalzo dei mercati azionari.
Alta volatilità nei prossimi mesi
Ci sono diverse ragioni per cui la volatilità potrebbe rimanere alta nei prossimi mesi e persino aumentare. La prima motivazione, spiega Plassard, riguarda le elezioni presidenziali americane. È impossibile prevedere il vincitore, nonostante nei sondaggi Joe Biden sia in vantaggio rispetto a Donald Trump. Tuttavia, è probabile che questa incertezza si tradurrà in un aumento della volatilità. Basti pensare che nel novembre 2000 il solo riconteggio dei voti durante la corsa alle presidenziali di Al Gore e George W. Bush ha determinato un brusco incremento della volatilità.
Un’altra ragione, si legge nel report, riguarda il ribilanciamento tra i settori. Di recente abbiamo visto che il calo dei titoli tecnologici a favore di titoli più ciclici ha portato a un aumento della volatilità. Tale ribilanciamento (che non era una rotazione ciclica) storicamente è sempre accompagnato da un’impennata dell’instabilità sui mercati. Non dovrebbe essere diverso nemmeno questa volta.
Infine, c’è la questione del coronavirus che è ovviamente una delle principali fonti di volatilità. È ancora incerto quando sarà disponibile un vaccino o se il prossimo inverno porterà una nuova ondata. Questi elementi di incertezza alimenteranno ovviamente la volatilità.
Le conseguenze sui mercati
Per quanto riguarda la forma che potrebbe avere la ripresa, a V, U o W, è difficile capire, secondo Plassard, come si comporterà l’economia mondiale nei prossimi mesi. Con i mercati in rialzo grazie alle forti aspettative di un rimbalzo della crescita, qualsiasi delusione nei prossimi mesi sui dati di disoccupazione, inflazione o semplicemente crescita potrebbe alimentare la volatilità.
Le conseguenze dell’aumento della volatilità sono piuttosto varie. Siamo abituati a dire che essa è inversamente correlata all’andamento dei mercati azionari per due ragioni principali: anzitutto perché un VIX elevato riflette il nervosismo, che non va di pari passo con un rialzo degli indici; in secondo luogo, perché molti fondi (soprattutto negli Stati Uniti) utilizzano strategie che riducono la loro esposizione alle azioni quando il VIX aumenta. Oggi, conclude Plassard, le incertezze sui mercati sono tante ed è quindi probabile un ritorno della volatilità.