Pop Sondrio diventa Spa: Equita raccomanda di non esercitare il diritto di recesso. Ecco perché
La Popolare di Sondrio diventa una Spa. L’assemblea dell’istituto valtellinese, riunitasi ieri, ha approvato la trasformazione della banca in Spa e la conseguente adozione del nuovo statuto, così come imposto dalla riforma del governo Renzi del 2015. All’assemblea hanno partecipato 2.610 soci e la trasformazione è stata votata a larga maggioranza, raccogliendo il voto favorevole di 2.517 soci. Chi non si fosse espresso favorevolmente alle delibere assembleari, avrà la possibilità di esercitare il diritto di recesso, con prezzo già fissato a 3,755 euro per azione, sostanzialmente allineato agli attuali prezzi di mercato.
5 ragioni per non esercitare il diritto di recesso
In un report in uscita oggi gli analisti di Equita hanno però evidenziato come non sia “in alcun modo raccomandabile” esercitare il diritto di recesso, per cinque ragioni. Innanzitutto, secondo la sim milanese, occorre considerare la possibilità da parte del Cda della Popolare di Sondrio di limitare in tutto o in parte e senza limiti di tempo il rimborso al socio recedente. Inoltre, le tempistiche potrebbero essere particolarmente lunghe per il socio recedente al fine di ottenere il cash-in delle azioni (fino a 6 mesi). Non solo. Scatterà l’indisponibilità delle azioni, da parte del socio recedente, fino all’esito del processo di liquidazione, con conseguente impossibilità di trarre profitto da eventuali apprezzamenti del titolo. Collegata con il punto precedente, la quarta ragione guarda l’impossibilità di beneficiare del potenziale maggiore appeal speculativo della banca conseguente alla trasformazione. Infine, c’è da considerare che il prezzo di recesso non offre upside rispetto all’attuale prezzo di mercato.
Quale futuro per la Popolare di Sondrio?
La trasformazione in Spa è solo un primo passo dell’istituto verso nuovi scenari futuri. La banca valtelinese dovrà infatti trovare la sua strada verso la crescita, che potrà percorrere in maniera indipendente oppure in compagnia. Unipol, il maggior azionista della Popolare di Sondrio, non mostrerebbe nessuna fretta e anzi rimarrebbe aperta a ogni opzione. Ma proprio ieri il Sole 24 Ore rilanciava l’ipotesi di una possibile integrazione con Bper, con l’appoggio di Unipol (maggior azionista anche di Bper), così da crare il terzo polo bancario.
Il quotidiano ha infatti ricordato che se il dossier Bper-Carige dovesse andare in porto, l’operazione richiederà non più di un anno per concretizzarsi. E 12 mesi, probabilmente, non saranno sufficienti a Sondrio per trovare la propria strada indipendente. Al momento però Bper non avrebbe intenzione di spingere per un’integrazione con Sondrio, indipendentemente dall’eventuale successo dell’acquisizione di Carige.