Notizie Notizie Italia Pir: per Equita approccio conservativo pesa ancora su raccolta. Il vero test sarà nei mesi autunnali

Pir: per Equita approccio conservativo pesa ancora su raccolta. Il vero test sarà nei mesi autunnali

14 Settembre 2020 15:53

“Un approccio conservativo pesa ancora sulla nuova raccolta Pir”. A sottolinearlo è Luigi de Bellis, co-responsabile dell’ufficio studi Equita, presentando il nuovo Pir Monitor. Il punto di partenza nell’analisi di Equita sono i recenti dati ufficiali di Assogestioni che mostrano come nel secondo trimestre 2020 i fondi Pir tradizionali (3.0) sono tornati ad una raccolta netta leggermente positiva e pari a +58,7 milioni rispetto ai deflussi del primo trimestre 2020 e del quarto trimestre 2019, portando il saldo da inizio anno a circa -200mn.

“La raccolta netta resta ancora poco brillante, a nostro avviso a causa di un approccio molto conservativo nelle scelte di investimento da parte della clientela retail per l’incertezza causata dal Covid-19. Per capire l’andamento dei prodotti bisognerà aspettare i mesi autunnali“, sottolinea de Bellis, secondo il quale nella seconda parte dell’anno le reti torneranno ad intensificare nuovamente gli sforzi commerciali sul prodotto, dato che il nuovo impianto dei Pir (3.0), in vigore da gennaio 2020, è valido per il rilancio dei prodotti. Di conseguenza, Equita si attende un ritorno a una raccolta netta positiva per i Pir tradizionali, seppur limitata dato il contesto di mercato ancora molto incerto. Sui nuovi Pir alternativi, il decreto agosto (in attesa di conversione in legge) li ha potenziati, portando la soglia di investimento annuale detassata da 150mila euro a 300mila all’anno.

 

Nuovi Pir alternativi in rampa di lancio
I nuovi Pir alternativi sono in fase di lancio, ed Equita prevede flussi significativi dal 2021 in avanti. Secondo la relazione tecnica che accompagna il decreto agosto, per i Pir alternativi vengono stimati a 5,65 miliardi di euro di raccolta nel 2021, 6,7 miliardi nel 2022 e 7,8 miliardi nel 2023, raggiungendo masse gestite per circa 25 miliardi nel 2023. “Giudichiamo molto positivamente l’iniziativa del governo di potenziare i Pir alternativi – rimarca l’esperto della sim -. Il decreto agosto (in attesa di conversione in legge) ha infatti rafforzato l’appeal dello strumento, portando la soglia di investimento annuale detassata da 150 mila a 300mila all’anno. Questi strumenti sono cruciali nel canalizzare importanti risorse finanziarie verso le Pmi”.

 

Un’estensione degli incentivi per le Ipo? Cruciale per incontro domanda e offerta
Data l’entità della raccolta prevista per i nuovi Pir Alternativi, per Equita risulta fondamentale che il Governo continui a promuovere l’accesso al mercato dei capitali per le aziende e in particolare per le Pmi. Bisogna inoltre ricordare che a fine anno scadranno le agevolazioni sui costi di quotazione per le Pmi (che prevedono un credito d’imposta pari al 50% dei costi di Ipo, fino a 500mila euro).

Secondo la view di Equita, l’estensione di questa iniziativa per i prossimi anni (e l’introduzione di iniziative analoghe) possa favorire un migliore incontro tra offerta (nuovo equity) e domanda (raccolta dai nuovi Pir alternativi). “Dopo aver effettuato un intervento importante sugli investitori, il Governo dovrebbe continuare a favorire le imprese che costituiscono il target dei Pir alternativi e tradizionali”, si legge ancora nel Pir Monitor.