Notizie Notizie Italia Piazza Affari in altalena: debolezza per ‘regine oil’ aspettando responso Opec+

Piazza Affari in altalena: debolezza per ‘regine oil’ aspettando responso Opec+

3 Dicembre 2020 10:18

Prevale la cautela in Europa così come a Piazza Affari. Gli investitori guardano con una certa speranza a un vaccino contro il coronavirus e al piano di sostegno negli Stati Uniti, pur in un contesto in cui i timori per il deterioramento dell’economia nel quarto trimestre in Europa e Usa. Dopo i ribassi della vigilia, l’indice Ftse Mib ha riagganciato stamattina la soglia dei 22mila punti e ora mostra un leggero rialzo dello 0,06% a 21.986 punti.

Tra le migliori del listino c’è Moncler che sale di oltre il 2%, seguita da Prysmian che ha oltrepassato la soglia psicologica dei 27 euro, mostrando un rialzo di oltre l’1 per cento. Tra i peggiori del paniere Buzzi Unicem che cede quasi il 2 per cento. E mentre si attendono indicazioni dal fronte Opec+ che oggi tornerà a riunirsi per decidere sull’offerta di petrolio del 2021 dopo che un primo ciclo di incontri non è riuscito a raggiungere un compromesso, finiscono sotto pressione alcune big del comparto oil del Ftse Mib, tra cui Saipem, Eni e Tenaris. Restando in ambito petrolifero, Equita stima per il prezzo del Brent 50 dollari al barile per il 2021. “Tuttavia, data la seconda ondata di pandemia nel secondo trimestre 2020, riteniamo che sia più ragionevole una stabilizzazione del Brent tra 40-50 dollari al barile nella prima parte del 2021, per poi crescere nel secondo semestre del 2021”, segnalano da Equita che indica Eni come “titolo preferito nel settore”.

Resta sempre in primo piano il discorso risiko bancario a Piazza Affari in una settimana dominata dalla notizia dall’addio dell’a.d. di UniCredit (+0,24%), Jean-Pierre Mustier. Nel comparto tra i segni meno di giornata Bper Banca (-0,37%) che prosegue la striscia negativa. Ieri il titolo della banca emiliana si era mosso in calo in scia al raffreddarsi delle piste che portano a un matrimonio tra Bper appunto e Banco Bpm (+0,05%). In particolare, ieri Alessandro Vandelli, numero uno di Bper, ha specificato che l’acquisto delle oltre 500 filiali Ubi impegnerà la banca per 3-6 mesi e fino a quando non sarà conclusa “appare difficile e complesso, per non dire impossibile, valutarne altre”.

Cosa è successo sui listini globali
Questa mattina l’azionario asiatico è contrastato, dopo la chiusura incerta di Wall Street. Tokyo ha terminato praticamente piatta (+0,03%), mentre Shanghai è in ribasso e Hong Kong solida. Nella sessione della vigilia, l’indice S&P500 è salito dello 0,2% riportando un valore di chiusura record per la seconda sessione consecutiva. Gli investitori continuano a sperare nel varo di un piano di stimoli economici Usa anti-Covid-19. La speaker democratica della Camera Nancy Pelosi ha lanciato un appello al leader della maggioranza repubblicana al Senato Mitch McConnell affinché approvi il pacchetto bipartisan di stimoli, per un valore di 908 miliardi di dollari.

I dati di giornata

Per quanto riguarda l’agenda macro di giornata dalla Cina giungono numeri positivi, con l’indice Pmi servizi balzato oltre le attese a novembre, mentre quelli del Giappone hanno confermato le difficoltà in cui l’economia del paese continua a imbattersi a causa della crisi innescata dalla pandemia del coronavirus. In questo contesto, gli investitori stanno osservando gli indici Pmi servizi in arrivo dall’Europa e attendono l’Ism non manifatturiero per gli Usa. Su questo fronte è appena uscito, tra gli altri, il Pmi servizi italiano che, secondo le elaborazioni di Ihs Markit, ha mostrato “il più rapido calo dell’attività terziaria da maggio”. In particolare, il dato è crollato a novembre al valore minimo in sei mesi di 39,4 dai 46,7 di ottobre.

Ieri dal fronte macro sono giunti deboli riscontri dal rapporto ADP sull’occupazione del settore privato. La stima è di una crescita di 307.000 nuovi posti di lavoro a novembre, meno del rialzo di 475.000 atteso dagli analisti. L’incremento è stato il più basso dallo scorso luglio. Altro motivo di preoccupazione è arrivato dal Beige Book della Federal Reserve, che ha mostrato “poco o nessuna crescita” in quattro dei 12 distretti americani e solo una crescita modesta negli altri nel corso delle ultime settimane.