Petrolio sbanda fino a -9%, non è solo colpa di Treasury e dollaro. Goldman teme flop domanda nel 2° trimestre
Volatilità alle stelle ieri sera sul Petrolio. Il Brent è crollato di quasi del 7% a fine giornata, mentre il future sul greggio West Texas Intermediate (WTI) è arrivato a segnare -9,9% sotto il muro dei 60$. Quotazioni che oggi si mantengono sulla linea della parità dopo una prima parte di seduta che aveva visto ancora prevalere le vendite.
Il petrolio sicuramente non ha gradito il picco dei rendimenti del Tesoro USA e il rally del dollaro di ieri. Inoltre l’EIA, l’agenzia federale Usa, ha annunciato che, la scorsa settimana, le scorte di petrolio crude sono balzate di 2,4 milioni di barili. Si tratta della quinta settimana consecutiva in crescita per le scorte.
Incertezza su prospettive domanda
Dietro il movimento accentuato di ieri si nasconde quindi una incertezza di fondo sul fatto che i prezzi del greggio erano saliti troppo rapidamente. La decisione dell’OPEC+ di frenare la produzione all’inizio di questo mese aveva scatenato i buy, con l’aggiunta dell’attacco a un complesso petrolifero dell’Arabia Saudita e gli stop produttivi nel Texas per l’ondata di gelo record. Un’insieme di fattori temporanei che hanno spinto il greggio Brent oltre i 70 dollari al barile per la prima volta in più di un anno.
Da inizio anno il petrolio è arrivato a guadagnare oltre il 30%.
Goldman Sachs ritiene che i venti contrari relativi alla domanda dell’UE e all’offerta dell’Iran rischiano di rallentare il riequilibrio del mercato petrolifero di 0,75 milioni di barili al giorno (bpd) nel secondo trimestre 2021, sebbene si aspetti che l’OPEC+ agirà per compensarlo.
Da un punto di vista fondamentale, c’è poco dietro il tonfo di ieri. “Il mercato sta diventando sempre più nervoso intorno ad alcuni paesi in Europa che impongono ancora una volta le restrizioni relative al Covid-19, e così facendo sollevano preoccupazioni per le prospettive della domanda – rimarcano oggi gli esperti di Ing nel report Commodities Feed – . Il crack europeo del gasolio sembra riflettere anche queste preoccupazioni, con la discesa ai livelli più bassi dal novembre dello scorso anno al di sotto dei 4 $ USA / barile”.
Nuova scossa Treasury mette al tappeto anche Wall Street
Ieri i rendimenti sui Treasuries Usa hanno toccato nuovi picchi, con quelli a 10 anni saliti oltre l’1,75%. I tassi sui Treasuries a 30 anni hanno invece superato la soglia del 2,5% per la prima volta dall’agosto del 2019. Inizialmente il mercato dei Treasuries aveva reagito adeguandosi al dot plot della Federal Reserve, diffuso ieri dalla banca centrale americana in concomitanza con la decisione di lasciare i tassi Usa invariati vicini allo zero. Dal dot plot è emerso che la maggior parte degli esponenti del Fomc – il braccio di politica monetaria della Federal Reserve – prevede che i tassi rimarranno ai livelli attuali, attorno allo zero, fino al 2023 e per tutto il 2023.
Il numero uno della Fed Jerome Powell aveva rassicurato ulteriormente i mercati, smorzando i timori su un’eventuale aumento dell’inflazione Usa, nel momento in cui aveva affermato che, a suo avviso, un aumento delle pressioni inflazionistiche sarebbe avvenuto in modo significativo soltanto nei mesi di marzo e aprile, per poi smorzarsi subito.
Nervosismo che ha portato anche Wall Street a chiudere in ribasso, con Nasdaq in particolare colpito da forti vendite.