Petrolio: ancora ombre sull’oro nero. Opec chiama all’ordine i Paesi membri
I prezzi dei futures del petrolio proseguono una fase tendenzialmente laterale. Questo vale sia per il Brent che per il WTI. Da inizio anno invece Brent e WTI hanno perso circa il 30%.
Una fase senza direzione frutto della forte incertezza ancora presente sui mercati a causa principalmente del covid che si sta ripresentando con forza in tutto il mondo, Europa inclusa. Infatti, l’OPEC+ ha lanciato un segnale di allarme sulla ripresa della domanda, dato che molti paesi lottano per contenere il coronavirus. Il cartello in particolare mercoledì scorso ha esortato i Paesi “negligenti” a rispettare gli impegni sul taglio della produzione, avvertendo che il ritmo della ripresa della domanda è stato più lento del previsto e che il rischio di una seconda ondata dell’epidemia è ormai già realtà. Anche i verbali della FED pubblicati ieri sera non hanno lasciato tanto spazio alle interpretazioni. I verbali riportano che la pandemia peserà pesantemente sull’attività economica USA, e che la ripresa dipenderà dal contenimento del virus.
Nota positiva viene però dalle scorte USA. Le scorte di greggio americano hanno subito un calo prolungato per la quarta settimana consecutiva, periodo consecutivo più lungo quest’anno, le scorte di benzina sono scese per una seconda settimana. In particolare, nella settimana del 14 agosto le scorte di petrolio si sono attestate a 1.163 milioni di barili al giorno, in calo del 4,3% dalla settimana precedente. Le scorte complessive (compresi i prodotti raffinati) si sono fermate a 1.443 milioni di barili (escludendo le riserve strategiche), -2,6%. La produzione è a 10,7 milioni di barili al giorno, stabile rispetto alla settimana precedente.
La situazione d’incertezza si sta facendo sentire anche sui titoli del petrolio che oggi sono fortemente venduti. Eni e Tenaris cedono oltre l’1,6%, mentre Saipem lo 0,6%. I grafici di tutti e tre i titoli evidenziano questo senso di incertezza con movimenti laterali ormai prolungati da diversi mesi. E il Brent?
Il future del Brent ha raggiunto una resistenza coriacea in area 45 dollari. Qui infatti passa la media mobile 200 periodi e la parte inziale del gap down lasciato aperto il 9 marzo. Questo è il livello da infrangere in chiusura e con forza per dare un segnale di sentiment positivo e proseguire la corsa verso i 50 dollari. Al ribasso invece 40 dollari sembra essere il supporto chiave. In caso di break di tale livello target a 36,5 e 32 dollari.