Per ENI e Unicredit un settembre da incorniciare, si acuisce la crisi di Enel in Borsa
Va in archivio un settembre alquanto zoppicante per i mercati, soprattutto per Wall Street. Lo S&P 500 ha perso il 4,8%, il Dow Jones è arretrato del 4,3% e il Nasdaq Composite ha segnato un ribasso del 5,3%: tutti e tre gli indici azionari hanno sofferto i ribassi più forti da inizio pandemia.
Si è così interrotta la serie di sette mesi consecutivi di rialzi. A frenare l’euforia degli investitori è stato l’emergere di una inflazione più alta e persistente di quanto preventivato e il conseguente aumento dei rendimenti dei titoli di stato sulla prospettiva di politiche monetarie più restrittive da parte delle banche centrali. In aggiunta sono emerse le difficoltà finanziarie del gruppo cinese Evergrande., a concreto rischio default e con gli investitori che hanno iniziato a temere un’effetto contagio in Cina e non solo.
A Piazza Affari il bilancio di settembre è stato sì negativo, ma meno vistoso rispetto a oltreoceano con un calo inferiore al -3% per il Ftse Mib. A livello di settori a tenere a galla l’indice guida nostrano sono stati gli energetici in virtù dei balzi dei prezzi del petrolio e le banche sotto la spinta dei rialzi dei rendimenti obbligazionari.
ENI e Unicredit in gran forma
Nel dettaglio top performer di settembre è stata ENI con un balzo a doppia cifra (+10,4%) con l’aggiunta anche del corposo acconto dividendo staccato il 20 settembre (0,43 euro per azione). Da inizio anno il titolo ENI segna un rialzo del 36% e veleggia sui massimi da febbraio 2020. Rispetto ai minimi in area 6 euro toccati a fine ottobre scorso, il titolo segna un eloquente +90%. Goldman Sachs ritiene che il balzo del prezzo del petrolio e di quello del gas offrano una forte sponda al titolo e indica un prezzo obiettivo a 15 euro, valore che implica un potenziale di upside di oltre il 33% rispetto alle quotazioni attuali.
Tra i migliori anche Unicredit (+8,8%) in attesa degli sviluppi sul fronte dossier MPS. Stampa alle ultime indiscrezioni stampa il ceo Andrea Orcel vorrebbe arrivare a una decisione entro il 27 ottobre, data del cda per l’approvazione dei conti del 3° trimestre. UNicredit si contende con Banco BPM la palma di miglior titolo da inizio anno con entrambe a +47% circa YTD.
Molto bene anche Tenaris (+6,5%) e Saipem (+6,1%), anch’esse sostenute dall’effetto petrolio.
Enel e Telecom in grande affanno
Sul fronte opposto, si conferma l’anno molto difficile per Enel. Il peso massimo di tutta Piazza Affari ha lasciato sul terreno ben il 13,8% con quotazioni scese ai minimi da maggio 2020. A pesare è l’aumento dei rendimenti, che però spiega solo in parte la sottoperformance anche rispetto all’indice delle utility. Da inizio anno Enel è arrivata a cedere il 19% rispetto al -7% dell’Euro Stoxx Utilities.
Molto male anche Telecom Italia (-11,5%) che paga i timori di una più serrata concorrenza sul mercato domestico sia sul mobile che sul fisso dove a breve dovrebbe debuttare Iliad.