Notizie Notizie Italia Ops Intesa SanPaolo, cda Ubi Banca ‘prende atto’ aumento offerta. L’appunto sul dossier Bper

Ops Intesa SanPaolo, cda Ubi Banca ‘prende atto’ aumento offerta. L’appunto sul dossier Bper

21 Luglio 2020 15:07

Fari accesi sull’ops di Intesa SanPaolo su Ubi Banca, che si concluderà il prossimo martedì 28 luglio alle 17.30. Il cda di Ubi Banca ha diramato una nota in cui torna a insistere sulla questione dell’accordo concluso tra Bper e Intesa SanPaolo: accordo con cui Intesa ha deciso di cedere a Bper più di 530 filiali del gruppo risultante dalla fusione con Ubi.

Allo stesso tempo, nel commentare l’offerta che Intesa SanPaolo ha deciso di aumentare, il cda rende noto di aver “preso atto” del rilancio da parte della banca, aggiungendo di attendere “a questo punto la pubblicazione del supplemento al Prospetto Informativo, a seguito della quale si riunirà per esprimersi al riguardo”.

Nel comunicato con cui Ubi riporta talune integrazioni all’informativa contenuta nel comunicato dell’emittente predisposto dal Consiglio di Amministrazione di UBI Banca e su richiesta della CONSOB, viene precisato che l’istituto, in caso di perfezionamento dell’Offerta, sarà soggetto all’attività di direzione e coordinamento dell’Offerente anche qualora quest’ultimo raggiungesse “una percentuale tra il 50% + una azione e il 66,67% del capitale di UBI”, entrando a “far parte del Gruppo Intesa SanPaolo”.

Il cda ha reso noto tuttavia che, con una quota di adesioni all’ops inferiore al 66,7% Intesa “non potrà imporre dismissioni filiali a Bper”.

Il titolo Ubi Banca sale di oltre +1%, mentre Intesa SanPaolo avanza di oltre +2%.

Oggi è un’altra giornata di poderosi acquisti sui titoli delle banche italiane: Bper avanza di quasi +4%, e il riaccendersi del risiko bancario continua a tradursi in buy che oggi, oltre a MPS, interessano anche UniCredit.

Complice, oltre alle speculazioni su nuove operazioni di M&A è anche il calo dello spread, successivo al raggiungimento dell’accordo, da parte dei leader europei, sul Recovery Fund.

Banco BPM avanza di oltre +2%.

Tornando a Ubi Banca, così si legge ancora nel comunicato in relazione all’accordo Intesa SanPaolo-Bper:

“Si rileva, con riferimento all’Accordo BPER, che il Consiglio di Amministrazione (di Ubi Banca) non ha ritenuto ravvisabile alcun interesse ‘di gruppo’ in relazione alla cessione del Ramo Bancario, giacché l’operazione di dismissione – da realizzarsi ‘per prevenire il sorgere di situazioni potenzialmente rilevanti a fini antitrust’ è meramente funzionale all’attuazione di impegni assunti da Intesa SanPaolo nel suo esclusivo interesse”.

Tale cessione (di 532 filiali) – si legge ancora nel comunicato – “rappresenterebbe, infatti, un ‘costo’ per ottenere il controllo della Banca che Intesa SanPaolo intende far gravare su UBI Banca e, per riflesso, sui suoi Azionisti”.

Insomma, “la cessione del Ramo Bancario modificherebbe […] completamente la natura di UBI Banca, trasformandola in una mera articolazione territoriale della rete distributiva di Intesa SanPaolo priva della capacità di operare quale autonomo centro di profitto”.

“In concreto, dunque, da un lato, Intesa SanPaolo – in quanto capogruppo esercente l’attività di direzione e coordinamento – otterrebbe il vantaggio di poter rimuovere l’ostacolo all’acquisizione rappresentato dalla disciplina antitrust e di ottimizzare la distribuzione dei suoi prodotti finanziari e assicurativi mentre, dall’altro lato, UBI Banca sarebbe privata di oltre 500 filiali, rappresentative di oltre il 30% della rete, vedendosi nei fatti declassata da autonomo centro di profitto (sia pure nella condizione di società soggetta alla direzione e coordinamento altrui) a mero soggetto ‘collocatore’ della capogruppo. Alla luce di quanto precede, e sulla base delle informazioni allo stato a disposizione, è ragionevole ritenere che il pregiudizio subito da UBI Banca non potrà in alcun modo considerarsi ‘compensato’ dall’appartenenza al Gruppo ISP e che, pertanto, nemmeno in ragione del ‘risultato complessivo dell’attività di direzione e coordinamento’ ISP potrà legittimamente imporre alla Banca la dismissione del Ramo Bancario”.

Riguardo all’adesione degli azionisti all’ops di Intesa SanPaolo, oggi il Sole 24 Ore riporta che i fondi sarebbero orientati a dire sì a quell’offerta che gli analisti di Equita SIM hanno definito “irrinunciabile” dopo l’incremento della proposta lanciato da Intesa SanPaolo:

“Se, largo circa, ai soci stabili è attribuita complessivamente una quota vicina al 30%, allocata tra i fondi c’è una fetta del capitale che, secondo le stime, è compresa tra il 38% e il 45%”. Il quotidiano di Confindustria fa notare allo stesso tempo che la parte restante del capitale di Ubi “tra il 25% e il 32% è frazionata tra piccoli risparmiatori“.

Si sottolinea a tal proposito che, “tradizionalmente, in presenza di Opa, il retail è la componente meno reattiva, ma – a stare ai precedenti – almeno la metà di quel 25/32% di capitale diffuso dovrebbe aderire all’offerta”.

Affinchè Intesa SanPaolo raggiunga il suo scopo, ovvero quello di inglobare Ubi Banca, è necessario comunque che le adesioni degli azionisti di Ubi superino il 50%. Ancora meglio, come situazione “ottimale”, sottolinea ancora il Sole, sarebbe riuscire a “oltrepassare il 66,7%”. E ancora meglio si potrebbe aggiungere, alla luce di quanto il cda di Ubi Banca ha appena comunicato riguardo alle condizioni sine qua non per rendere esecutivo l’accordo che Carlo Messina ha siglato con Bper.