Nuovo shock conti correnti: ING contro i clienti ‘colpevoli’, la banca olandese chiude conti inattivi
Ing in Italia chiude sportelli e ATM e ora, si apprende, anche i conti correnti inattivi, sganciando una nuova bomba sulla testa dei correntisti. Correntisti che, in Italia, sono rimasti già traumatizzati dai vari annunci arrivati dall’inizio dell’anno. In mondo in cui i tassi negativi continuano a erodere la redditività delle banche, per le banche stesse i depositi sono più un costo che una ricchezza.
La liquidità estrema che si è andata ad ammassare sui c/c (soprattutto in corrispondenza della crisi economica provocata dalla pandemia Covid-19) è ormai una zavorra di cui sbarazzarsi il prima possibile.
Ha dato il via Fineco, star italiana del risparmio gestito, con una lettera a dir poco scioccante: in stile, rivolto ai clienti dei conti inattivi: O investi o ti chiudo il conto.
Ha continuato UniCredit, con un rincaro del canone di questo conto fino a +70%. Hanno continuato altri, inaugurando il trend del salasso dei conti correnti, che è stato ben spiegato da Giuseppe Castagna, numero uno di Banco BPM.
Un grido di protesta si è levato dalle imprese che, in risposta all’aumento dei costi dei conti correnti, hanno parlato di una aberrazione.
SOS Tariffe ha spiegato il fenomeno, sottolineando come tenere fermi i risparmi nel proprio conto corrente non sia un peso solo per le banche, ma anche un rischio per i risparmiatori stessi:
“Al giorno d’oggi tenere troppi soldi sul proprio conto corrente non è conveniente ma, al contrario, può risultare rischioso e controproducente. Il Fidt, ovvero il Fondo interbancario di tutela dei depositi, garantisce i soldi fino a un massimo di 100.000 euro: ciò significa che in caso di fallimento della banca si perderebbero i capitali in più che sono stati depositati. A partire dal 2016, infatti, sono in vigore le norme europee del bail in, che impongono la gestione della crisi degli istituti di credito con l’utilizzo di risorse private, per fare in modo di non gravare sui contribuenti e sul deficit. Nella pratica questo si traduce con la possibile aggressione di conti correnti con più di 100.000 euro da parte di azionisti e obbligazionisti nei casi in cui la banca dichiari il proprio fallimento”.
Tra le banche, anche Intesa SanPaolo avrebbe cercato di convincere i propri clienti a non tenere fermi i soldi.
Tornando a ING, la banca olandese si è messa sotto i riflettori qualche mese fa, e per motivi simili, dicendo praticamente addio al contante in Italia. Come? Decidendo – dopo aver inflitto già una batosta ai clienti del Conto Arancio -di chiudere tutti i suoi Atm e casse automatiche. La notizia è arrivata con l’articolo del Sole 24 Ore:“Ing dice addio al contante in Italia: chiudono Atm e casse automatiche”, in cui si informava che chi avrebbe voluto, avrebbe potuto “ancora prelevare contanti”, ma “esclusivamente presso gli sportelli Atm di altri istituti bancari”. Il “versamento degli assegni”, si leggeva, sarebbe avvenuto “a fronte dell’invio della documentazione via posta assicurata alla sede”.
Ma ING evidentemente non ha finito con le novità che riguardano la sua operatività in Italia:
“Dopo gli sportelli, adesso Ing chiude i conti inattivi”, è il titolo dell’articolo pubblicato oggi su Mf-Milano Finanza. Articolo dove si legge che “il gruppo bancario olandese, dopo la chiusura degli sportelli, torna alla carica prendendo di mira anche i conti correnti. In questi giorni, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, l’istituto ha inviato a una serie di correntisti una raccomandata in cui segnala la futura chiusura del conto a loro intestato. Nonostante la banca, per legge, non sia tenuta a comunicare tempestivamente il motivo di tale decisione, alcune fonti hanno spiegato come la scelta sia stata indirizzata verso quei clienti ‘colpevoli’ di un mancato o prolungato utilizzo del conto o magari legato a un saldo costantemente a zero”.
Il quotidiano finanziario parla di come i destinatari delle lettere siano stati colti “alla sprovvista”, mettendo in evidenza anche le varie grane contro cui si imbatteranno: i colpevoli, così come è stato riportato, “avranno a disposizione 60 giorni per migrare verso altre banche e salvare tutte le ricevute di bonifici e soprattutto di F23, F24, Mav, Rav, e via dicendo”. Questo, mentre è vicino il giorno dell’addio di ING al contante: tutti gli sportelli Atm e le casse automatiche del gruppo, ricorda il quotidiano, “rimarranno disponibili solo fino al 30 giugno”.
E intanto il trend rincari dei costi a carico dei correntisti continua: tra gli stangati, anche i clienti di Widiba, la banca online del gruppo Mps, con aumenti canone fin oltre +100%. Mentre il trend del boom di liquidità ferma sui conti correnti non sembra arrestarsi, tutt’altro. Da un’analisi del Centro studi di Unimpresaè emerso che durante l’ultimo anno, in piena emergenza Covid-19, le riserve degli italiani sono aumentate di oltre 110 miliardi (+6%), dai 1.877 miliardi di aprile 2020 ai 1.988 miliardi di aprile 2021. E, come emerge dal bollettino mensile Abi, la corsa dei depositi non si è fermata nemmeno a maggio. Le consistenze sono salite a 1.774 miliardi, il dato più alto in assoluto negli ultimi anni, anche se il tasso di crescita anno su anno è in calo dal +11,6 per cento registrato a gennaio all’8,2% di maggio.