Mps, il giorno della resa dei conti: via Bastianini, avanti LoVaglio. Nuovo dramma a Siena appena iniziato
Sarebbe ormai tutto pronto, a Siena, per la ‘cacciata’ dell’AD di Mps, Guido Bastianini, da parte del Tesoro, maggiore azionista della banca con una quota del 64%.
A sedere sullo scranno più alto – e probabilmente quello che scotta di più nel panorama delle banche italiane – sarà secondo le fonti Luigi LoVaglio, 66 anni, veterano di UniCredit, numero uno di CreVal fino alla primavera del 2021, (quando è avvenuta l’integrazione con Credit Agricole Italia), che, secondo più fonti, sarà nominato proprio oggi, giornata cruciale, inizialmente attesa ‘solo’ per conoscere la trimestrale del Monte di Stato.
Invece oggi ci sarà anche la resa dei conti e, molto probabilmente, l’addio di Guido Bastianini, blindato e sorretto, quando prese le redini di Mps nella primavera del 2020, dal M5S. Blindato e sorretto, oggi, anno 2022, anche dalla Lega, dal Pd, da LeU che, insieme ai 5Stelle, hanno strepitato non poco per manifestare i loro malumori nei confronti del Tesoro di Daniele Franco.
Perchè, si sono chiesti, chiedere la testa di Bastianini che, di primo acchito almeno, sembra aver migliorato i conti dell’istituto?
Per imprimere innanzitutto una svolta, hanno indicato i rumor degli ultimi giorni, in un momento in cui il Mef sta trattando sia con l’Unione europea (DG Comp) che con la Bce per poter rimanere per più tempo nel capitale della banca che ha ricapitalizzato in via precauzionale nel 2017. Ormai quasi cinque anni fa, quando lo Stato versò 5,4 miliardi per una quota che oggi vale un decimo.
Il termine per privatizzare Monte dei Paschi scade ad aprile 2022 ma, visti il flop delle trattative con UniCredit, e l’assenza di qualsiasi cavaliere bianco che voglia accollarsi la patata bollente, il Mef è al lavoro per prorogare la scadenza di 18 mesi.
Bruxelles e Francoforte dovrebbero dire sì, alzando però l’asticella dei sacrifici. Qualcuno parla di richieste molto pesanti, di autorità inflessibili, di misure draconiane e di dolorose ripercussioni sulla forza lavoro:
il Corriere calcola 4.000 esuberi, metà dei quali dovrebbero colpire il cuore del Monte, ovvero Siena. In questo contesto, è logico che la politica si infiammi: dopo la conferma di Mattarella bis, si può dire che, in attesa delle elezioni politiche del 2023, siamo già in tempi di campagna elettorale. E nessun partito vuole avere sulla coscienza una manovra di lacrime e sangue inflitta contro Mps, banca considerata ormai disastro di Stato.
In un articolo degli ultimi giorni, sempre Il Messaggero ha ricordato però le pecche di Bastianini, tanto lodato dalla politica, ma deludente per l’Unione europea. Intanto, la nota dolente è appunto quel parametro del cost/income, “che è l’indicatore chiave dei risparmi” e che presenta “un gap enorme”.
Come ha scritto venerdì scorso Rosario Dimito, “oggi (quel valore) è del 70%, in base all’accordo del 2017 avrebbe dovuto ridursi al 50,6%). Inoltre, il quotidiano romano ha scritto che “entro il 2021 Mps avrebbe dovuto ridurre i dipendenti a circa 20 mila mentre oggi sono più di 21.000; mentre i ricavi, stimati in 4,2 miliardi, sono circa la metà”. Insomma, al manager dimissionario -promosso dai politici – vengono contestati “mancati tagli di oltre 4 miliardi”. E che dire dei nuovi re
Oggi, il giorno della verità e dell’inizio di una nuova era per Siena.
Venerdì scorso, stando a quanto riportato da un articolo di Reuters, Lovaglio sarebbe stato già scelto dal comitato nomine per sostituire Guido Bastianini. Sempre Reuters ha scritto che, “con Bastianini riluttante a dimettersi, il Cda odierno di Monte dei Paschi dovrebbe revocargli le deleghe, secondo le fonti. Per liberare un posto nel board per l’amministratore delegato, venerdì la consigliera Olga Cuccurullo ha rassegnato le dimissioni”.
Riguardo ai risultati di bilancio che saranno snocciolati tra qualche ora, il consensus prevede un utile a tre cifre per l’intero 2021.
Il consensus di FactSet stima in particolare un utile netto di 226 milioni di euro rispetto al rosso di 1,688 miliardi del 2020; Equita SIM prevede invece un utile netto superiore, pari a 359 milioni, relativo all’anno scorso.
Per il quarto trimestre del 2021, la previsione della SIM milanese è di una perdita di 31 milioni di euro, rispetto alla perdita netta di 150 milioni di euro del quarto trimestre del 2020.
FactSet stima inoltre un total income nel 2021 di 3,010 miliardi dai 2,917 miliardi del precedente esercizio e i 2,978 di Equita SIM, che per il quarto trimestre del 2021 presenta un outlook sul total income pari a 712 milioni.
Il margine di interesse del 2021 è previsto da FactSet a 1,211 miliardi, in calo del 6% su base annua, e a 1,315 miliardi da Equita SIM, in flessione su base annua del 5%.
Per il quarto trimestre il margine di interesse è stimato da Equita a 341 milioni, in ribasso del 4% rispetto ai 355 dello stesso periodo del 2020.