Mps e l’aumento di capitale: le prossime pietre miliari. Mentre UniCredit vivrà 100 giorni di fuoco
Presentato il piano strategico 2021-2025, ora Mps dovrà attivarsi per rispettare altre scadenze, in primis quella del prossimo 19 gennaio, data entro cui dovrà stabilire come articolare l’aumento di capitale da 2-2,5 miliardi.
La ricapitalizzazione, che sarà la settima degli ultimi anni, pone infatti un interrogativo: in che modo avverrà la sua sottoscrizione? In teoria il Tesoro, che è azionista di maggioranza con una quota del 64% nel capitale della banca senese (scesa dal precedente 68% circa, a seguito della scissione degli NPL di Amco), dovrebbe partecipare all’aumento di capitale con una quota di 1,5 miliardi di euro.
Ai privati toccherebbe sottoscrivere il resto. Tuttavia, a conferma di come il diktat fusione, M&A con un’altra banca, sia prioritario, il Corriere di Siena ha ricordato che “solo in un’operazione di fusione che lo vedrà in qualche modo uscire o diluirsi – in base alla normativa Ue sugli aiuti di Stato – il socio pubblico (ovvero il Mef, il Ministero dell’economia e delle finanze) potrà essere autorizzato a versare altri soldi in Mps. Il destino potrebbe essere segnato, in questo senso, il 19 gennaio 2021, quando verrà stabilito come trovare i 2-2,5 miliardi di patrimonio che mancano”.
Nel frattempo, l’articolo scrive che “in queste settimane il Tesoro (che continua secondo indiscrezioni a volere l’opzione UniCredit) ) punterà ad accelerare la combinazione di Mps con un’altra banca“.
Altra scadenza che pende sulla testa di Mps come una spada di Damocle è quella del 31 gennaio, data entro cui Monte Paschi di Siena dovrà fornire alla Bce un piano più dettagliato, in relazione sempre all’aumento di capitale. Intanto, il Corriere di Siena ricorda che, in questo momento, l’istituto ha perdite oltre un terzo del capitale” e che “al 31 marzo 2021 Mps sarà “corto” di capitale per 300 milioni; al 1° gennaio 2020, per 1,5 miliardi”. Tutto questo, a fronte di altri 2.670 esuberi previsti nel piano strategico.
UniCredit deciderà di salvare Mps? I prossimi 100 giorni decisivi
Riguardo all’unica banca che potrebbe accollarsela, stando alla situazione attuale, ovvero a UniCredit, il Corriere economia presenta i 100 giorni decisivi, tra vertici e fusioni, mettendo in evidenza anche la centralità del tema dei dividendi, dopo la decisione della Vigilanza bancaria della Bce di scongelare lo stop alle cedole (con tanto di restrizioni, tra cui un tetto massimo).
Per Piazza Gae Aulenti, in generale i prossimi 100 giorni saranno cruciali:
“Da qui al 15 aprile il colosso dovrà declinare un nuovo modo per interpretare il proprio futuro, con copione e attori nuovi – scrive Stefano Righi – Si cambierà presidente (con l’ingresso ufficiale dell’ex ministro dell’economia Pier Carlo Padoan) e amministratore delegato (dopo l’annuncio di Jean Pierre Mustier di lasciare le redini della banca alla scadenza del suo mandato, per non aver detto sì alla mela avvelenata); si cambierà soprattutto, nella volontà di molti azionisti e di diversi consiglieri, la visione sul mercato italiano e sul modo di fare banca, con un ritorno di attenzione verso la banca tradizionale, senza però annacquare la leadership in alcuni settori come il Corporate and investment banking (Cib), dove UniCredit è tra i grandi player europei del mercato”.
Riguardo alla questione dei dividendi, è atteso un consiglio di amministrazone straordinario che potrebbe essere convocato “forse già prima di Natale”.
L’articolo ricorda che UniCredit chiuderà il 2020 in rosso per circa un miliardo ma, visto che l’esercizio non è ancora concluso, “dovrà fare i conti in prospettiva e poi proporre alla prossima assemblea un dividendo che verrà pagato ai soci in aprile”. Non è escluso, ovviamente che, pur non presente nell’ordine del giorno, il consiglio affronterà nella sua riunione pre-natalizia anche la questione di un eventuale matrimonio con Mps e l’era post Mustier.
Prossime tappe per UniCredit saranno poi le seguenti:
- 14 gennaio è la data della riunione del cda in cui si sceglierà il nuovo amministratore delegato.
- il 10 febbraio UniCredit toglierà il velo sui conti del quarto trimestre e della chiusura dell’anno 2020.
- Il 25 marzo giorno clou per la governance, con la presentazione delle liste degli amministratori per il triennio successivo, “visto che il consiglio di amministrazione in carica decadrà con l’approvazione del bilancio 2020”. E sarà allora che Pier Carlo Padoan sarà eletto presidente. Tutto, in vista del centesimo giorno, quello del 15 aprile.
- Il 15 aprile l’assemblea degli azionisti di UniCredit approverà il bilancio ed eleggerà il nuovo cda. I rumor parlano di una nuova UniCredit che tornerà a concentrarsi, nell’era post Mustier, sull’Italia, di conseguenza sulla banca retail.
Nell’attesa che UniCredit e anche Mps scoprano le loro carte, la settimana di contrattazioni inizia nel peggiore dei modi a causa dell’alert sulla variante Covid, che sta affossando anche le borse europee.
Alle 10 ora italiana circa UniCredit cede il 2,5% circa; Mps -0,65%; Bper -2,51%, Intesa SanPaolo -2,71%, Banco BPM -1,68%, Credito Valtellinese -1,04%, Pop Sondrio -1,65%.