Moda & Lusso: il 70% dei fondi investirà nel settore quest’anno. Ecco perché
Gli investitori non rinunciano al lusso. Sebbene la pandemia da Covid abbia pesato sul settore della moda e del lusso e il suo effetto negativo sarà evidente anche nei prossimi mesi, gli investitori rimangono attratti da questo comparto, tanto che il 70% ha dichiarato che continuerà a investirci. La ragione? Guardando a un orizzonte temporale più lungo, le prospettive di crescita non mancano e nemmeno possibili nuove tendenze, a cominciare dal Digital Luxury. E’ ciò che emerge dal Global Fashion & Luxury Private Equity and Investors Survey 2020 di Deloitte.
L’interesse nel settore Fashion & Luxury rimane alto
Secondo quanto emerso dal sondaggio Deloitte, il 70% dei fondi sta valutando un investimento nel settore Fashion & Luxury nel 2020, con un notevole interesse verso Abbigliamento & Accessori, Cosmetica & Profumi e Lusso Digitale. L’interesse in queste categorie è aumentato rispetto all’anno precedente, soprattutto per quanto riguarda i beni di lusso digitali (+53%).
Si prevede che l’andamento delle vendite dei segmenti abbigliamento, orologi e gioielleria, yacht e jet privati rimarrà stabile, mentre cosmetica & profumi e arredamento vedranno una crescita. Il Digital Luxury sarà il settore caratterizzato dal maggior incremento, grazie anche ad un effetto positivo derivante dalla pandemia. Meno attraenti invece i segmenti automobili, hotel, ristoranti e crociere a causa dell’impatto del Covid, che potrebbe essere più duraturo. Gli investitori si aspettano che i mercati Asia e Middle-East recupereranno più rapidamente dopo il coronavirus, con una crescita del settore Fashion & Luxury. Europa e America Latina dovrebbero invece soffrire di più, mostrando debolezza nei prossimi anni.
“Anche in quest’anno difficile, l’industria del lusso continua ad essere un terreno fertile per gli investitori. Dopo il Covid-19, il 70% degli investitori continuerà ad investire nel mercato del lusso, che vedrà Abbigliamento & Accessori, Cosmetica & Profumi e il Lusso Digitale come i settori più attraenti. In particolare, il Digital Luxury è un settore su cui si concentreranno buone opportunità di investimento per il prossimo anno, mentre lo store classico evolverà da point of sales a point of touch, a riprova dell’importanza delle vendite online per il mondo del Private Equity”, afferma Elio Milantoni, partner Deloitte.
Prospettive: il mercato del lusso crescerà tra il 2 e il 2,5% l’anno
Dopo il calo nel 2020 dovuto all’impatto del Covid-19, le vendite del settore dei beni di lusso personali dovrebbero crescere del 10% tra il 2019 e il 2025 (ovvero una crescita annua del +1,9%). Gli altri segmenti del lusso subiranno inizialmente un impatto della pandemia maggiore, ma le vendite cresceranno entro il 2025 del 20% (crescita annua del +2,4%), registrando una ripresa più rapida e robusta. Le proiezioni di mercato prevedono che Hotel di lusso, Crociere, Orologi & Gioielleria e Arredamento saranno i settori più colpiti dalla pandemia, mentre Cosmetica & Profumi e Jet privati saranno i meno impattati. In termini di velocità di recupero post Covid-19, Hotel di lusso, Abbigliamento & Accessori e Cosmetica & Profumi beneficeranno della riapertura delle frontiere e della maggiore attenzione alle vendite online. Nel settore dei beni di lusso personali, il mercato prevede che l’Europa e le Americhe subiranno una contrazione della domanda più forte, con un calo delle vendite atteso tra il 30 e il 40% e tempi di recupero previsti tra i 12 e i 18 mesi.
Le strategie maggiormente adottate per superare la crisi saranno il focus sui canali di distribuzione online, il marketing, la promozione digitale e la sostenibilità ambientale. La pandemia di Covid-19 accelererà l’adozione di tecnologie innovative. Big Data & Analytics, Intelligenza Artificiale (AI) e Internet of Things (IoT) consentono infatti alle aziende di stare al passo con la clientela virtuale. Le società di lusso sono alla ricerca di startup/società digitali per sfruttare eventuali sinergie. La penetrazione digitale porterà anche a rivoluzioni fisiche: lo store classico evolverà inevitabilmente da punto di vendita a punto di contatto. Il 57% degli intervistati nel 2020 investirà in tecnologie disruptive, come Internet of Things, Big Data & Analytics e Intelligenza Artificiale.