Mercato auto ancora in panne in Europa ad aprile. Ripartenza minata ancora da crisi chip, conflitto, inflazione ed effetti pandemia
La ripartenza del settore automobilistico europeo sembra allontanarsi ancora. Anche ad aprile sono i cali a doppia cifra a dominare, con una situazione di debolezza che riguarda tutti i grandi mercati europei dell’auto (Italia compresa). I dati diffusi stamattina dall’associazione europea Acea indicano ad aprile che le autovetture immatricolate sono state 830.447 con una flessione del 20,2% su aprile 2021 e del 38,3% sull’ultimo mese di aprile precedente la pandemia, cioè su aprile 2019. Una debolezza registrata anche nel primo quadrimestre dell’anno: rispetto allo stesso periodo del 2021 vi è stato un calo del 13%, mentre rispetto allo stesso periodo del 2019 il calo è del 34,7 per cento.
Le cause, comuni a tutti i grandi mercati
Dalla pandemia con i suoi effetti dai lockdown alle limitazioni sul lavoro, sulla vita sociale e sulla mobilità alla crisi dei microchip, ma anche il ritorno dell’inflazione e l’impatto psicologico della guerra in Ucraina, con l’effetto tangibile della stessa guerra sulle forniture alle case automobilistiche. Queste le principali cause dello stop del settore dell’auto mess in luce dal Centro Studi Promotor (CSP) che cita anche i rincari dei prodotti energetici e in particolare di benzina e gasolio, l’impatto negativo per i paesi occidentali delle sanzioni alla Russia e l’elenco potrebbe continuare.
“A tutto questo si aggiunge – afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – che non si vede al momento in ambito europeo quali specifici provvedimenti si intendano prendere per sostenere un settore strategico per l’economia dell’area come quello dell’automobile”. In Italia qualche cosa si è fatto adottando sia nel 2020 che nel 2021 incentivi per sostenere la domanda con effetti positivi, ma contenuti. Anche nel 2022 il Governo italiano ha previsto incentivi che saranno operativi dal 25 maggio e che, secondo le stime del CSP, potranno determinare circa 200.000 immatricolazioni aggiuntive. “Un risultato apprezzabile, ma assolutamente insufficiente se si pensa che proiettando il dato dei primi quattro mesi sull’intero 2022 – spiega CSP – si ottiene un volume di immatricolazioni di 1.117.000 unità, che diventeranno 1.317.000 con gli incentivi di cui si è detto, un livello lontano anni luce dai quasi 2.000.000 di immatricolazioni del 2019.
Tra le principali case automobilistiche, cali a doppia cifra per le vendite di Stellantis in Europa ad aprile. Nel dettaglio, le autovetture immatricolate dal gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa nell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) sono state pari a 155.861, in flessione del 31%, con una quota di mercato che è scesa dal 21,7% al 18,8 per cento. Tra le big VW ha chiuso il mese di aprile con una contrazione del 28% e una quota di mercato in discesa al 24,1%, mentre Renault ha visto una flessione delle vendite pari al 16,3 per cento. Tra i segni positivi Hyundai Group, con vendite in crescita del 13,2 per cento.