Mercati: ottimismo agli sgoccioli. Maggiori incertezze dal Covid e dai rischi politici USA
Dopo il recente rally, un periodo di consolidamento potrebbe essere alle porte e le incertezze sull’evoluzione della pandemia e la crescente attenzione sui rischi politici negli USA potrebbero mettere fine alla fase positiva. Così gli analisti di Anima nel flash di luglio, secondo cui rimangono incertezze circa la sostenibilità della ripresa per il IV trimestre di quest’anno, dal momento che l’attuale recupero risulta trainato più dagli sviluppi sul lato dell’offerta, che non dal fronte della domanda, il che suggerisce che le pressioni sui prezzi siano destinate a rimanere contenute.
Incertezza sulla ripresa nel quarto trimestre
La fase positiva dei mercati ha visto una battuta d’arresto nella seconda decade di giugno, quando l’aumento dei casi di Covid-19 in alcuni fra gli Stati americani più popolosi (California, Florida e Texas). Nel dettaglio, l’aggravarsi della crisi sanitaria in America Latina e l’allarme per nuovi focolai in Cina e Germania hanno riportato incertezza in merito all’evoluzione della pandemia e alle sue implicazioni sulla ripresa economica. Ma l’evoluzione dell’emergenza sanitaria non rappresenta l’unica fonte di incertezza nel futuro prossimo dicono gli esperti di Anima. Al Congresso USA è sempre più acceso il dibattito sull’opportunità di prorogare alcuni programmi di sostegno al reddito e tutela dell’occupazione prossimi alla scadenza, anche alla luce della necessità di sovvenzionare una pluralità di stati ed enti locali sull’orlo del fallimento.
Italia: futuro prossimo legato al Recovery Fund
Guardando all’Italia, dopo il periodo di lockdown forzato, nella cosiddetta “Fase 2”, – in Italia così come nel resto del mondo – in prospettiva, i maggiori beneficiari della situazione attuale risultano essere i settori più esposti ai temi legati agli investimenti strutturali individuati dal Recovery Fund e che, nel breve, si dimostrino resilienti ad affrontare un contesto di distanziamento sociale: in primis, il settore tecnologico, che trarrà vantaggio dalla straordinaria accelerazione del processo di digitalizzazione e il settore delle telecomunicazioni, che dovrebbe beneficiare della maggiore percezione della strategicità di un’infrastruttura che garantisca una connettività efficiente.
Inevitabile, poi, un incremento della spesa sanitaria, sia per gestire la fase di emergenza che, in futuro, per “assicurarsi” dal rischio che possano ripetersi episodi analoghi. “Prudenza sulla parte più ciclica del mercato (industriali, lusso), in quanto crediamo che la ripresa dell’economia rimarrà soggetta a vuoti d’aria che esigono tatticismo nella loro gestione” continuano gli esperti. Gli investitori hanno reagito con entusiasmo alla fine del lockdown e alle notizie di politiche fiscali e monetarie espansive; tuttavia, la velocità e la dimensione del rimbalzo (circa 30% dai minimi del 16 marzo) ci spingono a ritenere che da qui in avanti si possa attendere una fase più riflessiva in attesa di conferme sulle modalità di implementazione del “Recovery Fund” e di maggiore visibilità sulla tipologia della ripresa. Confermato infine un approccio cauto in termini di esposizione complessiva del portafoglio.