Mercati: i 3 possibili scenari economici del prossimo futuro
L’andamento della pandemia dal Covid nel mondo, con una seconda ondata già in atto e l’ombra di nuove misure restrittive che si allunga, insieme alle prossime elezioni negli Usa (con l’election day dietro l’angolo) e il tira e molla nei negoziati tra Democratici e Repubblicani su un nuovo possibile stimolo fiscale in arrivo sempre dagli Stati Uniti, sono gli elementi principali che continuano a guidare i mercati. Tre gli scenari macroeconomici che si potranno delineare nel corso dei prossimi cinque anni e a delinearli è Peter van der Welle, Strategist Global Macro team, di Robeco.
I tre scenari di Robeco per i mercati
Nello scenario di base, ‘Finanziatori fiscali credibili’, la ripresa post-pandemia inizia in maniera diseguale, dal momento in cui il divario esistente tra i settori tecnologici con un basso grado di servizi in presenza ed i settori che non possono far leva su un’ulteriore digitalizzazione si amplia ulteriormente. L’analista di Robeco prevede che i settori che offrono servizi in persona recupereranno in modo significativo dopo il 2022, poiché i vaccini anti Covid-19 saranno in grado di garantire l’immunità di gregge, consentendo una ripresa meno frammentata e asincrona. Alla fine del 2025, la crescita riuscirà a raggiungere il trend di lungo periodo, mentre l’inflazione nei mercati sviluppati aumenterà fino al 3% negli Stati Uniti entro il 2025.
Nello scenario ottimistico, ‘Una ripresa che riecheggia quella degli anni ’70’, la crescita economica mantiene lo slancio dopo il rimbalzo iniziale del 2021. La prima fase, che risolve la crisi sanitaria, ha maggiore successo. Nel 2021 vengono messi in circolazione diversi vaccini efficaci contro il Covid-19 ed il virus non muta le sue cellule di base, consentendo a tali vaccini di rimanere efficaci più a lungo. In termini di sostegno immediato post-crisi, si evita il cosiddetto “fiscal cliff” (o precipizio fiscale), senza ritardo significativo tra la scadenza dei provvedimenti a favore della liquidità presi dal governo e l’instaurarsi di una ripresa in grado di auto-alimentarsi, generando flussi di cassa. Questa fase viene gestita meglio rispetto al caso base, poiché l’esempio europeo dell’adozione di misure preventive mirate a mantenere i lavoratori occupati più a lungo viene adottato su scala più larga. In questo scenario le banche centrali iniziano a valutare un aumento dei tassi prima rispetto al momento previsto nello scenario di base, con la Fed che avvia un nuovo ciclo di restringimento monetario entro il 2023, quando l’inflazione core statunitense si avvicina al 3,5%.
Infine nello scenario pessimista, ‘La grande stagnazione da Covid-19’, le crepe nell’economia globale diventano sempre più ampie e la pandemia è a malapena tenuta sotto controllo, con battute d’arresto nella ricerca di un vaccino a causa di mutazioni inaspettate del virus. La distribuzione di un vaccino efficace viene quindi ritardata fino al 2022. Gli attori economici rimangono in modalità di crisi, mentre nel tira e molla tra lockdown e riaperture il primo sembra essere favorito. Il kit degli strumenti di sostegno si esaurisce, e si prospetta un fiscal cliff prima che si
possa avviare una ripresa autosufficiente.