Mercati, dalle materie prime ai beni rifugio preferendo gli Usa all’Europa: la view di Amundi
Materie prime, beni rifugio, tanta prudenza e un’attenzione particolare alle prospettive di crescita dei mercati americani. Questo in buona sostanza l’approccio agli investimenti da attuare in questa fase così incerta e volatile secondo Francesco Sandrini, Head of Multi-Asset Strategies di Amundi.
“I mercati finanziari e il quadro economico sono influenzati al momento da tre forze: l’inflazione e le aspettative di crescita, le risposte (fiscali e monetarie) dei politici a questi fenomeni e l’evoluzione del panorama geopolitico. Prevediamo che le prime due forze saranno influenzate in modo crescente dalla terza, e che quindi diminuirà la visibilità generale sulle future direzioni economiche – afferma l’esperto – Nonostante i recenti segnali di stabilizzazione, non è quindi il momento di rientrare aggressivamente sul mercato; nel frattempo gli investitori dovrebbero focalizzarsi sulla liquidità e sulla diversificazione (al punto da includere l’oro e le materie prime tra gli altri attivi) e rimodulare la loro esposizione tenendo d’occhio le opportunità relative value. Inoltre, le coperture e le valute dovrebbero essere i pilastri chiave dei portafogli, con una focalizzazione sui rischi politici e sui flussi di investimento verso strumenti finanziari più conservativi”.
“Nel complesso rimaniamo neutrali sulle azioni, ma siamo alla ricerca di opportunità relative value – prosegue Sandrini – Stiamo diventando più costruttivi sugli Stati Uniti rispetto all’Europa. Il forte impegno della Fed contro l’inflazione nel breve termine sta causando un appiattimento della curva che dovrebbe andare a beneficio del mercato USA, comprese alcune aree dei titoli Growth. Di conseguenza abbiamo implementato un approccio coerente alla selezione attiva, riducendo in questa fase la nostra propensione per i titoli Value. Visti i maggiori rischi di un indebolimento della dinamica degli utili in Europa è necessario avere un atteggiamento più prudente nella regione. Per quanto riguarda i mercati emergenti, rimaniamo neutrali, e abbiamo assunto una posizione neutrale anche sulle azioni cinesi vista la situazione eccezionale di volatilità e i rischi di altri lockdown”.
“Manteniamo una view complessivamente prudente sulla duration, ma ora siamo dell’idea che i titoli di Stato tedeschi potrebbero beneficiare dei flussi di investimenti alla ricerca di porti sicuri e dei timori per la crescita economica in Europa derivanti dal conflitto Ucraina-Russia – dice sull’obbligazionario – Tuttavia, il cambio di rotta del governo tedesco, che di recente ha deciso di incrementare le spese militari, sta aumentando le proiezioni sul fabbisogno di finanziamenti. Lo Stato tedesco potrebbe quindi emettere maggiori quantità di bund e di conseguenza si avrebbe un rialzo dei rendimenti. Stiamo quindi seguendo con attenzione la situazione e rimaniamo flessibili. Riguardo al debito periferico, manteniamo la view positiva sui BTP italiani rispetto al debito tedesco. Pur riconoscendo alcune pressioni sui BTP dovute alla ricerca di strumenti di investimento più sicuri sui mercati, rimaniamo dell’idea che i fondamentali italiani siano solidi in termini di crescita economica (grazie ai fondi NGEU) e di stabilità politica. Per quanto riguarda invece la Cina, se da un lato confermiamo la nostra opinione di lungo termine sui vantaggi offerti dal debito locale in chiave di diversificazione, dall’altro crediamo che questa classe di attività stia incontrando alcune difficoltà dovute alla componente valutaria per via dei rischi di deflussi legati alle tensioni USA-Cina”.
“I principali rischi da monitorare nel 2022 – conclude l’esperto di Amundi – oltre al conflitto tra Russia e Ucraina, sono l’aumento dell’inflazione e le politiche monetarie più restrittive da parte delle banche centrali. Visto il contesto attuale, risulta importante mantenere e adeguare le coperture (oro e derivati) in chiave tattica per proteggere l’esposizione agli attivi rischiosi”.