Kairos presenta market outlook, view gestori per il secondo trimestre: focus su inflazione e Piazza Affari
Kairos raccoglie la view dei Gestori per il 2° trimestre 2021 presentando il proprio Market Outlook sull’andamento delle principali asset class e sui più importanti trend d’investimento.
Guido Brera, Chief Investment Officer e Alberto Tocchio, Head of Mutual Funds di Kairos, fanno il punto della situazione, sottolineando che “il nuovo anno è stato fino ad ora più complesso di quello che si attendevano gli investitori”.
“Durante il 2020 la liquidità è cresciuta per le società appartenenti all’indice MSCI Europe di un 13% – un record – ed anche per questo motivo la ripartenza degli utili è avvenuta in tempi così brevi. A dimostrare ulteriore forza è anche l’alto numero di operazioni M&A annunciate recentemente ed il numero di IPO che ha raggiunto il più alto livello dal 2008. Le società iniziano ad avere maggiore visibilità e questo aspetto è reso evidente dalla crescita degli investimenti e dall’alto numero di buyback annunciati (numero dall’inizio dell’anno superiore a tutti quelli del 2020), oltreché dal rialzo delle stime di dividendo che sta raggiungendo il massimo degli ultimi 14 anni. Da segnalare anche l’aumento degli spin-off, suggerendo che le società si stanno già focalizzando su un’allocazione del capitale più efficiente, monetizzando anche le correnti ricche valutazioni”.
Vengono previsti dati sul consumo Usa molto forti, grazie all’effetto del bazooka anti-Covid lanciato dall’amministrazione Biden, per un valore di $1,9 trilioni.
Sul fronte tassi, e riguardo alla paura dell’inflazione, Brera e Tocchio smorzano i timori che assillano i mercati, confermati soprattutto dalla recente impennata dei tassi decennali dei Treasuries Usa fino all’1,77%.
“Guardando al movimento sui tassi, per quanto piuttosto veloce, stiamo osservando dei livelli che in termini assoluti sono ancora molto bassi ed il movimento è dovuto proprio alla sempre più vicina uscita dalla pandemia e dalla crescita economica prorompente. Si può affermare che i tassi siano cresciuti fino ad ora per ragioni valide e non è di per sé qualcosa di negativo di cui spaventarsi, ma un effetto congruo alla forte risposta dei Governi e delle Banche Centrali”.
E l’America non è l’unica ad aver sforzato vari stimoli fiscali. L’Europa ha, infatti, il suo Recovery Fund:
“un’opportunità storica di implementazione del Recovery Fund per rinnovare quello che viene definito il Vecchio Continente, ma che avrà anche degli sbocchi sociali molto forti grazie alla digitalizzazione, alla conversione ecologica e all’inclusione sociale. Le società europee sono posizionate meglio sia per quanto riguarda l’ESG che in termini di diversity, tutti fattori che aumentano il livello di informazione e grado di trasparenza a vantaggio degli investitori che possono puntare a una finanza sostenibile”.
Detto questo, sull’inflazione Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, spiega che “pur essendoci consapevolezza del fatto che la crescita e (forse) l’inflazione torneranno a scendere l’anno prossimo, il mercato manterrà nei prossimi mesi una continua pressione al rialzo sui tassi”.
In particolare “l’andamento del decennale (Usa) scandirà i tempi del rialzo azionario. La crescita dei ricavi e degli utili sarà tale da assorbire le tensioni sui tassi, ma i tassi decideranno i tempi e i modi delle rotazioni tra i settori azionari. Nei momenti di pressione saranno favoriti i ciclici e le banche, nei momenti di tregua vedremo una ripresa di interesse per crescita e tecnologia. Il rialzo azionario ha ancora a disposizione la gran parte di quest’anno. Solo verso la fine del 2021 si comincerà eventualmente a interrogare sul rallentamento inevitabile della crescita nel 2022″.
“Continuiamo a essere positivi su crediti europei, ciclici, banche, materie prime e Italia. Stabile il Dollaro“, rimarca Fugnoli.
Equity Europa
Federico Trabucco, Portfolio Manager di Kairos, fa notare che “il primo trimestre 2021 si chiude con performance importanti per il mercato azionario europeo. È passato un anno da quando i mercati azionari segnarono i minimi dopo uno dei più veloci bear market della storia: il rimbalzo da allora è stato notevole, grazie anche alla pronta azione di sostegno di Governi e Banche Centrali. Guardando al secondo trimestre si può immaginare una continuazione di quanto visto da inizio anno, ovvero un rialzo degli indici azionari e della performance dei settori finanziari, ciclici e del value“.
Inoltre, per il prossimo trimestre, una salita dei tassi tedeschi a lungo e un’ulteriore performance dei finanziari potrebbero essere due ‘sorprese’ possibili.
In conclusione, il forte rimbalzo delle economie e l’atteggiamento ancora accomodante delle Banche Centrali dovrebbero supportare il ciclo, sorprendere positivamente sugli utili della parte ciclica e consentire al mercato europeo un’ulteriore finestra di buona performance relativa”.
Equity Italia
Dando un’occhiata all’equity dell’Italia, non può non essere menzionato l’effetto Draghi:
“L’annuncio del 2 febbraio da parte del Presidente Mattarella di voler nominare Mario Draghi come possibile Primo Ministro di un governo tecnico di larghe intese, è stato un momento di svolta per i listini italiani che hanno recuperato in fretta tutta la sottoperformance del mese precedente derivante dalla crisi politica e che ora stanno sovraperformando il resto dei mercati europei – sottolinea Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity – In questa prima fase a guidare il rimbalzo di mercato sono state le banche e i titoli finanziari tradizionali che hanno beneficiato materialmente dal restringimento dello spread sotto i 100 punti e in generale dal miglioramento dell’outlook del Paese, che porterà a una rivalutazione del settore, che trattava a forte sconto sul patrimonio relativamente ai competitor europei”.
“Assieme ai finanziari e al settore oil, che sta beneficiando di un prezzo del petrolio che è più che raddoppiato negli ultimi sei mesi – continua Trabattoni – stanno partecipando al rally di mercato i titoli legati al re-opening e più correlati con il ciclo economico e il rialzo dell’inflazione, mentre stanno sottoperformando i titoli growth e le utilities che soffrono la risalita dei tassi e il riposizionamento degli investitori. Inoltre, poiché questa fase di mercato è stata caratterizzata più da flussi di asset allocation che da un vero e proprio stock picking, le small cap stanno sottoperformando rispetto alle società a più larga capitalizzazione. Guardando oltre al primo trimestre, rimangono tre le variabili principali che decideranno l’andamento del mercato italiano per il resto dell’anno:
- La velocità con cui sarà diffuso il vaccino, visto che per raggiungere l’immunità di gregge sembra che almeno il 70% della popolazione dovrà essere vaccinata.
- I tassi d’interesse e l’inflazione, che mentre in Europa non si sono alzati significativamente dai livelli degli ultimi mesi, in America hanno invece cominciato un movimento violento ancora in atto che ha portato il Treasury a 10 anni all’1,65% nonostante i commenti molto accomodanti della Fed.
- I primi convincenti passi in avanti del Governo Draghi verso la messa in atto del Recovery Plan e delle riforme strutturali che il mercato si aspetta.