Italia senza gas russo: i due scenari secondo il governo Draghi
Cosa succederebbe in Italia se la Russia chiudesse il rubinetto del gas? A prevedere i possibili scenari il governo che li ha disegnati nel nuovo Documento di Economia e Finanza in cui, ovviamente causa guerra, il contesto economico è in netto peggioramento.
Italia senza gas russo: i due scenari
Il primo scenario meno drammatico prevede una sostituzione, anche grazie al coordinamento europeo, di buona parte del gas russo da altre fonti. In tal caso però il prezzo del gas raddoppierebbe dai 100 euro a megawattora ai 200 euro tra novembre 2022 e febbraio 2023 e quello dell’elettricità da 250 a 379 euro. Ma il Pil, dice il governo nero su bianco, reggerebbe l’urto perdendo 0,8 punti quest’anno e 1,1 punti il prossimo, mentre l’inflazione salirebbe di 1,2 punti ora e 1,7 punti nel 2023, l’occupazione già dello 0,6 nel 2022 e 0,7 nel 2023.
L’altro scenario prevede che l’Italia non riesca a sostituire il 18% del gas russo quest’anno e il 15% nel prossimo e allora si dovrebbe procedere al razionamento. In tale scenario, i prezzi di luce e gas salirebbero del 10% rispetto al primo scenario e il Pil crollerebbe del 2,3% quest’anno e dell’1,9% nel 2023. In altre parole recessione.
“Noi sicuramente faremo tutto ciò che è necessario per aiutare famiglie, imprese, per preservare il potere d’acquisto dei salari, delle pensioni. Tutto quello che è necessario all’interno, naturalmente, di una cornice di decisioni europee, di equilibrio dei conti. La disponibilità del governo c’è ed è totale” afferma nella conferenza stampa del Consiglio dei ministri. Un discorso sottolinea Gabriel Debach, market analyst di eToro, che rimarca, in un qualche modo, quello del 2012, dove oltre che ai fatti i mercati richiedono anche rassicurazioni e forti intenti. I numeri chiave del quadro programmatico nel Def confermano che l’invasione russa in Ucraina ha di fatto arginato la corsa della crescita italiana, con il primo trimestre dell’anno che si chiude con un Pil in calo dello 0,5%. La crescita tendenziale rallenta al +2,9%.