Notizie Notizie Italia Investimenti immobiliari giù in Italia sotto peso pandemia (-32%). Milano regge: “città calamita” resta ai livelli 2019

Investimenti immobiliari giù in Italia sotto peso pandemia (-32%). Milano regge: “città calamita” resta ai livelli 2019

15 Settembre 2020 14:54

Sono davvero numerosissimi i settori e gli ambiti che hanno subito delle perdite e frenato a causa del coronavirus. La pandemia di Covid-19 e le conseguenti misure di lockdown varate per il suo contenimento hanno inevitabilmente segnato anche l’andamento degli investimenti nel settore immobiliare in Italia nel corso del primo semestre del 2020. Secondo i dati elaborati da Duff & Phelps, il loro valore ha raggiunto i 3,5 miliardi di euro, registrando una significativa contrazione (del -32%) rispetto allo stesso periodo del 2019, quando avevano raggiunto i 5,1 miliardi di euro. In uno scenario incerto si mette in luce Milano viene definita come “città calamita” degli investimenti real estate lungo la Penisola: nel primo semestre 2020, infatti, il capoluogo lombardo ha raggiunto gli 1,8 miliardi di euro, confermando di fatto l’ammontare dello stesso periodo del 2019.

Se si passano in rassegna le diverse asset class si nota come gli impatti siano stati piuttosto differenziati: il comparto uffici ha raccolto più della metà (il 53%) del totale degli investimenti nei primi sei mesi dell’anno, mostrando quindi una sostanziale tenuta, in vista di una fase in cui gli effetti dell’adozione su larga scala dello smart working porteranno a ripensare in modo profondo spazi e organizzazione dei luoghi di lavoro. Una buona performance viene evidenziata anche dalla logistica, spinta dalla significativa crescita dell’e-commerce nel periodo di lockdown, che raggiunge il 16% del valore complessivo degli investimenti. Le flessioni maggiori si evidenziano nei settori maggiormente colpiti dalle misure restrittive, che faticano a trovare spunti di ripresa, come quelli del retail, con una quota del 14% e dell’hospitality, che non va oltre il 12% del totale.

Se si analizza, invece, la provenienza geografica degli investitori, lo studio Duff & Phelps mostra che, nel comparto office, del valore complessivo di 1,8 miliardi di euro nel primo semestre 2020, la parte del leone (il 67%) la fanno quelli domestici, seguiti a distanza dai tedeschi, con una quota del 15% e dagli statunitensi, che rappresentano il 12% del totale. Soffermandosi sul settore logistico, gli investitori italiani e inglesi, entrambi con una quota del 30%, si spartiscono la maggioranza degli investimenti, che raggiungono i 545 milioni di euro, seguiti dagli statunitensi con il 15%. Infine, i 421 milioni di euro del segmento hospitality arrivano per il 61% dall’Austria, seguita dagli investitori italiani con il 18% e da statunitensi e svizzeri, entrambi con il 9%.

Se si allarga lo sguardo a livello europeo, fra i maggiori Paesi, solo la Germania ha fatto registrare un aumento degli investimenti immobiliari nel primo semestre dell’anno, con un progresso del 16% rispetto al 2019. Nelle altre nazioni, le contrazioni vanno dal 10% e 15% rispettivamente di Francia e Regno Unito al -33% della Spagna. Da Duff & Phelps invitano a valutare questi tenendo anche presente che nei vari Paesi europei la curva epidemiologica ha raggiunto picchi in periodi temporali differenti, e comunque con un ritardo rispetto all’Italia.

“Le misure di lockdown hanno sicuramente avuto un’influenza significativa sul comportamento degli investitori e di conseguenza sul livello degli investimenti immobiliari in Italia nella prima metà dell’anno. Questi cambiamenti costringeranno gli operatori a pensare e sviluppare nuovi prodotti, in particolare per i settori residenziale e uffici, in grado di rispondere alle nuove esigenze degli utenti,” commenta Paola Ricciardi, Country Managing Director di Duff & Phelps REAG in Italia.

“Guardiamo però con interesse e cauto ottimismo a quelle asset class che hanno saputo resistere meglio alla tempesta del Covid-19, tra le quali anche lo student housing e il senior living, per una ripresa che, anche se non immediata, potrebbe arrivare nel medio termine. Dà fiducia anche l’assenza di drastiche cancellazioni di operazioni nel corso degli ultimi mesi, pur in un contesto privo di grossi spunti. Infine, il fatto che gli investitori stranieri detengano ancora quote significative di investimenti in diversi comparti, conferma l’attrattività del nostro Paese e completa il quadro degli elementi che rappresentano le leve strategiche su cui fare affidamento per una ripartenza dell’intero settore real estate nazionale.”