Investimenti illiquidi effetto benefico su rendimenti e diversificazione
Se fino a qualche anno fa erano sostanzialmente una nicchia, oggi gli investimenti illiquidi vengono considerati strumenti necessari per aumentare i rendimenti e cogliere opportunità non disponibili sui mercati quotati. Collocati all’interno di un portafoglio diversificato potrebbero migliorare i rendimenti e la diversificazione. Ad affermarlo Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer UBS WM Italy.
Investimenti illiquidi: ritorni superiori ai mercati quotati
Gli investimenti illiquidi come il private equity, le infrastrutture, il credito e gli immobili, a parità di tipologia (capitale, debito ecc.), possono difatti generare ritorni superiori ai mercati quotati e, conseguentemente, la relativa allocazione è cresciuta nel tempo.
I maggiori rendimenti degli investimenti illiquidi sono strettamente connessi ai rischi insiti in questo tipo di investimenti: la difficoltà (talvolta impossibilità) di uscire prima della scadenza, la leva finanziaria che può essere molto elevata, la forte concentrazione su poche società e la minore trasparenza rispetto ai mercati quotati. Inoltre, si tratta di operazioni nelle quali il gestore è coinvolto nei processi decisionali dell’azienda e non si limita quindi a scegliere un titolo sul quale investire ma, acquisendo una quota importante, può influire direttamente sulla gestione dell’asset determinando cambiamenti strategici e operativi.
Inserire una quota di investimenti illiquidi in un portafoglio diversificato, conclude l’esperto, può accrescere i rendimenti attesi, ottimizzare il profilo di rischio e ampliare il raggio di azione. L’illiquidità, d’altra parte, richiede di poter far fronte a qualsiasi esigenza senza smobilizzare il capite investito per molti anni. Si tratta insomma di investimenti che possono dare un buon contributo come componente satellite di un portafoglio diversificato.