Intesa Sanpaolo stupisce con 1,5 miliardi di utili trimestrali, appuntamento in autunno per doppio dividendo
I minori accantonamenti per sofferenze permettono a Intesa Sanpaolo di sfornare utili trimestrali ben oltre le attese del mercato e sulla buona strada per superare ampiamente il target di utile per l’intero 2021.
Il maggior gruppo bancario italiano ha riportato nel primo trimestre dell’anno ha riportato un utile netto pari a 1,516 miliardi di euro, in cresita del 32% rispetto all’utile netto pari a 1.151 milioni nel primo trimestre 2020. Il consensus Bloomberg indicava un utile sotto il muro del miliardo (984 milioni di euro).
Una sponda decisiva al boom di utili sono stati i minori accantonamenti per sofferenze. Intesa si accoda così ad altre big quali Deutsche Bank e Banco Santander SA che a loro volta hanno stanziato meno accantonamenti per crediti dubbi rispetto allo scorso anno in virtù dell’ottiimismo che l’effetto della pandemia sulleconomia sarà più limitato.
A Piazza Affari il titolo Intesa si mantiene in buon in rialzo (+1,43% a 2,341 euro), sostanzialmente in linea con i livelli a cui viaggiava prima dei conti. Alle ore 15 è attesa la conference call del ceo Carlo Messina.
I numeri del primo trimestre
Il risultato corrente lordo è salito del 22,2%, rispetto al primo trimestre 2020; le commissioni nette sono aumentate dell’8,9% rispetto al primo trimestre 2020; i costi operativi sono calati del 2,6% rispetto al primo trimestre 2020; elevata efficienza, con un cost/income al 46,5% nel primo trimestre 2021, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee; costo del rischio del primo trimestre 2021 annualizzato sceso a 35 centesimi di punto, rispetto ai 48 dell’intero anno 2020 escludendo l’impatto delle rettifiche per i futuri impatti di COVID-19 (pari a 49 centesimi di punto).
La banca guidata da Carlo Messina segna una riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, di circa 44 miliardi dal picco di settembre 2015 e di circa 32 miliardi dal dicembre 2017 superando con un anno di anticipo, per circa 6 miliardi, l’obiettivo di riduzione pari a circa 26 miliardi previsto per l’intero quadriennio del Piano di Impresa 2018-2021; lo stock di crediti deteriorati è sceso a marzo 2021, rispetto a dicembre 2020, dello 0,8% al lordo delle rettifiche di valore e del 2,3% al netto. L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a marzo 2021 è stata pari al 4,4% al lordo delle rettifiche di valore e al 2,3% al netto. Considerando la metodologia adottata dall’EBA, loincidenza dei crediti deteriorati al lordo delle rettifiche di valore è risultata pari al 3,5%.
A livello di ratio patrimoniali, il maggior gruppo bancario italiano al 31 marzo 2021, deducendo dal capitale 1.061 milioni di euro di dividendi maturati nel primo trimestre, presenta un Common Equity Tier 1 ratio pari al 14,9%, un Common Equity Tier 1 ratio a regime al 14,4% e il Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime al 15,7%, livello top tra le maggiori banche europee, rispetto a un requisito SREP da rispettare nel 2021 – comprensivo di Capital Conservation Buffer, O-SII Buffer e Countercyclical Capital Buffer- pari all’8,63%, applicando la modifica regolamentare introdotta dalla BCE a decorrere dal 12 marzo 2020, che prevede che il requisito di Pillar 2 venga rispettato utilizzando parzialmente strumenti di capitale diversi da Common Equity Tier 1.
Ottimismo su obiettivi 2021 e doppia razione dividendi in autunno
Intesa ha confermato per quest’anno un obiettivo di profitto “ampiamente” superiore ai 3,5 miliardi di euro. L’istituto di credito ha ribadito che prevede una distribuzione di dividendi aggiuntivi sui guadagni del 2020 una volta che la Bce revocherà le restrizioni sui dividendi.
Oltre ai 694 milioni di dividendi cash per il 2020 da distribuire a maggio 2021, Intesa prevede, subordinatamente alle indicazioni che verranno fornite dalla BCE in merito alle politiche dei dividendi successivamente al 30 settembre 2021, una doppia razione di dividendi:
– a valere sui risultati del 2020, una distribuzione cash da riserve, possibilmente entro la fine del 2021, che aggiungendosi ai predetti dividendi porti al pagamento di un ammontare complessivo corrispondente a un payout ratio pari al 75% dei 3.505 milioni di euro di utile netto rettificato.
– a valere sui risultati del 2021, il pagamento di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell’utile netto, da distribuire in parte come acconto nell’anno in corso (1.061 milioni di euro già maturati nel primo trimestre 2021).