Intesa Sanpaolo: analisti positivi in attesa del nuovo piano
Domani Intesa Sanpaolo diffonderà i conti 2021 e presenterà alla comunità finanziaria il piano strategico al 2025. Il mercato ha premiato il titolo Intesa nelle ultime settimane con un balzo nell’ordine del 20% da inizio anno che ha proiettato il titolo sui massimi dal 2018.
Cosa aspettarsi dal nuovo piano
Le attenzioni degli investitori sono concentrate sulle indicazioni che arriveranno in merito alla politica di remunerazione, dai dividendi e possibili annunci di buyback. Equita SIM stima ricavi in crescita del 3% medio annuo (CAGR) nel periodo 2021-25 raggiungendo i 23 miliardi di euro a fine piano. L’utile operativo è visto salire del 5% medio annuo, raggiungendo nel 2025 i 12 miliardi. L’utile netto adjusted è visto a fine piano a 6,4 miliardi, con una crescita al ritmo del 12% annuo. Infine, il dividendo cumulato 2021-25 è indicato di 104 cents.
Gli analisti fattorizzano solo in minima parte il possibile contributo addizionale da rialzo dei tassi. Intesa gode di una forte sensitivity ai tassi, per cui per 100bps di shift parallelo della curva il beneficio a NII è di circa 30%. I costi operativi sono attesi sostanzialmente flat nell’arco del piano, con il cost/income in miglioramento dal 52% del 2021 al 48% al 2025 – CoR in area 40bps, principalmente in virtù della dinamica dei nuovi flussi.
Per Morgan Stanley la banca guidata da Carlo Messina può migliorare la redditività grazie alla crescita del Vita nel comparto bancassurance; costi più bassi e un costo del credito di 35 punti base potrebbero spingere il ritorno sul capitale tangibile 2024/2025 all’11% pur restituendo il 50% circa della propria capitalizzazione agli azionisti incluso il buy back.
Secondo gli analisti di Societe Generale la strategia futura di Intesa dovrebbe concentrarsi nell’espansione nella gestione patrimoniale e nel settore delle assicurazioni, vagliando possibili operazioni di M&A nel wealth management.
Focus su distribuzione dividendi e non solo
Come detto, particolare attenzione sarà data alla distribuzione del capitale. “Intesa, grazie all’elevata redditività e all’ottima asset quality e dotazione patrimoniale, è nella posizione per offrire una ricca remunerazione agli azionisti. Nelle nostre stime ipotizziamo un payout medio del 75% per una distribuzione complessiva 2021-25 di 20 miliardi di euro (circa 40% della market cap)”, spiegava sempre Equita in una nota diffusa settimana scorsa.
E’ poi aperta la finestra relativa all’introduzione di un buyback. Ipotesi che gli analisti non escludono in quanto fornirebbe alla banca la possibilità di distribuire una parte dell`excess capital con spazio per la distribuzione di ulteriori circa 6 miliardi senza considerare la generazione organica di capitale. BofA, che indica Intesa come sua top pick bancaria in Europa, si attende la politica dividendi con payout al 70% e non esclude l’introduzione di un generoso piano di buyback.
Barclays, che ha in Intesa il suo titolo preferito tra le banche italiane (rating overweight e target price a 3,1 euro), rimarca come il gruppo abbia una riserva di capitale di più di 500 punti base e nei prossimi anni dovrebbe essere in grado di restituire il 100% degli utili (di cui almeno l’attuale 70% è in dividendi) ovvero circa 21 miliardi di euro di ritorno in conto capitale. “Osservando i principali temi del settore, i rendimenti di capitale, l’andamento dei costi, ma anche la potenziale sensibilità ai tassi, Intesa Sanpaolo è posizionata molto bene nel contesto sia italiano che europeo”, osserva Barclays.
Intesa nel 2021 ha distribuito una tripla cedola: oltre a quella classica di primavera, il 20 ottobre la banca guidata da Carlo Messina ha staccato 0,0996 euro per azione e il 22 novembre altri 0,0721 euro come acconto per il 2022.
Analisti dicono buy
Tra gli analisti monitorati da Bloomberg il 71% dice buy su Intesa, il 29% è old, mentre nessuno dice sell.
Sempre domani ci sarà il release sui conti relativi all’intero 2021. La preview di Akros indica un utile netto di 4,1 miliardi di euro e, sulla base del 70% di payout, un dividendo di 0,15 euro per azione, di cui circa metà già pagato lo scorso novembre. I ricavi totali sono previsti a 20,6 miliardi, ossia l’1,2% in più rispetto all’anno fiscale 2020 su una base comparabile in conseguenza di una diminuzione del 4,6% del margine di interesse a 7,9 miliardi e un calo del 5% dei ricavi da trading a 1,6 miliardi di euro, compensato da un aumento del 9% delle commissioni a 9,5 miliardi grazie ai forti afflussi nell’asset management. Akros vede i costi operativi ridursi dello 0,7% a/a al di sotto degli 11 miliardi di euro grazie all’integrazione delle filiali ex UBI.