Intesa SanPaolo: derisking con meno NPL e più wealth management. Carlo Messina preannuncia punti cardine nuovo piano
Derisking, con ulteriori riduzioni degli NPL, e più investimenti nel wealth management. In occasione del 126esimo consiglio nazionale del sindacato Fabi, il principale sindacato dei bancari, il numero uno di Intesa SanPaolo, Carlo Messina, ha anticipato quelli che saranno i punti cardine del nuovo piano strategico 2022-2025, che sarà presentato dalla banca a febbraio. Reazione positiva del titolo, per cui gli analisti intervistati da Bloomberg intravedono un potenziale di rialzo fino a +25%.
Sul fronte dividendi, vale la pena di ricordare come possano ritenersi soddisfatti gli azionisti dell’istituto: Intesa ha infatti distribuito una tripla cedola quest’anno; oltre a quella classica di primavera, il 20 ottobre la banca guidata da Carlo Messina ha staccato 0,0996 euro per azione e il 22 novembre altri 0,0721 euro come acconto per il 2022.
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Nel prossimo piano industriale di Intesa Sanpaolo, ha detto il ceo, “accelereremo sulla riduzione del portafoglio degli Npl, per poter diventare una delle migliori banche d’Europa“.
“Il tema del derisking sarà una delle componenti importanti del nostro piano”, ha aggiunto il numero uno di Intesa, rimarcando l’importanza che le banche, in generale, si liberino della zavorra rappresentata dai crediti deteriorati (Npl).
“I gruppi bancari hanno bisogno di ridurre al minimo i rischi dell’attività e a questo stiamo lavorando (…)Si tratta di una necessità indispensabile, perchè la dinamica prospettica non deve trovare nella qualità del credito un cancello che impedisca di trasformare le dinamiche di ricavi e costi in utile netto”.
L’altro pilastro attorno a cui ruoterà il prossimo piano di Intesa SanPaolo è il settore in cui la banca ha confermato di saper eccellere: quello del wealth management. Wealth management che tra l’altro, ha sottolineato l’AD, è anche un fattore che blinda la presenza delle persone fisiche nelle filiali, tutelando dunque l’occupazione.
“Rafforzeremo il wealth management in cui oggi siamo leader in Europa, investiremo ancora di più”, ha detto Messina, precisando per l’appunto che “esistono comparti come il wealth management, l’assicurazione, il risparmio gestito, in cui è fondamentale la presenza di filiali fisiche, di persone di qualità e fiducia”.
D’altronde, “avere patrimoni affidati da clienti è basato sulla fiducia nella banca”. Si tratta così di “un mondo” che “rimarrà non toccato significativamente dal digitale e verrà potenziato come presenza fisica sul territorio“.
Detto questo, certo è che il digitale sarà l’altro target a cui Messina & Co. continueranno a puntare. E che di per sé renderà meno necessaria la presenza di filiali e persone fisiche. Ma Messina non ha affatto intenzione di preannunciare una emorragia di posti di lavoro. Tutt’altro: fermo restando che “l’elemento del digitale comporterà una riduzione degli sportelli retail”, visto che sempre “meno famiglie vengono in filiale”, “individueremo soluzioni dignitose per le persone che possano essere coinvolte nella generazione di valore della banca”.
Fornite dal manager rassicurazioni chiare sul fatto che “nel nostro gruppo non ci saranno ulteriori necessità di uscite di persone“. Anzi, “grazie agli accordi fatti con i sindacati assumeremo 4.600 giovani con il nostro piano d’impresa”.
Carlo Messina non ha parlato tuttavia ‘soltanto’ dei piani della sua banca, ma anche di banche italiane ed europee: nel caso delle prime sottolineando come anche per esse, come settore nel complesso, sia necessario continuare a tagliare gli NPL, ovvero i crediti deteriorati; nel caso delle seconde, riproponendo la questione delle dimensioni, che rimangono troppo contenute, soprattutto in termini di valore di Borsa:
“Esiste un problema di dimensioni delle banche europee, il cui valore di Borsa aggregato non fa quello di Jp Morgan: da operatori che decidano di puntare su aggregazioni in Europa potrebbero quindi derivare elementi di minaccia strategica per il futuro”. Messina ha spiegato a tal proposito che la trasformazione dell’operatività di una banca in termini di valore di Borsa rappresenta una condizione di indipendenza.
Intesa SanPaolo, Messina: no carriera politica, il mio futuro ancora per molto qui
Oltre al futuro della banca, come vede Messina il proprio futuro?
Rimarrà amministratore delegato di Intesa SanPaolo ancora per molto? “”Finché le persone della banca e gli azionisti mi vedranno ancora come capo azienda, vedo il mio futuro ancora per molti anni in Intesa Sanpaolo, ha detto lui stesso. Se poi le energie saranno minori mi vedo più a occuparmi di temi sociali su schemi simili a quelli delle fondazioni, non certo in una carriera politica. Parlo però del medio lungo periodo, io voglio ancor afare l’amministratore delegato di Intesa dove siamo fortunati ad avere azionisti internazionali affezionati alla banca e fondazioni con un approccio medio lungo periodo. C’è la possibilita’ per molti anni ancora di fare il lavoro insieme”.
Non poteva non mancare un commento sull’Italia:
“Solo se il Paese sarà in grado di accelerare sulla crescita potremo riassorbire la povertà e le diseguaglianze, che sono un problema ancora più grande del debito pubblico. Dobbiamo garantire che attraverso posti di lavoro dignitosi la crescita possa riassorbire le disuguagliane e Intesa e’ un modello di funzionamento per tenere l’inclusione all’interno della crescita”. E ovviamente Intesa SanPaolo continuerà a fare rima con sostenibilità:
Al centro del piano ci saranno infatti anche le tematiche Esg, ha spiegato l’AD, “come elemento qualificante dell’attività della nostra banca” mentre “accelereremo e faremo in modo di aumentare le risorse dedicate” a contrastare la povertà confermando il ruolo di Intesa come “piu’ grande gestore” di risorse per il contrasto alle diseguaglianze.