Interpump: l’acquisizione di White Drive Motors & Steering piace ad analisti e investitori
Sfreccia ad alta velocità il titolo Interpump a Piazza Affari con un rialzo del 6,2% a 50 euro, posizionandosi al primo posto del Ftse Mib. Le azioni hanno toccato un massimo intraday a 50,50 euro, nuovo record per Interpump che vanta in Borsa un +22% da inizio anno e un +76% negli ultimi 12 mesi. A spingere al rialzo le quotazioni l’acquisizione da parte di Interpump della business unit White Drive Motors & Steering da Danfoss. “Questa acquisizione, la più significativa della storia di Interpump, allargherà il catalogo dei nostri prodotti con i motori orbitali e i sistemi di steering, contribuendo a consolidare il nostro ruolo di player globale nell’oleodinamica” ha commentato Fulvio Montipò, presidente di Interpump.
Come si legge nel comunicato della società, “il closing dell’operazione è previsto nel quarto trimestre 2021, a seguito del perfezionamento dell’acquisizione delle attività del settore Hydraulics di Eaton da parte di Danfoss. La Business Unit White Drive Motors & Steering comprende tre stabilimenti di produzione: Hopkinsville (Kentucky, USA), Parchim (Germania) e Wroclaw (Polonia). In aggiunta, è prevista l’acquisizione di tre linee di produzione, provenienti da stabilimenti Eaton Hydraulics negli USA, che verranno spostate presso lo stabilimento di Hopkinsville, e di una linea di produzione in Cina. Il fatturato atteso per il 2021 dovrebbe risultare di poco superiore ai 200 milioni di euro, con un Ebitda nell’intorno dei 45 milioni di euro. Il corrispettivo dell’operazione, che sarà versato in contanti al closing, farà riferimento a un enterprise value quantificato in 230 milioni di euro, più una quota (attualmente stimata in 40 milioni di euro) variabile in funzione dell’Ebitda al closing pro-formato all’intero 2021”.
Il parere degli analisti
L’acquisizione piace ad analisti e investitori. Secondo Equita, che ha rating Buy su Interpump con target price a 50 euro, “si tratta di un deal di dimensioni significative, ma pagato a multipli molto attraenti nonostante la buona redditività dell’asset, probabilmente perché Interpump garantiva rapidità di negoziazione e di esecuzione del deal. Post deal, il leverage dell’azienda rimane molto contenuto offrendo spazio per ulteriore M&A. La buona profittabilità di partenza offre invece probabilmente meno spazio di efficienze. Ipotizzando un livello di D&A simile a Interpump e un costo del debito prudenziale (1%) Equita stima preliminarmente un contributo all’Ebitda 2022 del 12% e dell’Eps superiore al 10%”.
Banca Akros dal canto suo conferma rating accumulate e alza il target a da 47,6 a 52,6 euro. “L’acquisizione è molto importante e altamente sinergica con le altre aziende della divisione Idraulica di Interpump sia dal punto di vista commerciale e sia da quello commerciale”.
Anche Kepler Cheuvreux rivede il suo prezzo obiettivo da 43 a 48 euro, confermando la raccomandazione hold. Per gli esperti tale deal rappresenta “una buona notizia: nonostante la natura del venditore (una grande azienda e non una famiglia) e le dimensioni, il multiplo è di 6 volte l’Ev/Ebitda atteso per il 2021, in linea con il track record di lungo termine”. Gli analisti stimano “ricavi addizionali per il 14%, Ebitda per il 12-13% e Eps per l’11-12%”.
Intesa Sanpaolo infine, che conferma rating add sul titolo, crede che “l’operazione sia pienamente coerente con la strategia di crescita esterna annunciata dal gruppo e dovrebbe continuare ad aumentare il posizionamento di Interpump nel segmento Idraulico”. Sulla base delle sue stime, Isp calcola che “l’acquisizione potrebbe avere un effetto contro-diluitivo di circa il 10% sulle previsioni di Eps al 2022”.