Impasse sul Quirinale non spaventa gli investitori, a prevalere è la convinzione di un finale già scritto
Anche la quinta giornata di votazioni non partorisce un nuovo presidnete della Repubblica. La quinta votazione ha visto l’ennesima fumata nera con Elisabetta Casellati, candidata indicata dal centrodestra, che non è riuscita ad avvicinare il quorum di 505 voti, fermandosi a 382 preferenze. La Casellati, spinta soprattutto dal leader leghista Matteo Salvini, non ha raggiunto neanche i 400 voti, soglia fissata dalla coalizione per riproporla nella votazione successiva. Anche per la sesta votazione in corso si preannuncia un nulla di fatto. Tutto rinviato quindi a settimana prossima con l’emergere di qualche segnale di fumo circa l’apertura di trattative tra i due fronti contrapposti. “Si è aperta una trattativa” con il centrosinistra, ‘vediamo”, ha dichiarato nel pomeriggio la capogruppo Forza Italia al Senato, Annamaria Bernini.
Di contro via Twitter e Facebook la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, è tornata a invocare a gran voce le elezioni anticipate. “L’Italia ha solo un modo per uscire dal blocco creato da certa politica: elezioni subito per dare alla Nazione un governo degno di questo nome. Dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, la parola torni agli italiani”, ha postato la Meloni.
Lo spread non fa una piega
Situazione alquanto ingarbugliata che al momento non sembra impensierire i mercati. Da lunedì ad oggi lo Spread Btp-Bund non ha mostrato veri segnali di nervosismo, con l’unico verso sussulto arrivato a metà settimana, ma dovuto ad altro, ossia alla Federal Reserve e le parole hawkisk di Powell che hanno fatto impennare i rendimenti dei titoli di Stato. Lo spread Btp-Bund si mantiene così in area 132 punti base, in lieve calo rispetto a ieri e sostanzialmente invariato rispetto ai livelli di una settimana fa.
Altra prova di estrema tranquillità sull’Italia è arrivata dall’asta Btp odierna, con domanda sostenuta per i titoli a 5 e 10 anni. Nel dettaglio, sono stati collocati 3 miliardi di euro del BTP a 5 anni (range 2,5-3 mld) con la domanda che ha superato 4,6 mld. Il Btp a 5 anni con scadenza agosto 2026 è stato allocato al rendimento dello 0,50%, in rialzo di ben 31 punti base rispetto all’asta di novembre. In aumento anche il rendimento del Btp a 10 anni (scadenza giugno 2032) passato da 1,03% a 1,39%.
Dietro le quinte c’è il possibile nome vincente
Da cosa deriva tutta questa tranquillità dei mercati davanti all’incertezza dell’esito della partita per il Quirinale? Se a prima vista lo scenario appare ben difficile da decifrare, uno sguardo più distaccato dalla contingenza delle trattative di questi giorni può portare a una fredda analisi tipica dei mercati. L’incapacità di trovare altre soluzioni porta gli investitori a pensare che lo sbocco naturale della disputa sarà il ricorso alla stessa figura che poco meno di un anno fa il presidente uscente Mattarella chiamò per formare un nuovo governo. E’ infatti proprio il nome di Mario Draghi quello che secondo molti è ad oggi il più accreditato per succedere a Mattarella. E come sottolineato da molte case d’affari in questi giorni, è anche la soluzione probabilmente più gradita ai mercati perchè assocurerebbe per altri 7 anni una presenza di spessore in grado di fare da garante contro eventuali nuovi venti di instabilità politica.
E proprio negli ultimi minuti lanci d’agenzia parlano di un incontro segreto in via Veneto tra Salvini e Draghi.
Già in precedenza l’agenzia Bloomberg aveva rimarcato come lunedì prossimo “la ricerca di un successore del presidente Sergio Mattarella andrà avanti con l’aumento delle pressioni per porre fine a un processo che lascia il Paese nel limbo”. L’incapacità delle parti di raggiungere un accordo è vista come un vantaggio per il premier Mario Draghi, che potrebbe trarre vantaggio dal fatto che i candidati alternativi non riescono a creare consenso. Tra le altre soluzioni su cui ragionano i mercati c’è anche quella di un secondo mandato per Mattarella, che rimane un’opzione, anche se il presidente uscente ha più volte segnalato di non essere interessato.
Per gli investitori, il rischio principale è che una crisi politica possa portare a elezioni anticipate che minaccerebbero la capacità dell’Italia di realizzare le riforme e di ricevere oltre 200 miliardi di euro di fondi dell’Unione Europea. E potrebbe portare l’uscita di scena di Mario Draghi.
Come spiegato qualche giorno fa da Credit Suisse, uno scenario del genere, ossia quello di una crisi di governo con elezioni anticipate, potrebbe ad esempio portare a un ruolo più prominente da parte di un partito euroscettico (Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni), andando a incidere sull’agenda politica dell’Italia e sull’impiego dei fondi dell’UE.
A spingere in alto lo spread pottebbero però essere altre dinamiche, a partire dalle mosse della Bce. E in tal senso gli strategist di Societe Generale indicano lo spread Btp/Bund in allargamento nel corso del 2022 spingendosi in area 170 punti base complice la normalizzazione della politica monetaria da parte della Bce.