Il verdetto di Goldman Sachs su UniCredit, Intesa, Bper, BPM e Mps: tutti i rating e i target price
I risultati di bilancio delle banche, relativi al terzo trimestre, sono stati resi ormai noti e Goldman Sachs è pronta a sfornare il proprio verdetto sul settore. Il giudizio è confortante, se si considera che tre sono i buy snocciolati nel report “Local Picture: 3Q lacklustre profitability priced in; capital build key for distribution. Buy UCG, ISP and Bper”: ovvero “La debole redditività del terzo trimestre è prezzata nei titoli. Accumulazione di capitale fattore chiave per la distribuzione (di dividendi) Buy su UniCredit, Intesa SanPaolo e Bper“.
In generale, gli analisti di Goldman Sachs sottolineano di aver apportato poche modifiche alle loro stime sul fatturato, riducendo al contempo l’outlook sui costi e sugli accantonamenti per le perdite sui crediti, con un impatto maggiore previsto soprattutto per il 2021. E’ questo il motivo delle revisioni al rialzo che, in generale, hanno interessato gli eps, ovvero gli utili per azione delle banche, e che sono state importanti in gran parte per i bassi livelli di partenza degli utili del periodo 2020-21″.
Una nota di fiducia è stata espressa sugli annunci sui vaccini anti-Covid (da parte di Pfizer e Moderna), visti come elementi che dovrebbero portare la Bce a dire basta al congelamento dei dividendi e delle operazioni di buyback.
Positiva o debole la performance dei titoli bancari dopo la nota del colosso bancario Usa: Bper balza in vetta al listino con +3,75%, UniCredit debole con +0,12%, Intesa SanPaolo +0,85%, Banco BPM +1,04%, Mps piatta.
Il buy su Intesa SanPaolo è una novità: Goldman Sachs ha annunciato infatti l’upgrade sul rating dal precedente neutral, rivedendo al rialzo dell’11,6% il target price a 12 mesi a 2,40 euro dai precedenti 2,15 euro (il margine di rialzo atteso è così pari a +30% rispetto ai valori attuali).
Quello su UniCredit è stato confermato, a fronte di un target price a 12 mesi che è stato rivisto al rialzo del 3,3% dai precedenti 12,3 a 12,7 euro, con un upside pari al 53%; confermato anche il buy su Bper Banca, con target price aumentato a 2,25 dai precedenti 2,20 euro (+2,3%). Nel caso di Bper, Goldman Sachs intravede così un margine di rialzo di ben +71%.
Tra le altre banche, ribadito il rating “neutral” su Mps, a fronte di un target price tagliato del 10% da 1,50 a 1,35 euro, che implica comunque un upside del 13% rispetto al valore attuale di 1,2 euro; confermato a neutral anche il rating su Banco BPM, con target price migliorato da 1,85 a 1,95 (+5,4%), con un margine di rialzo pari a +7%.
Su UniCredit, Goldman Sachs ha tuttavia tagliato le stime sul fatturato core relativo sia alle commissioni che al margine netto di interesse. Una buona notizia è rappresentata dal fatto che a essere tagliata è stata anche la previsione sugli accantonamenti per le perdite sui crediti, in particolare per il 2021, visto che la banca guidata da Jean-Pierre Mustier sta provvedendo ad effettuare accantonamenti in modo più intenso rispetto alle altre banche italiane, nel corso di quest’anno. Le stime sull’eps del periodo 2020-2024 sono state migliorate in media del 4%: è vero che Goldman Sachs stima utili netti più bassi. Tuttavia ritiene che questi saranno più che compensati da operazioni più massicce di buyback azionari, grazie a stime migliori sul capitale. Gli analisti spiegano il nuovo target price a 12 mesi basato sul rapporto ROTE/COE e pari a 12,7 euro, con un valore M&A di 15,59 euro per azione, ponderato per il 15%, e un valore ROTE-COE di 12,19 per azione, ponderato all’85%.
Nel caso di Intesa SanPaolo, l’outlook sull’utile per azione del periodo 2020-2024 è stato migliorato in media del 7%, tenendo conto dei costi minori attesi e di accantonamenti inferiori. “Abbiamo aumentato anche le nostre stime sui dividendi, con un payout ratio pari al 75% per tutto il periodo preso in considerazione nell’outlook, al fine di riflettere ratio sui capitali riportati più elevati.
Riguardo a Bper Banca, le stime sull’eps del periodo 2021-24 sono state alzate del 7% in media, per riflettere i minori accantonamenti previsti per le perdite sui crediti. “Il nostro eps (earning per share) del 2020 migliora in modo significativo, da una base bassa di redditività. Il risultato è che il target price basato sul ROTE/COE a 12 mesi è stato alzato da 2,20 a 2,25 euro. “Il nostro target sul prezzo incorpora un valore fondamentale ROTE/COE di 1,95 euro ponderato al 70%, e un valore M&A di 3 euro, ponderato al 30%”, si legge nella nota.
Su Banco BPM: “miglioriamo le nostre stime sull’eps del 2020 e del 2021 di un’alta percentuale (127% e 76% rispettivamente), a fronte di un ROTE ancora inferiore all’1,5% nel 2021. Rivediamo al rialzo anche le stime del periodo 2022-24 del 5-10%. Il risultato è che il target price a 12 mesi aumenta da 1,85 a 1,95 euro, incorporando un valore basato sul rapporto ROTE/COE di 1,66 euro ponderato al 70% e un valore M&A di 2,62 per azione, ponderato al 30%”.
Su Mps: “tagliamo le stime sul fatturato e aumentiamo quelle sui costi, riducendo al contempo l’outlook sugli accantonamenti per le perdite sui crediti. Il risultato è che le nostre stime sull’eps del periodo 2022-24 sono state ridotte del 4-8%. Riguardo alle stime sull’eps del 2020 e del 2021 queste sono state riviste lievemente al rialzo. Il target price è abbassato da 1,50 a 1,35 euro, riflettendo il CET1 ratio più basso rispetto a quanto stimato in precedenza, a causa dell’impatto negativo degli accantonamenti per i rischi legali del terzo trimestre del 2020. Il nostro target price incorpora un valore basato sul rapporto fondamentale ROTE/COE di 0,72 euro per azione ponderato al 70% e un valore M&A di 2,73 per azione, ponderato al 30%”.
Nella view dedicata alle banche, gli analisti di Goldman Sachs fanno il punto della situazione, scrivendo che, “rispetto allo scorso anno, il terzo trimestre del 2020 ha indicato una minore pressione sul margine netto di interesse, grazie ai benifici apportati dalle operazioni di TLTRO (lanciate dalla Bce), una crescita moderata dei prestiti, commissioni più basse, la prosecuzione di controlli solidi sui costi e perdite sui crediti più elevate.
Tuttavia, questi trend sono stati meno marcati rispetto al secondo trimestre, grazie all’uscita dal lockdown imposto per arginare la pandemia del coronavirus COVID-19.
Guardando ad alcuni numeri, le commissioni sono scese del 5% su base annua, in flessione in tutte le banche. Le spese operative hanno continuato a calare anch’esse su base annua, al ritmo di -4% in termini aggregati, mentre il margine netto di interesse è sceso del 2,4% su base annua: nel caso di Intesa SanPaolo, Banco BPM e Bper il margine è salito, con la contrazione che ha colpito Mps e UniCredit.
Gli analisti mettono in evidenza il trend al ribasso delle esposizioni lorde NPE, nonostante le misure di lockdown lanciate a marzo. La flessione è stata del 7% su base annua, pari a 2 miliardi su base trimestrale nel caso delle banche su cui Goldman Sachs ha una copertura, portando il ratio lordo degli NPE al 6,7%.