Guerra Ucraina pesa su conti Intesa Sanpaolo, ma utile trimestrale batte le attese
Intesa Sanpaolo rivede al ribasso il target di utile per l’intero 2022 complici le ricadute del conflitto in Ucraina e l’esposizione in Russia della banca che ha portato a rettifiche per 800 milioni.
Per l’anno in corso si prevede un utile netto di oltre 4 miliardi di euro assumendo che non intervengano cambiamenti critici nell’offerta di materie prime/energia. La precedente indicazione era di oltre 5 miliardi e risaliva a inizio di febbraio, ossia prima dello scoppio del conflitto in Ucraina. L’utile netto è indicato ben superiore a 3 miliardi di euro anche con l’ipotesi molto conservativa di una copertura di circa il 40% dell’esposizione verso Russia e Ucraina, che implica il passaggio a Stage 3 della maggior parte dell’esposizione. A livello patrimoniale il Common Equity Tier 1 ratio fully phased-in è indicato superiore al 12% nell’orizzonte del Piano di Impresa 2022-2025 secondo le regole di Basilea 3 / Basilea 4.
Confermati gli obiettivi del piano 2022-2025 e, in particolare, il target di 6,5 miliardi di utile netto al 2025.
Lato remunerazione azionisti, indicato un payout ratio pari al 70% dell’utile netto consolidato in ciascun anno del Piano di Impresa; ulteriore distribuzione agli azionisti di 3,4 miliardi di euro tramite buyback, subordinatamente all’approvazione della BCE ed eventuale ulteriore distribuzione da valutare anno per anno a partire dal 2023.
A Piazza Affari il titolo Intesa cede l’1,6% in area 1,89 euro.
I riscontri del primo trimestre 2022
Meglio del previsto i dati del primo trimestre con un utile netto contabile di 1,02 miliardi, battendo le attese degli analisti che erano ferme a 821,4 milioni (consensus Bloomberg). L’utile netto del trimestre è pari a 1.670 milioni di euro escludendo 0,8 miliardi di euro di rettifiche di valore per Russia e Ucraina.
I proventi operativi netti ammontano nel trimestre a 5,41 miliardi di euro (stima analisti era 4,98 miliardi di euro), con margine di interesse a 1,96 miliardi e commissioni nette a 2,29 miliardi. I costi operativi risultano in diminuzione del 3,2% rispetto al primo trimestre 2021. Il cost/income al 46,3% nel primo trimestre 2022, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee.
Il costo del rischio del primo trimestre 2022 annualizzato a 60 centesimi di punto da 59 nell’esercizio 2021, a 18 se si esclude lo stanziamento per l’esposizione a Russia e Ucraina al netto di circa 0,3 miliardi di euro di rilascio dei circa 0,7 miliardi residui di rettifiche generiche effettuate nel 2020 per i futuri impatti di COVID-19 (da 25 nell’esercizio 2021 se si esclude lo stanziamento per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati).
I coefficienti patrimoniali al 31 marzo 2022, calcolati applicando i criteri transitori in vigore per il 2022 e deducendo dal capitale 717 milioni di euro di dividendi maturati nel primo trimestre, risultano pari a 13,8% per il Common Equity Tier 1 ratio (14,5% a fine 2021), 16% per il Tier 1 ratio (16,4% a fine 2021), 18,6% per il coefficiente patrimoniale totale (19,1% a fine 2021).
Derisking: crediti deteriorati scesi di 4,8 mld nei primi 4 mesi
La banca guidata da Carlo Messina segna una una diminuzione di 4,8 miliardi di euro dello stock di crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche, nei primi quattro mesi dell’anno, equivalente all’ammontare dell’esposizione verso Russia e Ucraina, riducendo l’incidenza dei crediti deteriorati al netto delle rettifiche sui crediti complessivi al di sotto dell’1% e anticipando l’obiettivo del Piano.