Generali: i Benetton si chiamano fuori dalla battaglia tra Del Vecchio e Mediobanca. Almeno per ora
La Delfin di Leonardo del Vecchio chiede modifiche allo statuto di Generali, mentre i Benetton rivendicano la loro neutralità nella partita che interessa il Leone di Trieste.
Novità per la galassia Generali, al centro dell’attenzione per i vari blitz lanciati nelle ultime settimane da Mediobanca da un lato e dalla fronda pro-innovazione imperniata sul patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone dall’altro.
Negli ultimi giorni la battaglia tra Piazzetta Cuccia e il patto di consultazione formato dall’asse Del Vecchio-Caltagirone, a cui si è unita anche la fondazione Crt, e la banca di Piazzetta Cuccia capitanata da Alberto Nabel si è intensificata:
attraverso una operazione di prestito titoli, Mediobanca ha portato la propria quota nel Leone di Trieste al 17,22%, a fronte della quota in Generali in mano al patto di consultazione pari al 12,5%.
L’operazione, su base chiusa, avrà durata di circa 8 mesi e comunque almeno fino all’Assemblea di Assicurazioni Generali chiamata a rinnovare il Consiglio di Amministrazione: una bella differenza rispetto alla precedente partecipazione pari al 12,9%, pericolosamente vicina al 12,5% del patto di consultazione.
Pomo della discordia, come si ripete da settimane, è la gestione di Generali: Mediobanca di Alberto Nagel vorrebbe confermare alla guida del gruppo l’attuale ceo Philippe Donnet, Del Vecchio e Caltagirone puntano sul nuovo.
Ora, tra le novità di oggi c’è quella che vede protagonisti i Benetton, anch’essi azionisti di Generali, con una partecipazione pari al 4%.
Finora, attraverso la loro holding Edizione, i Benetton si sono limitati ad assistere alle schermaglie tra Mediobanca e i due grandi azionisti imprenditori. Ieri, sono usciti allo scoperto, comunicando di aver dato disdetta al patto light di Mediobanca sottoscritto in data 28 dicembre 2018 e in scadenza il 31 dicembre 2021.
Edizione aveva in mano il 2,1% in Mediobanca attraverso la sua controllata Schematrentatre.
Nella nota si legge che “la disdetta si colloca nell’ambito del percorso di ridefinizione delle linee strategiche del gruppo e ha l’obiettivo di mantenere l’assoluta neutralità della visione di Edizione in relazione alle partecipazioni finanziarie detenute, con la volontà di non schierarsi nelle attuali vicende che occupano Mediobanca, pur esprimendo pieno apprezzamento per l’attività svolta dal suo management».Insomma i Benetton, che detengono una partecipazione del 4% in Generali, non hanno alcuna voglia di schierarsi.
Dal canto suo, con la sua holding Delfin, Del Vecchio ha chiesto di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea di Mediobanca del 28 ottobre prossimo proponendo di “eliminare il requisito statutario secondo cui tre amministratori (nel caso in cui il consiglio abbia più di tredici componenti) devono essere dirigenti del gruppo Mediobanca da almeno tre anni e altresì di incrementare il numero degli amministratori di minoranza», con la previsione che “più liste possano concorrere alla nomina di tali amministratori”.
Nella nota, Del Vecchio ha detto che la sua intenzione non è quella di ribaltare il cda di Piazzetta Cuccia. Di fatto la holding “non prevede né intende revocare l’attuale consiglio di amministrazione prima del termine del suo mandato”.
Ancora, la proposta di modificare lo statuto “non persegue lo scopo di sostituire gli attuali amministratori o manager della banca, quanto piuttosto quello di assicurare che, d’ora in avanti, questi operino all’interno di un quadro di regole di corporate governance coerente con le best practice e siano fortemente incentivati a porre al centro la creazione di valore per tutti gli azionisti, lasciando al consiglio di amministrazione e agli azionisti – come accade in qualsiasi altra società – il diritto di decidere in ultima istanza chi debba gestire la banca”.
Mediobanca-Generali: commento Equita su ultime novità
Così Equita SIM riassume e commenta le novità arrivate con Del Vecchio e con la decisione di Edizione dei Benetton di rimanere per ora neutrale nella battaglia in corso sul futuro di Generali:
“Delfin (Del Vecchio), azionista al 18,9% di Mediobanca, ha richiesto di integrare gli ordini del giorno in vista dell’Assemblea del 28 ottobre, presentando alcune proposte di modifica dello statuto di Mediobanca. In particolare:
- Eliminazione della previsione statutaria di inserire in lista dirigenti del gruppo da almeno 3 anni.
- Cambiare il meccanismo di nomina del consiglio aumentando il numero di consiglieri di minoranza, ammettendo che più liste in concorrenza possano esprimerli.
“Sulla prima proposta non vediamo particolari impatti – commentano gli analisti della SIM milanese – Mediobanca ci stava già lavorando in vista del rinnovo del consiglio e quindi si tratta solo di un’anticipazione che leggiamo favorevolmente per società e mercato. La seconda proposta, invece, riguarda l’aumento dei posti riservati alle minoranze, passando dai 2 attuali a 3 o 4 posti, a seconda del numero di liste presentate. In sostanza, con solo 2 liste presentate, alla seconda spetterebbero 3 posti (mentre nel caso di più di 2 liste, alle minoranze andrebbero 4 posti in proporzione ai voti ricevuti). In questo modo, considerando il peso nell’azionariato, Delfin si garantisce un posto nel board (in ogni caso, anche con queste proposte, gli istituzionali vedrebbero leggermente ridimensionata la loro rappresentanza nel prossimo board). Delfin ha precisato che non intende chiedere la revoca del consiglio prima della scadenza del mandato (2023), né promuovere la sostituzione di amministratori o manager della banca”.
Su Edizione dei Benetton, che “ha inviato disdetta dell’accordo di consultazione fra i soci Mediobanca (che riuniva il 10,7% del capitale), di cui possiede il 2,1%, Equita SIM si esprime così:
“La famiglia Benetton intende così mantenere una posizione neutrale con la volontà di non schierarsi nelle attuali vicende che occupano Mediobanca (anche rispetto al rinnovo del Cda di Generali, di cui Edizione ha circa il 4%), pur esprimendo pieno apprezzamento per l’attività svolta dal suo management. Secondo Il Sole24ore, l’uscita dei Benetton verrà compensata con arrotondamenti degli altri partecipanti e forse con l’ingresso di nuovi azionisti (e.g. fuori dal patto c’è la famiglia Monge che un anno fa aveva superato l’1% e non aveva escluso di salire). La scelta dei Benetton ci sembra razionale con l’obiettivo di tenersi lontana dagli scontri tra i soci di Generali e coerente con l’obiettivo di concentrarsi sulle attività strategiche e non finanziarie. Nel complesso il quadro speculativo per i titoli Generali e Mediobanca resta abbastanza vivace”.