Fusione Terna-Snam, c’è la benedizione di Patuanelli. Deal ‘facilitato da interventi Cdp in equity’
Una fusione Terna-Snam all’orizzonte? Secondo il ministro dello sviluppo industriale Stefano Patuanelli una sinergia tra le due aziende avrebbe senso. Si potrebbe discutere in particolare di un progetto di fusione, facilitato da nuovi interventi sull’equity da parte di CDP (Cassa depositi e prestiti).
Intervistato dal Sole 24 Ore, alla domanda del giornalista sui rumor di una fusione Terna-Snam, Patuanelli risponde così:
“Avrebbe molto senso una sinergia tra chi gestisce la rete elettrica e chi gestisce la rete di distribuzione del gas”. Aggiungendo: “Credo che sia giusto iniziare a discutere di un progetto di fusione tra Snam e Terna, che potrebbe essere facilitato dai nuovi interventi in equity della Cdp“.
D’altronde, il ruolo di Cdp sarà molto attivo, in questa fase in cui il governo Conte bis cerca di mettere in sicurezza l’economia italiana, zavorrata dal lockdown successivo al diffondersi della pandemia da coronavirus-COVID-19.
Patuanelli spiega, di fatto, che “sarà creato un patrimonio destinato di Cdp per le operazioni in equity”, una mossa che il ministro interpreta alla stregua di “un tassello di una rinascita industriale per ricreare dei grandi campioni europei, penso ai settori delle tlc, all’energia, al manifatturiero con la cantieristica navale, alla siderurgia/metallurgia e ovviamente all’automotive”. Obiettivo: creare “grandi campioni accompagnando l’impresa in questo momento di difficoltà e sostenendo tutte le filiere collegate”.
Nessun entusiasmo particolare, in Borsa, per il titolo Terna, che registra un debole rialzo, oscillando attorno a 5,72 euro.
Snam, invece, sovraperforma il mercato (indice Ftse Mib +1,5% circa) con un incremento del 2,5%, a 4,065 euro.
TERNA-SNAM, FUSIONE? LA VIEW DEGLI ANALISTI DI EQUITA SIM
Sul dossier Terna-Snam un commento arriva dagli analisti di Equita SIM. Anche loro approvano l’idea di una fusione, spiegando che, “considerati i significativi investimenti che dovrà effettuare Terna per rafforzare la rete di trasmissione, legati anche alle esigenze dell’Energy Transition, riteniamo che una integrazione con Snam avrebbe senso”.
I motivi sono i seguenti: 1) Snam ha una significativa flessibilità finanziaria, con investimenti nella rete di trasporto prevalentemente di manutenzione e sostituzione e con una riduzione degli investimenti di sviluppo. 2) Il Pniec (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) stabilisce che i piani di sviluppo delle reti elettriche e gas siano coordinati.
Nella nota di Equita viene fatto notare, anche, che “CDP Reti ha una quota del 29,9% di Terna e del 31% in Snam, e quindi non dovrebbe esserci obbligo di opa obbligatoria per cambio di controllo in caso di fusione (soglia del 25%)”.
Si rileva che “Terna tratta su multipli più elevati, grazie alla migliori prospettive di crescita, che riteniamo debbano essere confermati anche in un eventuale deal fra le due società. Terna ha un premio EV/RAB del 26% Vs 11% di Snam, un PE di 15x Vs le 12x ed uno yield del 4.7% che sale al 5,5% nel 2020 (Snam ha uno yield del 6,3% che sale al 6,9% nel 2022). La performance di Terna è stata migliore, cioè pari a -4% YTD Vs -15% per Snam e quindi potrebbe subire qualche presa di beneficio in ottica di arbitraggio se CDP decidesse di portare avanti il deal”.