Fuga dal rischio con effetto variante Delta: Wall Street KO, tassi Treasuries 10y sotto 1,2%, euro buca $1,18, petrolio -7%
Una vera e propria fuga dall’azionario globale, che ha messo KO Wall Street, ma non solo: la paura della variante Delta ha riportato sotto i riflettori l’incubo della pandemia Covid-19, provocando il fuggi fuggi degli investitori dagli asset più rischiosi: penalizzati le borse di tutto il mondo e i prezzi del petrolio che, complice la decisione dell’Opec+, sono capitolati a New York anche sotto la soglia dei $70 al barile, con un tonfo arrivato fino a -7%.
A Wall Street il Dow Jones ha sofferto la perdita giornaliera più forte dallo scorso ottobre, nonostante sia riuscito nel finale a limitare il danno. Ma neanche di tanto. Il listino è scivolato infatti di 725,81 punti, o del 2,09%, a 33.962,04 punti; nei minimi intraday, il Dow Jones era crollato fino a -946 punti.
Lo S&P 500 è sceso di 68,65 punti o -1,59% a 4.258,51, riuscendo a blindare la media mobile in 50 giorni, pari a 4.240,31 punti. Il Nasdaq in chiusura ha ceduto 152,25 punti o -1,06% a 14.274,98 punti. L’indice delle small cap Russell 2000 ha segnato un ribasso di 32,54 punti (-1,48%), a 2.131,22 punti.
I titoli peggiori del Dow Jones sono stati Boeing -4,93%, American Express, -4,24%, Honeywell -4,16%, Dow -3,72%, Walt Disney, -3.58%, Travelers, -3,25%: tutti i titoli da reopening, ovvero di società che hanno beneficiato della riapertura delle economie dopo l’emergenza Covid-19 e che tornerebbero dunque a essere i più a rischio con l’imposizione di eventuali nuove misure di restrizione dovute alla recrudescenza del virus. Per lo S&P 500 e il Nasdaq, quella di ieri è stata la sessione peggiore in più di due mesi.
Il Nasdaq ha chiuso in rosso per il quinto giorno consecutivo, soffrendo così la fase ribassista più duratura dallo scorso ottobre del 2020; tutti gli 11 settori dello S&P 500 hanno perso, con il sottoindice dei tecnologici in calo dell’1,39%, gli energetici affossati dai prezzi del petrolio crollati del 3,60%, i finanziari -2,79%.
I tecnologici, in particolare FAANG e Big Tech hanno resistito meglio alle vendite, chiudendo tuttavia con il segno meno: Facebook e Amazon hanno segnato un calo di oltre -1%, Alphabet (ex Google -1,88%). In lieve rialzo invece Netflix, Apple peggio con una flessione del 2,69%, Tesla +0,30%. Tutti i titoli menzionati sono in rialzo in premercato.
El-Erian: le due principali preoccupazioni dei mercati
“Qui ci sono due preoccupazioni – ha commentato alla Cnbc Mohamed El-Erian, ex Pimco e responsabile consulente economico di Allianz – preoccupazioni attinenti all’analisi tecnica dei mercati e preoccupazioni per la crescita. E’ questo quello che le asset class vi stanno dicendo”. D’altronde sul forex l’euro, considerato valuta di rischio, è capitolato sotto la soglia di $1,18 e al momento oscilla attorno a $1,1786. Tonfo anche dei tassi sui Treasuries, con quelli decennali che sono crollati di ben 11 punti base all’1,189%, bucando dunque anche la soglia psicologica dell’1,2%, e testando il nuovo minimo in cinque mesi. Giù anche i tassi dei Treasury a 30 anni, scivolati anch’essi di 11 punti base all’1,82%. “L’intero mercato finanziario si sta comportando come se si stesse avvicinando un rallentamento economico significativo”, ha detto Jim Paulsen, responsabile strategist delgli investimenti per Leuthold Group – Il riaffacciarsi del Covid sta aumentando i timori e la reintroduzione dell’obbligo di indossare le mascherine in alcune aree sta alimentando in molti la paura, anche, di nuove chiusure dell’economia (con misure di lockdown e restrizioni varie). Questo timore sta portando alcuni analisti a rivedere al ribasso le stime di crescita del Pil : l’effetto è il calo dei rendimenti dei bond e le vendite che colpiscono soprattutto i titoli più legati al trend dell’economia come quelli del settore ciclico e le small cap“.
L’accademia americana dei pediatri, per esempio, la American Academy of Pediatrics, ha dichiarato che nelle scuole le mascherine dovrebbero essere indossate, sia da chi non è stato vaccinato che da chi lo è stato. L’obbligo delle mascherine, è stato l’appello dell’associazione, dovrebbe essere rispettato da tutti i bambini che hanno un’età superiore ai due anni.
A New York, i nuovi casi sono balzati in media del 64% rispetto alla media settimanale delle quattro settimane precedenti, a causa soprattutto della diffusione della variante Delta. La paura del Covid ha portato l’indice della paura Cboe Volatility Index a salire fino a 25 punti in concomitanza del sell off che ha colpito l’azionario, al massimo dal mese di maggio. L’indice considera i prezzi delle opzioni sullo S&P 500 per monitorare il livello della paura a Wall Street.
Tonfo dei prezzi del petrolio, in perdita fino a -7%, non aiutati sicuramente dalla fumata bianca dell’Opec+ che, nella giornata di domenica e dopo una serie di fumate nere, è riuscita finalmente a raggiungere un accordo sulla produzione aggiuntiva da reimmettere sul mercato. L’alleanza tra paesi Opec e non Opec ha deciso di aumentare l’offerta di 400.000 barili al giorno a partire dal mese di agosto fino al settembre del 2022. Nel commentare l’annuncio dell’Opec, gli analisti di Goldman Sachs hanno confermato la loro impostazione rialzista, individuando al contempo un rischio. Al momento i prezzi del petrolio recuperano terreno, dopo il brusco sell off della vigilia, con il contratto WTI scambiato a New York comunque poco al di sopra dei $66 al barile, e il Brent vicino a $69 al barile.
“Il mercato sembra pronto ad assumere un’impostazione più difensiva, in un momento in cui assistiamo a una decelerazione significativa degli utili e della crescita economica – ha avvertito Mike Wilson, responsabile strategist dell’azionario Usa di Morgan Stanley. Sono mesi che il respiro del mercato si sta deteriorando e questa è solo un’altra conferma della transizione di metà ciclo che stiamo attraversando, a nostro avviso, che di solito termina con una correzione significativa (del 10-20%)”.
E che dire del Bitcoin? La vendita degli asset di rischio non poteva risparmiare la criptovaluta numero uno al mondo: per la prima volta dallo scorso 22 giugno, il Bitcoin ha bucato la soglia di $30.000. Nell’intero mercato delle criptovalute sono andati in fumo $98 miliardi, nell’arco di 24 ore, stando ai numeri di CoinMarketCap data. Il Bitcoin ha perso più del 6, l’Ether è capitolato di quasi il 9% e l’XRP è crollato di quasi l’11%, stando ai dati di CoinDesk. A proposito di Bitcoin occhio all’alert lanciato sulla moneta digitale anche sui titoli FAANG e in generale sulle Big Tech dal guru David Tice.
Il sentiment negativo ha colpito anche l’azionario europeo, con il Ftse Mib in calo di oltre -3%. E le vendite stanno contagiando in questo momento anche i mercati azionari asiatici, con ribassi tuttavia meno significativi.