Fitch colpisce l’Italia con downgrade a sorpresa. Rating junk a un passo, timori su BTP e spread
Il downgrade doccia fredda di Fitch porta il rating sul debito dell’Italia a un gradino appena al di sopra del livello junk, ovvero spazzatura. Se pochi giorni fa la più magnanima S&P ha graziato il debito italiano, non altrettanto ha fatto Fitch Ratings che, anzi, ha bocciato l’Italia anche a sorpresa, scioccando i mercati. L’agenzia avrebbe dovuto esprimere infatti il proprio giudizio soltanto il prossimo 10 luglio, dopo il verdetto dell’altra delle tre sorelle, Moody’s Investors Service, atteso per l’imminente 8 maggio.
E invece no. I signori del rating – riprendendo il titolo del libro di Paolo Gila e Mario Miscali – non hanno voluto aspettare. La bocciatura è stata considerata, evidentemente, urgente. Il risultato è che il rating è stato declassato a BBB-, un livello appena al di sopra della valutazione junk. Fitch ha migliorato però l’outlook, da “negativo”a “stabile”.
L’effetto non si è fatto attendere, ma non si può dire che sia stato tragico: i tassi sui BTP decennali sono saliti subito di 10 punti base, all’1,82%, azzerando gran parte del dietrofront fatto dopo che l’Italia aveva ricevuto la bella notizia di S&P Global Ratings, che ha deciso di non intervenire, per ora.
Bloomberg scrive come la bocciatura di Fitch ora rimescoli le carte: il paese rischia di nuovo di finire sotto attacco, con i suoi BTP che rischiano così di andare dritti e veloci nelle fauci degli squali della finanza. Per ora però i mercati sembrano snobbare la notizia: dopo la fiammata delle ultime ore, i tassi oscillano attorno all’1,8%, lo spread BTP-Bund viaggia sui 230 punti base. Non si può parlare di febbre spread. E anche Piazza Affari non assiste a sell importanti sulle banche . Anzi.
La paura c’è: l’Italia è a un passo dal perdere il rating investment-grade. La stessa Moody’s, che si esprimerà per l’appunto tra qualche giorno sul rating del debito, al momento ha una valutazione “Baa3”, la più bassa tra i giudizi investment-grade (anche se pure in questo caso la view è più positiva, dal momento che Moody’s stessa ha anticipato l’intenzione di congelare un eventuale downgrade, in un paese falciato umanamente ed economicamente dalla crisi coronavirus COVID-19, e che si prepara a uscire dalla quarantena-lockdown proprio in questi giorni.
Così l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta su Twitter:
“Cosa fa l’Europa per noi? #Fitch ci declassa. Colpo duro, ingiusto, che ci avrebbe affondato se non ci fosse l’Europa e la @ecb che col sostegno di Germania e Francia compra nostri titoli e tiene in piedi l’Italia. Cosa succederebbe se fossimo fuori? Bankitalia,da sola, non ce la farebbe” @24Mattino
Cosa fa l’Europa per noi? #Fitch ci declassa. Colpo duro, ingiusto, che ci avrebbe affondato se non ci fosse l’Europa e la @ecb che col sostegno di 🇩🇪🇫🇷compra nostri titoli e tiene in piedi 🇮🇹. Cosa succederebbe se fossimo fuori? Bankitalia,da sola, non ce la farebbe. @24Mattino
— Enrico Letta (@EnricoLetta) April 29, 2020
Il rischio junk per l’Italia è tale che, la scorsa settimana, la Bce guidata da Christine Lagarde ha sfornato un nuovo bazooka pro-Italia. La banca centrale, paventando il peggio per l’Italia, ovvero proprio una bocciatura che le strappi il giudizio investment grade, ha preso una decisione storica: quella di accettare in garanzia dei prestiti che eroga al sistema finanziario anche i titoli junk. Esattamente, stando a quanto si legge nella nota diramata da Francoforte, titoli che fino allo scorso 7 aprile avevano una valutazione pari a BBB- e che rischiano, con un eventuale downgrade delle agenzie di rating, di perdere l’investment grade rating e di precipitare nel girone dei junk. Non solo italiani, ovvio. E’ la convinzione che la Bce – domani c’è la riunione del Consiglio direttivo – faccia da scudo all’Italia a non scatenare il panico sui mercati.
Fitch Ratings ha snocciolato anche le stime sul PIL e sul debito-pubblico italiani, non discostandosi dall’outlook contenuto nel Def stilato dal governo Conte.
Il Pil è atteso in contrazione dell’8% nel 2020 (proprio in linea con lo scenario di base contenuto nel Def), mentre il rapporto debito-Pil è stimato in crescita dal 134,8% dello scorso anno al 156%, rispetto al 155,7% previsto dall’esecutivo giallo-rosso.
Così hanno commentato intanto a Bloomberg il downgrade di Fitch Cem Keltek e Michael Leister, strategists di Commerzbank:
“La resilienza dei BTP verrà messa a questo punto alla prova, dopo il sorprendente downgrade sull’Italia. Il margine per una ulteriore azione è basso e la pressione sulla bozza della legge di bilancio per il 2021 è alta”.
Dal canto suo, Fitch ha spiegato la mossa a sorpresa con il fatto che “il downgrade rifflette l’impatto significativo della pandemia globale COVID-19 sull’economia e sulla posizione fiscale sovrana dell’Italia”.
Detto questo, la risposta dei BTP alla bocciatura del rating è stata sicuramente contenuta, oltre che dalla fiducia nell’assist della Bce, dal fatto che Fitch ha deciso di migliorare l’outlook a “stabile”. Il miglioramento è stato spiegato da Fitch proprio con le attese che il Quantitative easing della Bce, con i suoi acquisti di titoli di stato, mantenga basso il valore dei rendimenti, almeno nel breve termine. E’ pur vero, però, che una pressione ribassista sul rating potrebbe ripresentarsi, laddove il governo non riuscisse a lanciare un piano economico credibile volto ad assicurare che il trend debito-Pil sia messo su una traiettoria discendente.
“In base al nostro scenario di base sulle dinamiche del debito – si legge nella nota di Fitch – il rapporto debito-Pil si stabilizzerà a questo livello così alto (quello previsto dalla stessa agenzia al 156%), nel medio termine, mettendo in evidenza i rischi sulla sostenibilità del debito”.
L’agenzia non ha potuto fare a meno di notare che lo shock coronavirus ha provocato anche un deterioramento nel settore bancario italiano. Una nota peggiorativa, questa, se si considera che, nelle note precedenti, Fitch aveva previsto per il 2020 una stabilizzazione nella peformance e un ulteriore miglioramento della qualità degli attivi delle banche italiane.
Il downgrade di Fitch è stato seguito da una nota del Mef di Roberto Gualtieri:
I fondamentali dell’economia e della finanza pubblica dell’Italia ‘sono solidi’, ha assicurato il Tesoro, sottolineando che il ministro Roberto Gualtieri “prende atto della decisione dell’agenzia Fitch di declassare il merito di credito della Repubblica italiana al livello BBB-, con outlook stabile”.
Nella nota si legge che “l’agenzia è intervenuta anticipando la valutazione del rating programmata per il 10 luglio”. “L’accelerazione sarebbe giustificata dal deterioramento in atto del quadro macroeconomico e della finanza pubblica. Si tratta tuttavia di effetti interamente dovuti a una causa esogena e temporanea. La valutazione degli impatti sulle prospettive di crescita e sul merito di credito sconta inevitabilmente un considerevole margine di incertezza. Le altre agenzie di rating hanno in effetti assunto un atteggiamento più prudente”.
La valutazione, rileva ancora il Tesoro, “non tiene conto delle rilevanti decisioni assunte nell’Unione Europea, dagli Stati che la compongono e dalle istituzioni che ne fanno parte. In particolare, non sembrano adeguatamente valorizzati l’orientamento strategico della Bce e gli interventi che si stanno per realizzare con la condivisione delle responsabilità della gestione della reazione alla crisi e dei relativi oneri di finanziamento”.