Fed, colombe Brainard e Daly lanciano alert inflazione: verso tassi più alti e taglio bilancio già a maggio
E ora ci mancava solo la dovish Lael Brainard, governatrice della Federal Reserve, a lanciare l’alert hawkish, anticipando strette monetarie ancora più aggressive da parte della banca centrale americana. Tutta colpa dell’inflazione che, è “davvero troppo alta e soggetta a rischi al rialzo”. Di conseguenza, “la Commissione è pronta a varare misure più forti, nel caso in cui le indicazioni sull’inflazione e le aspettative sull’inflazione dovessero avallarle“.
Ancora, a suo avviso, la riduzione del bilancio della Fed dovrebbe avvenire a “un ritmo rapido”, più rapido che in passato:
“E’ di primaria importanza far scendere l’inflazione – ha detto Brainard durante un intervento al webinar organizzato dalla Fed di Minneapolis. Il Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, “renderà più restrittiva la politica monetaria, in modo sistematico, attraverso una serie di rialzi dei tassi di interesse, e iniziando a ridurre il bilancio a un ritmo veloce, già nel meeting di maggio”.
Nominata di recente vice del numero uno Jerome Powell, la governatrice ha detto di prevedere che la riduzione del maxi bilancio della Fed, che ammonta alla cifra astronomica di $9 trilioni a causa di tutti quegli asset ‘aspirati’ dal mercato con le varie operazioni di Quantitative easing, avverrà “in modo considerevolmente più rapido” della riduzione che avvenne nel periodo compreso tra il 2017 e il 2019.
In quegli anni il taglio avvenne al ritmo di $50 miliardi al mese, fattore che ha portato diversi economisti a stimare che, stavolta, il taglio mensile potrebbe essere di $80-100 miliardi.
Immediata la reazione dei mercati, con i tassi sui Treasuries Usa a 10 anni che sono volati al nuovo record del 2022 e dal 2019, superando anche la soglia del 2,6% e riportando la curva dei rendimenti del tratto 2-10 anni in una condizione di normalità, dopo l’inversione manifestatasi nelle sessioni precedenti.
Le dichiarazioni hanno affossato soprattutto il Nasdaq, con ripercussioni negative sulle borse asiatiche, in particolare sulle Big Tech cinesi, del calibro di Alibaba e Tencent.
Le parole di Brainard hanno scosso il mercato soprattutto perché la governatrice è conosciuta per avere una natura dovish, favorevole ai bassi tassi di interesse e a una politica monetaria sostanzialmente accomodante. Ma anche lei è stata costretta a capitolare, alla fine, di fronte a una inflazione che continua a correre, sorretta ora anche dalla paura di uno shock dell’offerta provocato dalla mancanza di materie prime da parte della Russia, peso massimo del settore globale delle commodities.
A scatenare i timori su una Fed ancora più hawkish di quanto temuto è stata anche la presidente della Fed di San Francisco Mary Daly, altra donna dovish della Fed.
Daly ha fatto notare che un’inflazione che viaggia al record degli ultimi 40 anni – così come sta avvenendo negli States – è dannosa come il non avere un posto di lavoro“.
Parlando all’associazione Native American Finance Officers Association, Daly ha rimarcato tutta l’intenzione della banca centrale americana di alzare i tassi, rassicurando i presenti anche sul fatto che la serie di strette monetarie non provocherà una recessione.
Alzare i tassi, ha detto, “è necessario per assicurarvi di andare a letto senza preoccuparvi che i prezzi possano salire ancora di più nella giornata di domani”.
Anche Daly si è trovata d’accordo sulla necessità di iniziare a ridurre il bilancio della Fed, magari già a partire dalla riunione di maggio, tornando più volte a parlare di inflazione, alias la tassa più crudele ( e sicuramente non solo in Usa. LEGGI Conti correnti: inflazione, una tassa occulta sui risparmi degli italiani da 76 miliardi. L’alert FABI).
La numero uno della Fed di San Francisco ha sottolineato che la lotta all’inflazione lanciata dalla Fed “significherà che i tassi di interesse saliranno”.
“L’inflazione, ovvero quello che la gente paga giorno dopo giorno, assilla le menti di tutti, che vanno a letto e si svegliano pensando agli affitti, ai costi dei trasporti, ai prezzi della benzina, ai prezzi dei beni alimentari. Dunque noi della Federal Reserve siamo pronti ad alzare i tassi di interesse”, ha rassicurato Mary Daly.