Evergrande, stop del titolo in Borsa: il mondo sull’attenti, cresce ansia default con scadenza bond in dollari
Evergrande si conferma di nuovo market mover a livello globale, facendo capitolare per l’ennesima volta l’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong e seminando di nuovo l’avversione al rischio nei mercati asiatici. E non solo.
La grande notizia di oggi è la sospensione del titolo dalle contrattazioni della borsa di Hong Kong. La decisione è stata presa in contemporanea con la scadenza del rimborso dei bond emessi in dollari da Evergrande, del valore di $260 milioni.
Sospesi dalle contrattazioni anche i titoli di Evergrande Property Services, dopo che la società ha reso noto che è imminente un annuncio “su una possibile offerta sulle azioni della compagnia”.
Idem per i titoli di un altro sviluppatore immobiliare cinese, Hopson, sulla scia di alcune indiscrezioni relative a “una importante transazione”, con cui il gruppo acquisterebbe le azioni di un’altra società.
L’oggetto della transazione sarebbe il 51% di Evergrande Real Estate, nell’ambito di un accordo di 40 miliardi di dollari di Hong Kong circa, corrispondente a più di 5 miliardi di dollari Usa.
Evergrande a caccia di cash, è corsa contro il tempo
I rumor si aggiungono alle novità e alle altre voci circolate la scorsa settimana. La stessa Evergrande aveva informato i mercati su un suo piano, volto a vedere una quota che detiene in Shengjing Bank, del valore di $1,5 miliardi, a una società di gestione degli asset controllata da Pechino.
Prosegue d’altronde la corsa contro il tempo dello sviluppatore immobiliare continua per racimolare la maggior quantità di liquidità: il colosso, il cui bilancio è affossato da debiti per un valore superiore ai $300 miliardi, non è già stato in grado di onorare il pagamento degli interessi di due obbligazioni offshore dovuti nelle ultime settimane, lasciando gli investitori in una situazione di limbo, visto che nessuna spiegazione è stata detta sul mancato pagamento.
L’obiettivo di Evergrande è quello di smobilizzare le partecipazioni che detiene in altre società per raccogliere cash e saldare i propri debiti.
Riguardo al’ultimo bond che deve essere onorato, si tratta di obbligazioni da rimborsare per un valore di $260 milioni: i titoli, che sono stati emessi per la precisione da Jumbo Fortune Enterprises e garantiti da Evergrande, sono arrivati a scadenza nella giornata di oggi. Il loro mancato rimborso, ha commentato alla CNBC Vishnu Varathan, responsabile di economia e strategia presso la giapponese Mizuho Bank, costituirebbe un default e metterebbe sotto pressione lo yuan.
Verso la fine di settembre, il caso Evergrande ha seminato il panico non solo in Asia ma in tutto il mondo, alimentando il terrore di un imminente evento à la Lehman Brothers. La paura è tuttavia rientrata nelle successive sessioni, complici anche le rassicurazioni arrivate da diversi strategist, che hanno smontato il paragone.
Tra le rassicurazioni, era arrivata quella degli analisti di Barclays:
“Ci è stato chiesto ripetutamente nelle ultime settimane se un eventuale default di Evergrande potrebbe essere definito il momento Lehman per la Cina. Articolo dopo articolo, i media mainstream continuano a porsi lo stesso interrogativo – si leggeva nella nota – . Dopo tutto, Evergrande è il secondo sviluppatore cinese, con debiti stimati alla cifra astronomica di $300 miliardi. E il suo default si sta manifestando alla metà di settembre, come avvenne in modo inquietante nel caso di Lehman, il cui evento si dispiegò nel settembre del 2008. Dunque, è questo il momento Lehman della Cina?”. La nota di Barclays “Why Evergrande is not China’s Lehman moment” spiegava: “Neanche ci si avvicina, a nostro avviso. Sì, Evergrande è una grande società immobiliare. E sì, potrebbe (forse così sarà) esserci un effetto domino sul settore immobiliare della Cina, con implicazioni economiche. E ancora sì, tutto ciò avviene in un momento in cui la crescita della Cina ha già iniziato a deludere. Ma un vero momento Lehman è una crisi di una portata diversa: una che vedrebbe capitolare i creditori di gran parte del sistema finanziario, una che implicherebbe un forte aumento dello stress creditizio, con le banche che si eviterebbero nel mercato dei finanziamenti interbancari”, dando vita al congelamento del mercato del credito.
Evergrande: non è Lehman cinese, ma momento cruciale per il mercato
Il caso oggi torna a essere commentato dagli analisti.
Occhio al commento di Henry Greene, Investment Strategist di KraneShares:
“Gli investitori di tutto il mondo hanno potuto osservare le difficoltà di Evergrande, la più grande azienda di sviluppo immobiliare cinese, nel pagare i propri debiti. La ristrutturazione della società, le cui specifiche devono ancora essere definite, ha avuto un forte impatto sulle materie prime, le azioni e le obbligazioni a livello globale. Anche se molti parlano di scenari estremi, ci aspettiamo una risoluzione più moderata. Anche se i recenti guai non hanno portato l’azienda a essere la ‘Lehman cinese’ si tratta comunque di un momento cruciale per i mercati dei capitali cinesi, che dimostra da un lato l’importanza di questi mercati per il sistema finanziario globale, dall’altro che la Cina non è più un mercato emergente. Per il mercato obbligazionario high yield asiatico potrebbe comportare un inasprimento della regolamentazione, che a sua volta potrebbe portare a una migliore gestione del rischio tra le altre aziende di sviluppo immobiliare della regione, i cui bilanci sono peraltro già solidi. Evergrande ha una lunga storia, ha attraversato molti cicli economici e ha già sfiorato l’insolvenza”
Green continua:
“L’azienda ha cercato di capitalizzare il boom edilizio in Cina, favorito da un’intensa crescita economica, da un credito facilmente accessibile e dalla più rapida urbanizzazione della storia umana. Gli investimenti immobiliari rappresentano quasi il 60% dei risparmi delle famiglie cinesi, rispetto al 33% degli USA. Anche le famiglie della classe media e medio-bassa hanno fatto uno o più investimenti immobiliari oltre alla prima casa, cosa che ha fatto gonfiare i prezzi. I mercati finanziari cinesi sono cresciuti molto dalla fondazione di Evergrande, nel 1996. Le Borse di Shanghai e Shenzhen vantano una capitalizzazione di mercato totale di oltre 11. 000 miliardi di dollari. Inoltre, questi mercati adesso sono liquidi e modernizzati, con aziende straniere che prestano servizi di gestione degli investimenti. Tuttavia, sembra che le famiglie cinesi continuino a concentrarsi sul settore immobiliare piuttosto che sulla diversificazione dei rischi. Di conseguenza, il governo ha implementato nuove regolamentazioni che rendono più difficile speculare sugli immobili e più facile per gli investitori entrare nel mercato azionario. Ne è un esempio il limite ai prestiti immobiliari annunciato dai regolatori bancari cinesi a fine 2020. Grazie alla spinta del governo verso i mercati dei titoli, all’aumento delle opportunità e alla maturità dei mercati tradizionali, il complesso degli investimenti retail cinesi dovrebbe continuare a diversificarsi. Evergrande ha passività correnti per 310 miliardi di dollari, di cui circa 90 dovuti ai creditori, mentre il resto a fornitori e acquirenti di case per acconti su progetti ritardati dalla pandemia che, nel contesto attuale, potrebbero non venire ultimati. Questi ultimi due gruppi saranno probabilmente privilegiati dal governo nella ristrutturazione, per evitare disordini sociali”.
Default disordinato sì o no? Occhio ad altre obbligazioni in Asia
Viene fatto notare come “il mercato obbligazionario in yuan” sia “poco esposto al debito di Evergrande, mentre il mercato obbligazionario in dollari in Asia è più esposto, arrivando al 2% nel segmento dell’high yield. Giovedì 22 settembre Evergrande ha pagato 35,9 milioni di dollari ai detentori di bond in yuan. Tuttavia, l’azienda ha ancora 700 milioni di dollari di pagamenti in scadenza entro gennaio, per lo più dovuti ai detentori di bond in dollari, con i quali dovrà negoziare per evitare un default”.
In questa situazione, Greene scrive che “riteniamo improbabili sia un default non gestito, sia un salvataggio completo da parte del governo. Il risultato più probabile, e che sembra già in corso, è una ristrutturazione del debito facilitata dal governo, che ha sottolineato come questa crisi dovrebbe essere risolta attraverso un approccio orientato al mercato, prevenendo i rischi sistemici nel processo e assicurando operazioni stabili nel business di Evergrande. Anche se il governo non darà garanzie per il debito di Evergrande, faciliterà le procedure di ristrutturazione e di insolvenza. Tutti i procedimenti legali contro la società sono già stati centralizzati in un unico tribunale, e il governo sta riunendo le banche per formare un sindacato dei creditori. La storia di Evergrande si intreccia con quella della trasformazione economica in corso in Cina. Gli investitori nei mercati emergenti spesso si appoggiano al settore immobiliare per capitalizzare passivamente su un alto tasso di crescita economica. Tuttavia, le mutevoli dinamiche di mercato fanno sì che la composizione dei risparmi in Cina somigli sempre più a quella di un mercato sviluppato. I problemi recenti di Evergrande sono un sintomo, non una causa, di questa nuova realtà”.
Guardando in avanti, “la crescita futura della Cina sarà sostenuta da industrie come i servizi internet, l’IT, l’assistenza sanitaria e i beni di consumo. Inoltre, il popolo cinese trarrà vantaggio dall’investire in aziende in crescita, non solo in abitazioni, come sui mercati sviluppati. La ristrutturazione di Evergrande sarà inoltre un test importante per il diritto fallimentare cinese, ancora in via di sviluppo. Se avrà successo, le azioni del governo cinese serviranno da esempio per i casi futuri e anche per altri governi asiatici che stanno sviluppando le prime disposizioni in materia di fallimento e di insolvenza”.
In termini di investimenti, “questo momento può essere un punto di ingresso attraente nel mercato delle obbligazioni high yield in Asia, perché i controlli del rischio stanno diventando più rigidi mentre i rendimenti sono stati spinti verso l’alto. Le implicazioni di rischio sistematico di Evergrande e un ambiente politico più rigido possono indurre i gestori di high yield asiatico a spostarsi su titoli con miglior rating e ad abbassarsi di duration per ridurre i rischi, almeno nel settore immobiliare, un riposizionamento strategico che può creare opportunità in altri settori all’interno dell’high yield asiatico, come gli industriali, i servizi pubblici, le banche e le entità sponsorizzate dal governo. Inoltre, la crisi di Evergrande in Cina può indurre gli investitori a reddito fisso in cerca di rendimento a orientarsi verso altri mercati asiatici, particolarmente solvibili e caratterizzati da durate minori rispetto ad altri mercati high yield, segno che ci sono meno rischi. Negli ultimi 10 anni, le obbligazioni high yield dell’Asia (escluso il Giappone) hanno offerto un rendimento medio di oltre il 7% e attualmente hanno una duration di soli 3 anni, rispetto agli oltre 5 anni degli altri emergenti. Infine, gli sviluppatori immobiliari asiatici e i loro creditori potrebbero aver imparato una lezione preziosa dal caso Evergrande, e probabilmente miglioreranno i sistemi di gestione del rischio. Fortunatamente per molti emittenti asiatici, partiranno da una gestione del debito già ben consolidata”.